TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 13 febbraio 2008

Ci risiamo...

Ancora una volta, i vertici di ASM fanno di tutto per allontanare la possibilità dell'applicazione di sistemi alternativi della gestione del ciclo dei rifiuti. Nonostante la linea dettata dal presidente della Regione Toscana Martini - che punta molto sul "porta a porta" per incrementare la raccolta differenziata - ASM "nicchia", adducendo tutta una serie di quelle che, senza problemi, non esitiamo a chiamare "scuse".
Dall'approccio ragionieristico al problema - per cui sembra che il tutto si riduca ad una questione di classificazione dei rifiuti o alla diminuzione del cartone riciclato - al ribadire la "specificità pratese" - come se in altre realtà industrializzate e con un numero simile di abitanti non fossero già applicate soluzioni del genere - la "timidezza" di ASM (ed insieme, dell'amministrazione comunale) nel porre in essere soluzioni già sperimentate, e vincenti, in altri contesti, non trova un motivo ragionevole.
Cos' come non è assolutamente ragionevole, a fronte di una chiara richiesta da parte dei cittadini della frazione di Casale, e penso ben "registrata" da sindaco e assessori presenti, sostenere che non è in previsione l'estensione a questa frazione della raccolta porta a porta perché "a chiederla sono solo alcuni cittadini", e perché "occorrono finanziamenti regionali e provinciali" - come se ASM non avesse risorse da investire (ma la TIA che paghiamo dove va a finire???).
Se continuiamo così, sembra evidente che quegli obiettivi che non sono lì per caso, ma che corrispondono all'esigenza di una migliore gestione del problema rifiuti, difficilmente saranno raggiunti. A quel punto, però, ricordiamoci bene a chi si dovranno attribuire le responsabilità politiche del fallimento!

Municipio Verde

da Il Tirreno del 13/02/08

L’obiettivo del 65% appare proibitivo

Il presidente Martini sprona le province ma la strada da fare è lunga
Il presidente dell’Asm, Adriano Benigni «Il business del cartone e il decreto 152 potrebbero rallentare la nostra crescita»

PRATO. Portare al 65% la raccolta differenziata entro il 2012. Claudio Martini, presidente della Regione, neppure una settimana fa lo ha annunciato come obiettivo al termine dell’incontro con la Commissione interministeriale per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. Un bel salto in avanti, anche per una Provincia come Prato che nella certificazione 2006 degli Ato sull’efficienza della raccolta differenziata risultava al secondo posto in Toscana con il 37,9%, dato migliorato nel 2007 al 38,7%. Per Martini il “porta a porta” è la via da percorrere per approdare all’auspicabile traguardo del 2012.
A Prato il “porta a porta” è decisamente caldeggiato da Franco Di Martino, presidente di Legambiente. «Questo sistema rappresenta l’unica soluzione per superare la soglia del 55% - spiega - vetta massima raggiungibile con il metodo dei cassonetti stradali. Senza contare che consente una suddivisione migliore dei rifiuti. Di pari passo è importante che cresca il metodo del cassonetto personale all’interno delle aziende. Introdotto nelle attività produttive di Poggio a Caiano, ha fatto schizzare la raccolta differenziata del Comune oltre il 40% in pochi mesi». Di Martino non può che essere felice del fatto che nel 2008 Asm prevede di raddoppiare, fino a 2.350, le aziende della Provincia servite con il cassonetto personale e di estendere la raccolta “porta a porta” a Vaiano, oltre che a tutto il centro storico. Malgrado la richiesta dei suoi abitanti, invece, non è in programma l’introduzione del “porta a porta” a Casale. «Per certe cose occorrono finanziamenti regionali e provinciali - commenta Adriano Benigni, presidente Asm - E poi a chiederla sono solo alcuni cittadini. In generale il “porta a porta” determina vantaggi e svantaggi. Fra i secondi rientrano la rigidità degli orari da rispettare e i maggiori costi di gestione (circa un 15% in più). D’altro canto è il sistema che dà i risultati migliori nella raccolta differenziata».
Prato sembra quindi lontana dalla via seguita da Capannori, dove grazie al massiccio impiego del “porta a porta” si conta di raggiungere il 70% di differenziata già nel 2008. «La nostra città ha caratteristiche diverse - dice Benigni - E’molto più grande e con problemi legati al suo distretto industriale e alla sensibilizzazione degli immigrati in materia. Qui da noi ci vogliono soluzioni miste per raggiungere l’obiettivo del 65% fissato dalla Regione».
Le tappe intermedie, prima di arrivare al 2012, prevedono l’avanzamento di cinque punti percentuali ogni anno: 45% nel 2008, 50% nel 2009 e 55% nel 2010. C’è però un ma. «A breve entrerà in vigore una modifica al decreto ambientale 152 del 2006 - spiega Benigni - Praticamente dal computo della raccolta differenziata uscirebbero i rifiuti di alcune aziende sopra i 700 metri quadri, andando a far parte dei rifiuti speciali. Questo potrebbe avere delle ripercussioni e creare dei problemi nel rispettare i termini. Già quest’anno un freno alla crescita della raccolta differenziato è stato causato dal business del cartone, che ha preso vie diverse dall’Asm».
«E’ comunque importante che l’aumento della raccolta differenziata venga accompagnata dalla riduzione della spazzatura - tiene a precisare invece Di Martino - In genere l’introduzione del “porta a porta” produce anche una spontanea contrazione dei rifiuti, fino al 10%. Ma occorre fare di più, impiegando ad esempio delle politiche volte a diminuire l’uso degli imballaggi».
Melania Mannelli

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