Tutto liscio. O quasi. Come l’olio. Di canapa indiana. In piazza Erbe grande “fumata” in libertà. E un calcio in culo (più schiuma di birra negli occhi) per l’assessore provinciale Massimo Giorgetti, «sospinto» da un drappello di ragazzi verso la fontanella. E’ stato il solo incidente durante la manifestazione del centro sociale Pedro, che ha radunato qualche centinaio di giovani intorno al camion che “sparava” musica reggae e rap. Tutt’i ntorno altri ragazzi con lo spritz ai tavolini del Chocolat, del Nazionale o seduti davanti a Munerato. Grandi striscioni per il sindaco Flavio Zanonato: «Non bisogna chiedere il permesso per essere liberi», «Multiamo il proibizionismo», «La libertà ha sempre un buon profumo».
Poco dopo le 22 si accende l’impianto di amplificazione. E scattano a raffica i flash non appena qualcuno decide di “far su” la cartina. Non è il solo, perché nessuno ha paura di replicare in piazza la “rollata”. In collegamento telefonico arriva anche la «benedizione» di don Gallo da Genova: «Bravi, verrei anch’io a farmi uno spinello con voi». Piazza delle Erbe brulica di gente, cani, braci più o meno legali. Tutto come previsto. Sotto l’occhio vigile di poliziotti, carabinieri e vigili. Con telecamere a 360 gradi. E videoregistrazione manuale. Nessun incidente. All’inizio si sventolano le banconote da 500 euro che contestano l’ordinanza del sindaco.
Arriva una signora di una certa età con il suo bandierone giamaicano e la faccia di Bob Marley. Gli spagnoli in Erasmus ammiccano, pensando a Zapatero. I pedrini si concentrano sulla «vigilanza» e decidono che non è serata per Giorgetti. All’inizio era comparso anche il presidente del CdQ 1 Grigoletto. Ma l’a ssessore resta in mezzo alla piazza. Viene circondato e un anfibio arriva a destinazione. Con il microfono di TNE sotto il naso, commenta: «La libertà vale per tutti». Nel giro di pochi minuti, secondo round. Giorgetti viene spintonato via, con getto di birra. A quel punto, non gli resta che raccontare l’episodio agli uomini delle forze dell’ordine. Al microfono c’è chi “rivendica” politicamente: «Non vogliamo qui quelli che fanno leggi proibizioniste o cercano una vetrina da campagna elettorale».
In realtà, pochi si sono accorti di ciò che è successo. Qualcuno dondola al ritmo della musica che invita ad accendersi una «canna». Altri sorseggiano dalla bottiglia o dal bicchiere. Gli universitari parlano fra loro. Gira il volantino che aveva chiamato alla mobilitazione l’«altra Padova» con tanto di Monna Lisa con spinello fra le dita, mentre qualche scritta spray dalle parti del Liviano era più esplicita sull’ordinanza Zanonato. L’occasione è ghiotta, però, anche per pubblicizzare la palestra del Portello: 27 euro al mese la promozione per gli studenti con accesso libero ai corsi, dalle 10 alle 22.30.
Va letteralmente a roba la banconota da 500 euro con il simbolo della piantina di Maria. «La libertà non ha prezzo» suona bene per tutti quelli che “coltivano” un altro modo di fumare. La manifestazione «politica» piano piano si confonde con il più classico dei mercoledì sera in piazza Erbe. Il Pedro ha centrato l’o bbiettivo di portare il dissenso fin sotto le finestre del sindaco. I ragazzi si divertono come sempre, un po’ storditi dall’a lcol un po’ con gli immancabili tamburi. La situazione è sotto controllo, discretamente come annunciato. E oggi scatta il replay con fermo immagine. In questura e al comando della Polizia municipale il compito di stilare il rapporto con eventuali segnalazioni di rito alla prefettura. Alla fine, si spegne tutto. Anche le «canne». Resta la cortina fumogena su palazzo Moroni. La vera partita resta un’altra.
I Verdi sfidano Zanonato con uno "spinello" in Consiglio comunale
La capogruppo dei Verdi Aurora D’Agostino sfida con un atto di «disobbedienza» l’ordinanza antispaccio del sindaco Zanonato, che prevede una sanzione di 500 euro per chi consuma droga in un luogo pubblico. Ha acceso uno spinello in aula, che poi si è rivelato fatto di tabacco, fumandolo fino all’intervento dei vigili che l’hanno invitata a uscire fuori, provvedendo al sequestro. Seduta movimentata anche per la protesta di Rifondazione, Sinistra e Partito socialista contro lo sbarramento al 4% per le prossime elezioni europee
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