La gestione deve essere in accordo con la associazioni ambientaliste
Firenze 12 febbraio '09
"Abbiamo per primi denunciato il problema del sovrannumero dei cinghiali e di alcuni altri ungulati nel territorio toscano, - hanno dichiarato i Verdi Toscani con i consiglieri regionali Mario Lupi e Fabio Roggiolani e il portavoce Mauro Romanelli - ad esempio all'Isola d'Elba.
Ma occorre dire che la responsabilità dello sviluppo incontrollato dei cinghiali sul territorio è prima di tutto dei cacciatori stessi, prima con l'introduzione del tipo ungherese, vero e proprio maiale nero travestito da cinghiale, che pesa il doppio e prolifica il triplo dei nostri cinghiali autoctoni; poi con la pratica della pasturazione. In un anno, come questo, con nevicate, gelate o, all'inverso, in anni siccitosi, si sarebbero verificate morte naturali dovute alla carenza di cibo o alla minore proliferazione.
Per questi motivi non si può chiamare i cacciatori a collaborare alla soluzione del problema che per gran parte loro stessi creano. I prelievi selettivi di contenimento devono essere affidati solo a chi è adeguatamente formato allo scopo e non a chi pratica la caccia come sport e divertimento.
Gli agricoltori e i pastori invece - proseguono Lupi, Roggiolani e Romanelli - devono diventare i veri protagonisti della riduzione dei cinghiali con i recinti di cattura che consentono un vero intervento selettivo (l'animale catturato e non da abbattere può essere così liberato) e non trasformano in sport quella che è una necessità per il mantenimento dell'equilibrio dell'ecosistema.
Occorre tutelare la biodiversità animale e vegetale e custodire i boschi e renderli sicuri: occorrono tavoli di concertazione su questa materia sia regionali che provinciali , ma gli attuali, a livello ATC, non sono sufficienti; occorre rafforzare la collaborazione con le associazioni ambientaliste. Sia chiaro: se le associazioni ambientaliste sono contrarie anche noi siamo contrari al piano.
Per la questione lupo più volte abbiamo proposto le vere soluzioni che sono: l'illuminazione delle greggi durante la notte, perché il lupo non attacca in piena luce; l'addestramento di cani pastore atti allo scopo; l'allerta fotografico (quello che fu chiamato lupovelox) per individuare i veri lupi dai cani randagi, spesso usati come aggressione alle greggi concorrenti.
In conclusione - hanno spiegato i tre esponenti Verdi - la conferenza regionale sulla caccia deve prevedere un accordo generalizzato per l'istituzione in tutta la Toscana dei recinti di cattura, sanzioni molto elevate per le pasturazioni dei cinghiali e nuove regole per la sicurezza nel bosco, dove abbiamo una convivenza di attività diverse e non tutte compatibili fra loro: cacciatori, crossisti, cavalieri, ciclisti con bike e mountain bike, camminatori di trekking, cercatori di funghi e di tartufi, pellegrini di vie e sentieri religiosi. Ricordiamoci gli incidenti e le morti avvenute in questi mesi: se qualcuno pensasse di far finta che non siano esistite e di presentare la caccia come soluzione di tutti i mali sarebbe immorale, antiscientifico e irresponsabile."
ufficio stampa Gruppo Verdi per l'Unione
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