Di seguito, il confronto "giornalistico" apparso sul Tirreno di oggi...
Anche qui, ci sarebbero tante cose da dire, dall'inceneritore a FIL...
MV
da il Tirreno del 11/02/09
La Provincia di domani: ecco come la vogliamo
Le proposte dei due candidati a presidente, Lamberto Gestri e Michele Mezzacappa
Mezzacappa. Un fondo di finanza sociale per sostenere chi perde il lavoro nei primi sei mesi di disoccupazione
In questi giorni una parte della provincia è in ginocchio a causa del maltempo. Cantagallo è isolata da una frana. I disagi per gli abitanti sono notevoli. Il dissesto geologico dell’alta Valbisenzio necessita di interventi immediati ma anche programmati nel tempo. Quali sono le vostre proposte?
GESTRI.«E’ necessario riappropriarsi del territorio, un bene collettivo fondamentale. Lo spopolamento e l’abbandono della montagna ha provocato i disastri che oggi sono sotto gli occhi di tutti. E’ nostro compito invertire la tendenza con progetti mirati. Il trekking e l’ippovia non bastano, ho un pacchetto di proposte per rilanciare la vita nell’Alta Valbisenzio e recuperare tutte le aree demaniali abbandonate. Bisogna ripulire il bosco e creare dei punti di incontro in modo da attirare i turisti. Il collegamento tra la Vallata e Firenze potrà migliorare grazie allo sfruttamento dei binari ferroviari che si libereranno con l’Alta Velocità. La gestione della tratta potrebbe essere affidata alle amministrazioni locali. Ho già parlato coi sindaci: occorrere preparare dei progetti unitari per la valle, non si può agire per singoli comuni».
MEZZACAPPA.«La prima cosa da fare è creare un’unità di rischio per le emergenze. I cambiamente climatici, l’instabilità del terreno e le piogge prolungate rendono il nostro territorio troppo precario e quindi serve un’unità di pronto intervento, di cui devono fare parte le istituzioni e la Protezione civile, in modo da agire tempestivamente. Serve però anche un’unità permanente composta da istituzioni, associazioni, cittadini, per le segnalazioni di difficoltà. Chi vive i boschi, come i cacciatori o i cercatori di funghi, devono diventare delle sentinelle pronte a segnalare situazioni di rischio idrogeologico. ma serve anche un’azione di lungo respiro. Bisogna sviluppare i parchi, recuperare i casolari e i borghi rurali, incentivare coltivazioni che non devono essere più di nicchia, garantire una costante manutenzione dei corsi d’acqua».
La Provincia si è attivata molto, anche attraverso la Fil e i fondi europei, sul versante del lavoro e della formazione. La crisi economica però richiede ulteriori impegni. Voi a che cosa state pensando?
GESTRI. «Il lavoro è la priorità. Creare posti di lavoro però è difficile, il ruolo della Provincia deve essere quello di sostenere le idee, le proposte, in particolar modo quelle che possono incrementare il lavoro a tempo indeterminato. Positiva è ad esempio l’esperienza, nell’ambito del lavoro giovanile, del progetto “Mettersi in proprio”. Dobbiamo riproporlo magari ampliando il budget. Bisogna pensare ai giovani ma anche chi, a 40-50 anni, perde il lavoro e deve essere aiutato a reinserirsi nella produzione. E questo lo si può fare grazie a corsi di formazione di alta qualità rivolti a giovani e meno giovani. Tra i progetti più immediati penso ad un laboratorio per arti e mestieri nel quale gli artigiani, maestri del lavoro, trasmettono le loro conoscenze ai ragazzi che smettono di studiare. Ci sono mestieri che rischiano di scomparire: penso al maestro tagliatore o all’artigiano falegname. La Provincia potrebbe provvedere a garantire l’assicurazione e i rimborsi».
MEZZACAPPA. «Le necessità più urgenti riguardano il sostegno a chi perde il lavoro. Serve un fondo di finanza sociale con la compartecipazione di istituzioni, credito, soggetti privati per aiutare nei primi sei mesi chi resta senza uno stipendio. Occorre inoltre incrementare le risorse destinate dalla Provincia al lavoro e alla formazione: va rimodulata la spesa. Bisogna inoltre offrire più bandi per i giovani, premiando chi propone innovazione, in modo da dare un segnale concreto sul fronte della diversificazione. Un settore in grande espansione sul quale scommettere, ad esempio, è quello delle energie rinnovabili».
In questi anni la Provincia si è distinta per la mole di investimenti nelle scuole. Le polemiche sul vecchio Marconi sembrano lontane. Il ruolo della Provincia resta però sempre centrale: che cosa dobbiamo attenderci?
GESTRI. «Rispetto al passato sul versante dell’edilizia scolastica ritengo sia stato già fatto molto. Penso al nuovo Marconi, al Rodari-Cicognini, all’istituto d’arte di Montemurlo. Ritengo che nel futuro debba crearsi un legame stretto fra il Creaf, centro di ricerca, la scuola superiore, il mondo del lavoro e le strutture museali cittadine e l’Università. L’obiettivo deve essere quello di costruire un sistema delle conoscenze: il Creaf dovrà attivare tutte le intelligenze per lo sviluppo del distretto. I prossimi cinque anni saranno decisivi in questo senso».
MEZZACAPPA.«Sulla scuola si gioca lo sviluppo di Prato. Oltre che sull’edilizia scolastica bisogna puntare sulle strutture tecnologiche. Il Centro di ricerca dovrà essere un polo d’attrazione ma non solo per il tessile».
Il nodo dei collegamenti stradali e ferroviari continua ad essere al centro di tutte le campagne elettorali senza però che alla fine si smuova qualcosa. La Bretella Prato-Signa è ancora in alto mare, l’Alta Velocità evita Prato, la metropolitana di superficie che colleghi Prato e Firenze in tempi più rapidi occupa un posto di rilievo nel Libro dei Sogni. Sarà così anche per la prossima legislatura?
GESTRI. «Le province di Prato, Pistoia e Firenze devono mettersi d’accordo, in tempi brevi, magari prima delle prossime elezioni amministrative, in modo da presentarsi davanti alle istituzioni (Stato, Regione, Comunità Europea) con un protocollo d’intesa nel quale si chiedono interventi concreti su questo tema. Bisogna agire nella logica d’area metropolitana indicando quali sono le nostre priorità. A mio giudizio, avendo individuato nell’area ex Banci, il polo degli eventi (mostre, congressi), è indispensabile accelerare sulla terza corsia della Firenze-Mare da un lato e sulla tramvia, per il trasporto pubblico, dall’altro. Un’idea, realizzabile in tempi brevi, può essere quella di creare una corsia preferenziale, sull’esempio delle nostre Lam, che colleghi Prato con Firenze. Ma i nostri cittadini devono anche potersi muovere utilizzando le piste ciclabili che però oggi uniscono soltanto il Nord e il Sud. Bisogna migliorare in questo senso i collegamenti tra la periferia e il centro di Prato, realizzando anche dei posti coperti e sicuri per le biciclette. C’è poi la questione dell’Alta Velocità: Prato non può essere tagliata fuori. Bisogna farci sentire. Allo stesso tempo dobbiamo pensare a sfruttare al meglio la linea su Firenze aumentando la frequenza dei treni. Un treno ogni 15 minuti agevolerebbe la vita a pendolari e studenti».
MEZZACAPPA.«Bisogna concludere presto e bene i lavori della Sr 325. E’ una via di comunicazione importante: i cantieri devono chiudere il prima possibile. E’ necessario inoltre riqualificare le strade del Montalbano. Guardando alle strade pratesi è indispensabile un “Piano Marshall”: occorre attingere al fondo di coesione istituzionale per rendere davvero percorribili e sicure le strade comunali. Gli altri interventi da portare a termine sono la Perfetti Ricasoli e la terza corsia della Firenze-Mare. Ferrovie: giudico positiva l’esperienza del Memorario ma Trenitalia deve investire per rendere più frequenti le corse. Incombono poi incognite su quale stazione fiorentina sarà lo scalo dell’Alta Velocità: è chiaro che se fosse lo Statuto, come si dice, Prato sarebbe penalizzata. E, infine, anche sull’ipotesi di ampliamento dell’aeroporto di Peretola Prato dovrà dire la sua».
Nonostante l’accordo sottoscritto in Regione si continua a discutere sulla questione dell’inceneritore a Prato nel caso quello previsto a Case Passerini non fosse sufficiente: qual è la vostra posizione?
GESTRI.«Ritengo valido il protocollo d’intesa: non si può sempre ricominciare daccapo. Il progetto esecutivo dell’impianto di Case Passerini è in fase di ultimazione, nel frattempo bisogna aumentare la percentuale della raccolta differenziata arrivata al 43%. Si può fare di più anche se l’ipotesi di ridurre i rifiuti conferiti nei cassonetti appare come un libro dei sogni. Il calo che c’è stato, dello 0,5%, forse è più dovuto alla crisi che ad altro. In attesa della verifica sul funzionamento dell’impianto di Case Passerini bisognerà però chiudere quello di Baciacavallo in modo da ridurre l’inquinamento atmosferico. Guardando al futuro, inoltre, bisogna anche essere aperti a ipotesi alternative: l’eventuale impianto pratese, semmai ce ne sarà bisogno, dovrà comunque essere aggiornato alle tecnologie più innovative».
MEZZACAPPA. «Dobbiamo prendere atto degli ottimi risultati della raccolta porta a porta realizzata a Vaiano. Se riusciamo ad esportare questo modello virtuoso anche a Prato e Montemurlo potremmo raggiungere l’obiettivo del 60% di raccolta differenziata. Concordo con Gestri sulla esigenza di chiudere Baciacavallo».
Il turismo a Prato stenta a decollare nonostante gli sforzi profusi in questi ultimi anni. Avete già qualche idea nel cassetto?
GESTRI. «La domanda che dobbiamo porci è questa: quale tipo di immagine di Prato vogliamo trasmettere? Oggi nel mondo ci conoscono solo perché siamo la città degli stracci. Bisogna invece fare sistema e promuovere tutta la nostra ricchezza, culturale, artistica, naturale, nella sua interezza. E’ vero, siamo schiacciati da Firenze ma anche noi abbiamo bellezze da mostrare: bisogna lavorare ad un progetto complessivo che valorizzi il nostro patrimonio: il Castello dell’Imperatore, le chiese, le rocche, i musei, Pecci in testa».
MEZZACAPPA. «Prato sconta la sua collocazione troppo vicina a Firenze. Serve un piano turistico provinciale fortemente collegato che sia in grado di promuovere il turismo rurale, che ha ampi margini di crescita, il turismo congressuale (l’ex Banci dovrà essere un punto di riferimento grazie alle tecnologie avanzate di cui dovrà essere dotato), e il turismo archeologico che colleghi l’area etrusca di Gonfienti con quella dei siti medicei. E poi c’è il mio pallino: il festival dei corti cinematografici».
In chiusura: a quanto ammontano le vostre spese per la campagna elettorale delle primarie?
GESTRI. «Alla fine non supererò i 5mila euro, soldi spesi soprattutto per un stampare un depliant. Gli incontri pubblici si tengono perlopiù nei circoli o nella sede di via Carraia».
MEZZACAPPA. «Ho stampato un volantino su carta riciclata. Insieme a Nincheri non supereremo i mille euro, compreso l’affitto del Ridotto del Metastasio per l’incontro con Vendola e Fava».
Giovanni Ciattini
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