Dall'approccio ragionieristico al problema - per cui sembra che il tutto si riduca ad una questione di classificazione dei rifiuti o alla diminuzione del cartone riciclato - al ribadire la "specificità pratese" - come se in altre realtà industrializzate e con un numero simile di abitanti non fossero già applicate soluzioni del genere - la "timidezza" di ASM (ed insieme, dell'amministrazione comunale) nel porre in essere soluzioni già sperimentate, e vincenti, in altri contesti, non trova un motivo ragionevole.
Cos' come non è assolutamente ragionevole, a fronte di una chiara richiesta da parte dei cittadini della frazione di Casale, e penso ben "registrata" da sindaco e assessori presenti, sostenere che non è in previsione l'estensione a questa frazione della raccolta porta a porta perché "a chiederla sono solo alcuni cittadini", e perché "occorrono finanziamenti regionali e provinciali" - come se ASM non avesse risorse da investire (ma la TIA che paghiamo dove va a finire???).
Se continuiamo così, sembra evidente che quegli obiettivi che non sono lì per caso, ma che corrispondono all'esigenza di una migliore gestione del problema rifiuti, difficilmente saranno raggiunti. A quel punto, però, ricordiamoci bene a chi si dovranno attribuire le responsabilità politiche del fallimento!
Municipio Verde
da Il Tirreno del 13/02/08
L’obiettivo del 65% appare proibitivo
Il presidente Martini sprona le province ma la strada da fare è lunga
Il presidente dell’Asm, Adriano Benigni «Il business del cartone e il decreto 152 potrebbero rallentare la nostra crescita»
A Prato il “porta a porta” è decisamente caldeggiato da Franco Di Martino, presidente di Legambiente. «Questo sistema rappresenta l’unica soluzione per superare la soglia del 55% - spiega - vetta massima raggiungibile con il metodo dei cassonetti stradali. Senza contare che consente una suddivisione migliore dei rifiuti. Di pari passo è importante che cresca il metodo del cassonetto personale all’interno delle aziende. Introdotto nelle attività produttive di Poggio a Caiano, ha fatto schizzare la raccolta differenziata del Comune oltre il 40% in pochi mesi». Di Martino non può che essere felice del fatto che nel 2008 Asm prevede di raddoppiare, fino a 2.350, le aziende della Provincia servite con il cassonetto personale e di estendere la raccolta “porta a porta” a Vaiano, oltre che a tutto il centro storico. Malgrado la richiesta dei suoi abitanti, invece, non è in programma l’introduzione del “porta a porta” a Casale. «Per certe cose occorrono finanziamenti regionali e provinciali - commenta Adriano Benigni, presidente Asm - E poi a chiederla sono solo alcuni cittadini. In generale il “porta a porta” determina vantaggi e svantaggi. Fra i secondi rientrano la rigidità degli orari da rispettare e i maggiori costi di gestione (circa un 15% in più). D’altro canto è il sistema che dà i risultati migliori nella raccolta differenziata».
Le tappe intermedie, prima di arrivare al 2012, prevedono l’avanzamento di cinque punti percentuali ogni anno: 45% nel 2008, 50% nel 2009 e 55% nel 2010. C’è però un ma. «A breve entrerà in vigore una modifica al decreto ambientale 152 del 2006 - spiega Benigni - Praticamente dal computo della raccolta differenziata uscirebbero i rifiuti di alcune aziende sopra i 700 metri quadri, andando a far parte dei rifiuti speciali. Questo potrebbe avere delle ripercussioni e creare dei problemi nel rispettare i termini. Già quest’anno un freno alla crescita della raccolta differenziato è stato causato dal business del cartone, che ha preso vie diverse dall’Asm».
«E’ comunque importante che l’aumento della raccolta differenziata venga accompagnata dalla riduzione della spazzatura - tiene a precisare invece Di Martino - In genere l’introduzione del “porta a porta” produce anche una spontanea contrazione dei rifiuti, fino al 10%. Ma occorre fare di più, impiegando ad esempio delle politiche volte a diminuire l’uso degli imballaggi».
Melania Mannelli
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