TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 6 febbraio 2009

Biopolitica e colpi di mano

Troviamo semplicemente inaudito, oltre che aberrante, l'intervento del governo Berlusconi sul caso Englaro. Un decreto legge che ha del vergognoso, un atteggiamento sprezzante delle istituzioni, una arroganza oltre ogni limite della decenza... Il tutto sostenuto dal Vaticano...
Per una volta, Napolitano ha deciso di intervenire, e giustamente!
Mv

da il Corriere.it
Eluana, il governo approva il decreto

Napolitano non firma: «Rammarico»
Il premier: «Senza il via libera del Colle, andremo in Parlamento. Irrituale la sua lettera»

UDINE - Dovrebbe essere già iniziata la riduzione dell'alimentazione e dell'idratazione di Eluana Englaro, la donna in stato vegetativo da 17 anni che è stata ricoverata nella clinica "La Quiete" di Udine. Ma sulla vicenda esplode un vero e proprio conflitto istituzionale. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato il decreto legge per interrompere la procedura, nonostante la contrarietà del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Dopo il via libera, il Quirinale ha però confermato il proprio no: il capo dello Stato non firmerà il provvedimento che vieta la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione fino all'arrivo di una legge sul testamento biologico. La decisione del Consiglio del ministri è stata invece accolta positivamente dal Vaticano: «Una scelta coraggiosa». Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha intanto inviato gli ispettori a Udine. Insorge l'opposizione: per Walter Veltroni, Berlusconi vuole «un incidente istituzionale».

IL CDM - È stata una mattinata parecchio concitata. Il Consiglio dei ministri ha prima dato il via libera al pacchetto sul settore auto e poi si è attesa la lettera del Presidente della Repubblica. «Non sussistono le ragioni di necessità e di urgenza», avrebbe spiegato nella missiva Giorgio Napolitano, esprimendo perplessità anche sulla nuova bozza riformulata dal ministero del Welfare e contenente i rilievi del costituzionalista Onida. Più tardi, però, il via libera dal Consiglio dei ministri è arrivato ugualmente. Una decisione adottata all'unanimità dopo una lunga discussione tra i ministri (Stefania Prestigiacomo, si apprende, era orientata all'astensione, ma sarebbe stata convinta a votare sì).

BERLUSCONI - Il premier, in conferenza stampa, ha spiegato che nel caso di Eluana Englaro «sussistono i presupposti di necessità e urgenza, presupposti che sono affidati alla responsabilità del governo: poi spetta al Parlamento decidere se confermare o meno questi presupposti». «Eluana è una persona viva - ha aggiunto Berlusconi - respira, le sue cellule cerebrali sono vive e potrebbe in ipotesi fare anche dei figli. È necessario ogni sforzo per non farla morire». Il premier ha poi criticato l'atteggiamento di Napolitano: «Con la sua lettera si introduce una innovazione: il capo dello Stato in corso d'opera del Cdm può intervenire anticipando la decisione sulla necessità e urgenza di un provvedimento: per questo abbiamo deciso all'unanimità di affermare con forza che il giudizio è assegnato alla responsabilità del governo. Se il capo dello Stato non firmasse e si caricasse di questa responsabilità nei confronti di una vita, noi inviteremmo immediatamente il Parlamento a riunirsi ad horas e approvare in due o tre giorni una legge che anticipasse quella legge che è già nell'iter legislativo». A una specifica domanda di un giornalista, Berlusconi ha comunque assicurato che i rapporti con il presidente della Repubblica restano «cordiali» e che non sta pensando «assolutamente» all'impeachment.

NAPOLITANO - Poco dopo, però, Napolitano ha confermato che non firmerà il decreto legge. Il presidente della Repubblica, si legge in un comunicato del Quirinale, «ha preso atto con rammarico della deliberazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto-legge relativo al caso Englaro. Avendo verificato che il testo approvato non supera le obiezioni di incostituzionalità da lui tempestivamente rappresentate e motivate, il Presidente - conclude la nota - ritiene di non poter procedere alla emanazione del decreto».

VATICANO - All'esecutivo arriva il plauso del Vaticano. Approvando il decreto legge sul caso di Eluana Englaro, ha affermato monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, «il governo ha fatto un gesto di grande coraggio, che sarà apprezzato dalla grande maggioranza di tutti i cittadini». «Pur nella differenza delle competenze che abbiamo - conclude Fisichella - ci rallegriamo che le istanze che abbiamo portato avanti in questi mesi sono state ascoltate e accolte».

ONIDA - A prendere le distanze dal governo è invece il professor Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale: «Hanno strumentalizzato le mie parole, disconosco nella maniera più assoluta qualunque mia partecipazione alla stesura del testo di un decreto legge che non ritengo nemmeno di commentare».

PROCEDURA - Intanto, nella clinica friulana dove si trova Eluana Englaro, la "fase due" della procedura per la riduzione della nutrizione sarebbe iniziata. La conferma arriva dall'avvocato Franca Alessio, curatrice di Eluana: «Penso che tutto si stia svolgendo come previsto. Il protocollo prevede che dopo tre giorni cominci lo stop all'alimentazione - ha aggiunto il legale - i tre giorni sono passati e non intervenendo fatti nuovi si procede come previsto».

LA PROCURA - La Procura di Udine, nel frattempo, chiarisce che gli accertamenti sugli esposti giunti ai Carabinieri e alla Polizia non interferiranno sulla sentenza della Corte di Cassazione di Milano e quindi sull'esecuzione del Protocollo per accompagnare a una 'morte lenta' Eluana Englaro. Confermate dunque le dichiarazioni del Procuratore Generale di Trieste, Beniamino Deidda, secondo il quale la Procura di Udine non sta svolgendo alcuna indagine o accertamento di qualunque natura sui contenuti della sentenza della Cassazione sulla vicenda. «La magistratura del Distretto - ha spiegato - non attuerà alcuna iniziativa che possa eludere o ritardare la doverosa attuazione di quanto disposto dalla Cassazione».

Nessun commento: