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La mer, la fin...

domenica 17 febbraio 2008

Prato: alle reliquie è affidata la coesione sociale

"La Chiesa e la città di Prato i poveri, purtroppo o per grazia di Dio li avranno sempre." scrive monsignor Francioni, presidente del capitolo della cattedrale pratese.
"Ma anche grazie al segno della nuova teca la nostra città saprà tenere vivi la sua identità e i suoi valori più caratteristici, che tanta parte hanno avuto nel creare nei secoli un tessuto sociale coeso, allora tutti, a cominciare proprio dai poveri, troveranno più ascolto e più attenzione."
Questo stralcio conclude la lettera del prelato in risposta a quanti avevano criticato la spesa per la realizzazione di una nuova teca di conservazione per "la Sacra Cintola" la reliquia ospitata nel Duomo, attribuita alla Madonna.
A detta di alcuni credenti, spendere soldi per questo, affidando il lavoro ad un artista di rilievo, era da considerarsi poco cristiano, a fronte di una crisi economica reale e pesante che affligge la città.
Come ormai siamo abituati a leggere nelle autodifese del clero in merito a certe spese, il prelato ci ricorda l’episodio evangelico della sorella di Lazzaro che usò una libbra di olio profumato per i piedi di Gesù. Atto di amoroso spreco e dedizione, sì, ma ad una persona viva, che gli aveva fatto un gran bene, come del resto la Maddalena e tutte le generose figure femminili descritte nei Vangeli che stupiscono e imbarazzano solo i misogini.
Comunque monsignor Francioni classifica questa spesa fra i doni a Gesù, fatti dalla sua Chiesa.
Facendo passare per buona questa tesi, resta da capire perché il Comune di Prato debba contribuire a questa spesa e condividere con la Chiesa questo dono al Signore.
"Alla presenza del Vescovo e del Sindaco ho conferito incarico al maestro…" si legge ancora nella lettera.
La comproprietà fra il Comune e la Curia della famosa reliquia è un retaggio medioevale, decisamente contrastante con la laicità delle pubbliche istituzioni moderne. Ancora più offensivo per la società civile è che si consideri la reliquia un bene comune di tutti i cittadini e un fattore di coesione sociale.
Non vogliamo entrare nell’argomento storiografico dell’autenticità del documento storico e dei personaggi ad esso legati, ma è indubbio che per quanto la maggior parte dei cittadini sia credente, per molti di loro e per tutti gli altri, la storia della Sacra Cintola è una bella leggenda da raccontare ai bambini.
Siamo d’accordo con la lettera del prelato che risparmiando sulla teca non sfameremo i poveri e ancora meno debelleremo la piaga della povertà, ma siamo altrettanto estranei alla logica del "per grazia di Dio i poveri ci saranno sempre".
Anzi una dichiarazione come questa ci impone di dare un consiglio al Vescovo: per favorire la coesione sociale paghi tutta l’ICI, come fanno i cittadini.
Contribuisca al bene della città abbandonando privilegi non ammissibili e rendendo pubblico l’elenco delle proprietà immobiliari della Curia, in città e nelle campagne.
Riconosca che lo sforzo delle comunità pratesi nel diffondere valori di solidarietà e di tolleranza è stato reso nullo dal cattivo esempio di un clero che si tiene stretto al potere e alla ricchezza e lontano dalla giustizia sociale.
Al Sindaco invece diremo qualcosa di molto più concreto. Svincoli il Comune dall’abbraccio della Chiesa e non usi il denaro pubblico per cose che se anche possono suscitare un po’ di stanco campanilismo, servono solo a confondere i cittadini sul ruolo delle istituzioni e sulla loro responsabile gestione del patrimonio pubblico.

Per Municipio Verde

Fra’ Dolcino

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