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La mer, la fin...

domenica 8 febbraio 2009

Costituzione. La democrazia è in bilico.

Eco: uno schiaffo al premier altrimenti va avanti
Rodolfo Sala

la Repubblica 08-02-2009


MILANO - Quasi ventimila firme raccolte in un giorno. Sotto l´appello diffuso ieri da Libertà e Giustizia sul sito di Repubblica. Primo firmatario il giurista Gustavo Zagrebelsky, presidente onorario dell´associazione, titolo «Rompiamo il silenzio»: è un grido d´allarme sui rischi che sta correndo la democrazia, lanciato ancora prima che sul caso Englaro esplodesse il conflitto di poteri tra il capo del governo e il Quirinale. E a spiegarne il senso ieri Libertà e Giustizia ha promosso un sit in davanti al tribunale di Milano.
In prima fila Umberto Eco: «Questa povera ragazza non c´entra nulla con la nostra iniziativa - spiega il garante di Lg - perché sulla sua vicenda, che rappresenta un tipico caso di coscienza, noi possiamo pensarla in modo diverso». Il problema è un altro, «da venerdì sera le cose sono cambiate».
Insomma: «Berlusconi ha preso a pretesto il caso Englaro per tentare un colpo bonapartista che minaccia seriamente il principio della divisione dei poteri che da Montesquieu in avanti informa tutte le democrazie».
Il semiologo ricorre a una metafora per spiegare quello che è successo: «È come se io, dopo essere si stato condannato con sentenza definitiva per aver ucciso mia nonna, dovessi essere assolto con un decreto del governo che cancella il verdetto dei magistrati».
Un Borsalino a proteggere il capo dalla pioggia, sciarpone amaranto e barba rasata, Eco è incontenibile contro Berlusconi: «Anche in politica il premier fa come con le ragazze, allunga la mano senza ritirarla finché gli arriva uno schiaffone; qualcuno glielo deve dare, altrimenti lui va avanti».
Lo «schiaffone», almeno quello che immagina Eco, non è solo il rifiuto del Capo dello Stato di firmare il decreto legge che avrebbe imposto subito lo stop all´alimentazione forzata di Eluana: potrebbe essere la risposta dei cittadini, che «in tutt´Italia si stanno mobiltando contro l´attentato gravissimo compiuto ai danni della Costituzione, che prevede ruoli distinti per i poteri dello Stato».
Annuisce Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia, mentre distribuisce volantini verdi che riportano l´appello. Sotto la scritta «la democrazia è in bilico», c´è la vignetta donata da Tullio Pericoli, anche lui a prendersi la pioggia sotto il Palazzo di Giustizia: una mega-lametta, e sopra due piedi che camminano sul filo del rasoio.

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