TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 28 gennaio 2009

Prato verso le amministrative. Abati, l'altra faccia della medaglia...

L'impressione, leggendo in questi giorni Abati, è sempre quella di trovarsi di fronte ad un marziano sceso nella politca pratese senza sapere niente di quello che è successo nei "palazzi del potere", includenti anche Consiag.
Insomma, Abati scopre che sul distretto "la conoscenza non è completa" perché "è mancata una discussione seria", che c'è il "fenomeno delle aziende straniere", con loo scontatissimo accenno alla illegalità se diceva "se c'ero, dormivo", in fondo, faceva una miglior figura...
Ovviamente, rifinisce sui "mantra" (splendida definizione che prendiamo a prestito dall'ottimo documento dei 38-1) sentiti e risentiti in questi tempi: la "differenziazione", il "turismo", il "completamento della filiera".
Ma in concreto? Riecco che appare l'area ex Banci (e ti pareva...), l'Alta velocità e la metrotramvia. Si... dimenticavamo qualche castroneria sul "turismo culturale", che ovviamente esclude la sepolta Gonfienti, da abbinare al "turismo economico" con qualche outlet, di una tristezza infinita.
Non c'è che dire! "Grandi" segnali di discontinuità, stanno dimostrando i due candidati alle primarie...
Qualche volta, non riusciamo nemmeno a distinguere le varie dichiarazioni: sarà che in fondo rimangono le facce della stessa medaglia (il nostro amato Partitone Democraticissimo)?
MV

da la Nazione del 28/01/09
«Le mie idee per diversificare e ritrovare fiducia»

di PAOLO ABATI *
CONOSCERE in profondità il distretto significa avere un quadro d’insieme per intervenire, pianificare ed indirizzare gli investimenti. La conoscenza, oggi, non è completa perché i mutamenti sono stati rapidi, perché è mancata una discussione seria che portasse a individuare il destino a cui consegnare il distretto. C’è il fenomeno delle aziende straniere che incide in modo significativo sulla nostra economia, ma c’è anche un problema di concorrenza sleale del distretto parallelo ed è fondamentale capire come funzionano i flussi economici, dove vanno a finire i soldi e come vengono impiegati. Ci sono però anche punti di forza che possono aiutare il distretto ad uscire dalla cappa: penso all’aggregazione di aziende per costruire una massa critica che possa muoversi sul mercato, al completamento della filiera che qualche imprenditore ha già avviato.
Ho più volte parlato di diversificazione del distretto: differenziare significa innanzitutto favorire investimenti che puntano a portare a Prato funzioni che mancano (polo espositivo regionale nell’area ex Banci), e significa pretendere la realizzazione di infrastrutture per garantire collegamenti agevoli con Firenze, con l’aeroporto, con l’Alta velocità, con la metrotramvia fiorentina. Non mi riesce per nulla difficile immaginare una vocazione turistica, ma occorre stimolare la partecipazione di tutti ad un processo di questo tipo: le istituzioni devono lavorare sulla manutenzione dei monumenti e il rilancio del territorio, i commercianti, per esempio, possono lavorare sull’adeguamento della loro offerta. Accanto al turismo artistico si potrebbe abbinare quello economico, attraverso la creazione di outlet di qualità che consentano al turista di visitare ad esempio gli affreschi del Lippi e poi di lasciare soldi con l’acquisto di tessuti e abbigliamento. Prato ha una posizione geografica assolutamente straordinaria, e potrebbe ambire a diventare un punto di snodo e di transazione del centro Italia. Si può fare? Io dico di sì, ma servono risorse economiche (Regione, Stato, Europea), professionalità che, ad esempio, possano lavorare su un modello di comunicazione efficace per proiettare all’esterno la città. Serve soprattutto un impegno condiviso, la voglia di scommettere, di tutti, su Prato e per Prato.
* candidato sindaco alle primarie

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