MV
Stamani si è svolto a Pistoia il convegno sui rifiuti, il seminario vescovile era gremito di persone: semplici cittadini e, udite udite, anche alcuni amministratori locali.
Come introduzione Luigi Colangelo ha fatto una panoramica circa la situazione dell'inceneritore di Montale parlando dello sforamento che ha causato la momentanea chiusura dell'impianto. E' stato infatti rilevato che nel periodo da maggio a luglio 2007 sono stati documentati ben 75 giorni di emissioni di diossine ben al di là dei limite di legge consentiti: 37 milioni di nanogrammi ovvero un quantitativo pari alla dose massima tollerabile da una popolazione di 700.000 adulti.
Inoltre è stato mostrato un filmato veramente increscioso. E' stato mostrato un camion del C.I.S. che, senza alcun intoppo, ha raccolto i vari rifiuti differenziati con un solo carico, quindi rimescolando la carta, la plastica, l'alluminio, eccetera con l'indifferenziato. Ecco spiegato come mai i tre comuni serviti da tale municipalizzata abbiano una raccolta differenziata ferma al 23%. I cittadini che si danno da fare per dividere la spazzatura vedono così tutti i loro sforzi esser vanificati. Ovviamente il carico intero del camion andrà ad essere incenerito, come possiamo dunque stare tranquilli? A Montale si brucia di tutto e di più: dalla differenziata ai rifiuti ospedalieri, si sta lucrando sulla pelle delle persone! La Procura della Repubblica è a conoscenza dei fatti grazie alla denuncia fatta dal Comitato contro l'inceneritore di Montale.
Il fisico sanitario Massimo de Santi nel suo intervento ha voluto ricordare che per rifiuto si deve intendere tutto ciò che non è biodegradabile, il restante è da sempre parte del ciclo naturale, un frutto che cade a terra si trasforma in nutrimento per la pianta, e quindi non deve e non può essere trattato attraverso l'incenerimento. E' sua ferma convinzione che si debbano adottare politiche di “zero waste” attraverso l'imposizione per legge, la buona educazione al senso civico che molti cittadini hanno da sola non basta ad eliminare il problema, è tempo che dal parlamento questa situazione venga affrontata con determinazione e fermezza.
L'intervento dell'assessore all'ambiente di Capannori ha confermato che i nostri attuali sistemi di raccolta non solo sono dannosi per la salute e l'ambiente, ma anche per le nostre tasche. Alessio Ciacci ha affermato che purtroppo oggi si usa poco coraggio e troppo poca immaginazione per risolvere problematiche o adottare nuovi sistemi a beneficio della collettività. A Capannori, come abbiamo più volte evidenziato, si utilizza il sistema della raccolta dei rifiuti porta a porta e testuali parole dell'assessore conviene a tutti. Ha evitato che 10.000 tonnellate di rifiuti fossero destinati alle discariche consentendo un risparmio di più di 1,5 milioni di euro che: sono stati reinvestiti aumentando del 47% la forza lavoro impiegata inizialmente per un totale di 112 occupati, ha consentito una riduzione della Tariffa d'Igiene Ambientale del 20% nella sua parte variabile e una riduzione del 10% della stessa per chi fa compostaggio. I rifiuti, o meglio risorse, separati in maniera adeguata consentono di fare risparmiare i cittadini e di rimpinguare le casse comunali grazie alla vendita del differenziato.
Natale Belosi dell'Ecoistituto di Faenza ha mostrato i risultati dello studio fatto su 1816 comuni in Italia. La raccolta domiciliare porta a porta consente di diminuire la produzione procapite di rifiuti di ben 100kg all'anno, infatti la responsabilità personale che il sacchetto fuori l'uscio di casa comporta riesce a dare un forte impulso psicologico alla persona che deve fare raccolta differenziata. Inoltre rifiuti tossici e dannosi non potranno più essere abbandonati accanto ai cassonetti come purtroppo oggi spesso accade: batterie di automobili, monitor di pc e altro...
Grazie all'introduzione della tariffa puntuale si paga meno in base al grado di qualità che la nostra raccolta differenziata raggiunge ovvero chi si da più da fare deve pagare meno tasse! Questo sistema che premia i comportamenti virtuosi ha fatto passare la raccolta differenziata da un 40% ad un 70%, rientrando largamente nei limiti imposti dall'Unione Europea.
Ancora una conferma di economicità: la differenziata domiciliare (porta a porta) costa meno della raccolta differenziata stradale (cassonetto), infatti i costi di smaltimento sono di gran lunga inferiori grazie ad un oculata selezione e soprattutto più il comune è grande più è avvantaggiato.
Non solo risparmio derivato dai minori costi, ma addirittura profitto! E' intervenuta Carla Poli un'imprenditrice trevisana che ha parlato dei risultati della sua azienda e di come sia possibile riciclare fino al 100% senza necessità di incenerimento e/o discarica. Ha esordito rilevando l'importanza di un'educazione al rispetto ambientale come sistema strutturato nelle scuole, come non condividere? Ha spiegato che per le aziende come la sua i rifiuti non sono affatto un problema da demonizzare, ma verosimilmente una materia prima e quindi che esistono imprese disposte a pagare per avere i rifiuti e quindi lavorarli. Il mercato cinese è ghiotto della nostra plastica riciclata, considerando l'alto costo del petrolio utilizzare materiali meno costosi è una vera e propria necessità. Vorremo ricordare come le caffettiere ad oggi siano totalmente fatte riutilizzando l'alluminio riciclato, il mercato di sbocco esiste, basta avere la voglia di osare. Il Centro Riciclo di Vedelago serve un totale di 1 milione di abitanti, una popolazione pari alla somma della provincia di Firenze, Prato, Pistoia e Lucca. Incredibile esempio di come i 28 milioni di euro che si vuole utilizzare per ampliare l'inceneritore di Montale siano uno spreco inutile di denaro, con tutti quei soldi si possono costruire 14 aziende come il Centro Riciclo di Vedelago.
Ultima per ordine, ma sicuramente non per importanza è intervenuta la dottoressa Patrizia Gentilini, oncoematologo e membro ISDE. Ha parlato delle conseguenze sull'ambiente e la salute umana di una scorretta gestione dei rifiuti. Oltre ad aver mostrato dati sanitari impressionanti ha annunciato che anche l'Ordine dei Medici Chirurghi Italiano si è schierato contro l'incenerimento. Una sua considerazione sull'ecomafia, questo tipo di delinquenza in Italia porta guadagni superiori al doppio della somma di prostituzione e traffico di droga: zero rifiuti significa zero ecomafia!
Conclusioni: in Europa l'incenerimento è fortemente penalizzato dalla tassazione, in Italia è invece aiutato tramite incentivazioni pagate dai cittadini. Ben 46 miliardi di euro destinati al finanziamento di produzione di energia da fonti rinnovabili sono andate in tasca agli amministratori degli inceneritori. La raccolta PaP è economicamente, socialmente ed ambientalmente sostenibile! Non vogliamo più essere presi in giro, basta!
La questione ambientale ed i rischi per la salute sembra non interessino più di tanto ai nostri amministratori. Il nostro sindaco Ivano Menchetti: "non sappiamo se gli inceneritori fanno bene o fanno male...". Vorremo ricordare che il primo cittadino ed i funzionari dello Stato, Costituzione della Repubblica Italiana art. 29, sono i diretti responsabili della salute pubblica. Se a loro non sta a cuore la nostra salute che tutelino almeno le nostre tasche! Di fronte a dati sanitari si può al limite avere il beneficio del dubbio giustificato dal fatto che non essendo dottori potremmo cadere in fallo, ma d'innanzi a valori monetari non si possono avere dubbi.
Enrico Mungai
Nessun commento:
Posta un commento