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La mer, la fin...

venerdì 22 febbraio 2008

la tecnologia del Centro Riciclo Vedelago

Riportiamo l'articolo pubblicato sul Il Gazzettino - Treviso, 3 febbraio 2008 - sull'esperienza del Centro Riciclo Vedelago.

MV

Secondo la titolare dell’impianto la tecnologia del Centro Riciclo Vedelago consente il riuso di quasi tutto il residuo secco
«L'inceneritore non serve a nulla»
Solo una parte infinitesimale degli scarti delle famiglie non può essere rimessa in produzione

Secondo la titolare dell’impianto la tecnologia del Centro Riciclo Vedelago consente il riuso di quasi tutto il residuo secco «L’inceneritore non serve a nulla» Solo una parte infinitesimale degli scarti delle famiglie non può essere rimessa in produzione

Zero rifiuti. Tutto può essere riciclato. Almeno questo accade al Centro Riciclo Vedelago, dove anche il secco comunemente definito "non riciclabile" riesce ad essere trasformato in materiale utilizzabile nella produzione industriale. Da ciò discende la deduzione che gli inceneritori e le discariche potrebbero, almeno in teoria, diventare soltanto un ricordo.

"Se si volesse si potrebbe riciclare tutto - afferma Carla Poli, titolare del Centro Riciclo Vedelago -. Noi trasformiamo anche il secco non riciclabile. Da noi arriva il secco riciclabile, quindi vetro, plastica, lattine, legno, carta, cartone etc. Accade però che tra il secco riciclabile ci siano anche parti di rifiuto non riciclabile. È inevitabile che, anche se si fa la raccolta differenziata, poi finisca nel rifiuto riciclabile anche una parte di non riciclabile".

In sostanza è praticamente impossibile differenziare perfettamente tutta la spazzatura. "La gente si sbaglia - aggiunge Poli - ed in definitiva il 10-15 per cento di quanto arriva da noi è non riciclabile. Teoricamente dovrebbe arrivare solamente il secco riciclabile, ma arriva un po’ di tutto. Comunque sia, è proprio con quel 10-15% che si fa il granulato plastico". Dunque, alla fine, si ricicla praticamente tutto. Solo una parte infinitesimale, inferiore allo 0,01 per cento, va a finire nell’inceneritore.

Questo dal maggio 2007, quando cioè è entrato in funzione il nuovo impianto del Centro Riciclo Vedelago che consente appunto di riutilizzare anche il secco non riciclabile. "Prima ricorrevamo anche noi all’incenerimento ed avevamo un certo tipo di costi - puntualizza la titolare -. Ora, con il nuovo impianto, costa molto meno il riciclo e per di più ci viene pagato quello che produciamo, dato che si tratta di un buon prodotto. Abbiamo azzerato i costi di smaltimento, dato che non ricorriamo più alla discarica o agli inceneritori".

Il rifiuto non è più un costo ed un danno all’ambiente, bensì un business che non fa male a nessuno. "I costi di lavorazione sono coperti dal ricavo che ho con la vendita - spiega sempre Carla Poli -. Alle aziende e ai comuni che portano qua i loro rifiuti posso fare un abbassamento dei prezzi". Tutto fila, quindi. Ed il problema rifiuti parrebbe talmente facile da risolvere

Ma perché allora non portano tutto il secco non riciclabile da voi? "Il secco non riciclabile non è di nostra competenza - puntualizza sempre Carla Poli -. Noi abbiamo messo a punto una tecnologia che ci ha risolto il problema del nostro secco non riciclabile, quello che rimane dai rifiuti riciclabili che ci arrivano, ma il secco non riciclabile non è di nostra competenza. Va tutto a Lovadina, diventa combustibile destinato all’incenerimento e va a finire in tutta Italia. Da notare che, secondo dati Unindustria, fare un inceneritore costa almeno 250 milioni di euro. Non abbiamo fatto un business plan per un centro recupero dedicato al secco non riciclabile, ma di sicuro costerebbe molto meno. Poi, sottolineo, riciclare costa meno e viene pagato quello che si produce".

Ma allora, il problema rifiuti sarebbe risolvibile con una legge che abolisce gli inceneritori e fa passare tutto per degli impianti come il vostro? "Non voglio entrare nel merito - conclude -. Noi facciamo solo il nostro lavoro. Abbiamo messo in piedi l’impianto di granulazione, ma la gestione dei rifiuti spetta alla Provincia e alla Regione. La nostra autorizzazione dice che più si recupera e meglio è. Noi riusciamo a trasformare tutto, il secco non riciclabile può essere lavorato, e diamo un prodotto a norma Uni. Ovviamente lo facciamo solo con le tipologie di rifiuto per le quali siamo stati autorizzati. Semplicemente avevamo un problema con il secco non riciclabile e ce lo siamo risolto. Non spetta a noi entrare nel merito della legislazione".

Matteo Ceron


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