TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 5 febbraio 2008

E LA CHIAMARONO MOLTICUORI. Una città policentrica in cui le frazioni diventino i molti cuori della vita urbana.

Riportiamo il testo del volantino distribuito in occasione dell'assemblea di Casale

E LA CHIAMARONO MOLTICUORI. Una città policentrica in cui le frazioni diventino i molti cuori della vita urbana.


E’ ineluttabile che il destino di Prato debba essere quello diventare un tutt’uno con Firenze e Pistoia?
E’ inevitabile che Prato si caratterizzi come la periferia di Firenze? E’ altrettanto inevitabile che le realtà paesane di Vergaio, Tobbiana, Iolo, Casale, Galciana e non solo loro, diventino la periferia della periferia?
E’ già deciso che le migliaia di realtà produttive del nostro distretto debbano lasciare il posto ad un’economia di transito delle merci, con pochi addetti e tanto inquinamento?
Possibile che ancora oggi sviluppo voglia dire creare gigantesche realtà metropolitane, divise in ghetti etnici, piene di quartieri dormitorio, gravide di disagio, di infelicità e di violenza?
E’ altresì possibile che la politica dia per scontato o addirittura approvi e favorisca, l’egoismo sociale e la disgregazione dei rapporti umani, laddove ancora resisterebbe la solidarietà, l’energia lavorativa e l’intelligenza?
E ancora, com’è possibile che una comunità cinese delle dimensioni di quella che vive a Prato, operosa e vivace come poche, non possa costituire per la città una risorsa in più e un aumento della ricchezza.
Possibile che a fronte del grave problema dell’inquinamento atmosferico si continui a pensare all’incenerimento come soluzione al problema dei rifiuti, ovviamente costruendo pericolosi impianti proprio nelle periferie delle periferie? E’ mai possibile che non si investa massicciamente nel servizio dei trasporti pubblici meno inquinanti e nelle strade ciclabili, dando alternative all’uso dei motori a benzina e gasolio e fermando questo assurdo e continuo aumento degli automezzi privati?
Queste domande ce le facciamo ogni giorno. Ce le facciamo la mattina quando andiamo al lavoro e ci sentiamo fortunati solo per questo. Oppure in macchina bloccati con un occhio all’orologio e il pensiero rivolto ai nostri figli o che frequentano scuole prive di risorse economiche in edifici spesso inadeguati o addirittura pericolosi.
Ci poniamo queste domande guardando avanti a noi e constatando che l’orizzonte è cambiato: “questo palazzo prima non c’era”, “lì si andava a giocare nei campi ma adesso hanno costruito.”
Ci pensiamo anche quando scopriamo che lo svago che la periferia ci propone è quello delle multisale, delle multidiscoteche, dei grandi centri commerciali dove siamo chiamati a far girare l’economia e a berci quello che è stato stabilito dai grandi gruppi industriali.
… E in cambio cosa abbiamo acquisito?
In cambio niente; soltanto più rumore, più smog, servizi sempre più limitati, meno lavoro e…tanta più solitudine.
Per questo Municipio Verde si batte per la città dei molti cuori, della produzione creativa e dell’arte, della cultura e del lavoro, dei molti centri urbani che inventano stili di vita compatibili, contro l’insensata corsa alla crescita in cui alla fine si viene comunque schiacciati.
Municipio Verde lotta per una città che, ancora una volta di fronte alle difficoltà, si scopra “grande, altruista e compassionevole”.

Municipio Verde

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