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La mer, la fin...

venerdì 23 maggio 2008

Etruschi. Uno sguardo dall'alto

Come più volte vi abbiamo annunciato, l'8 luglio prossimo, la sera, in attesa del tramonto, proprio sulla cima di Poggio Castiglioni vi sarà uno spettacolo all'aperto.
Si tratta di un dramma scritto e messo in scena dalla regista e attrice Maila Ermini..
Da quella posizione si domina la pianura sottostante, con l'Interporto e il sito etrusco della Città sul Bisenzio.

Questa serata ha un significato politico molto forte e altrettanto chiaro che qui di seguito presentiamo proprio con un breve commento che l'autrice ha prodotto insieme a Cinzia Lo Russo dell'associazine culturale Camars, per una conferenza stampa nella sede del Consiglio Regionale. In esso si invitano i giornalisti ad uscire dal palazzo del potere e a porre "uno sguardo dall'alto", proprio dall luogo della rappresentazione. mv


In occasione della conferenza stampa del 22 maggio 2008.

È un testo, il “Laris Pulenas”, che sembra avere due matrici apparentemente lontane, Sartre e Socrate, che sono il primo fonte e l’altro foce.
Così, se al filosofo esistenzialista francese possiamo ascrivere la condizione della nausea, dalla quale è pervaso il protagonista, sazio sino al disgusto del potere e dei suoi intrighi, a quello greco si può invece far risalire l’atteggiamento finale, la sua uscita di scena, che nell’accettazione della fuga evoca la condanna alla cicuta.
E il personaggio, seppur moralmente compromesso, si riscatta cedendo alla stanchezza, arrendendosi alla dignità. Si dimette dalla scena della vita. Atteggiamento che ambiremmo vedere in molti uomini politici di oggi, per esempio.
L’opera teatrale pensata in prima assoluta per Poggio Castiglioni, per ciò che ci dice e per la peculiare simbiosi che realizza con il luogo deputato alla sua messa in scena, può essere illustrata in modo incisivo attraverso una presa visione condivisa dell’esserci fisicamente.
Per questa ragione riteniamo che la presentazione dell’opera “Laris Pulenas” possa e debba avvenire nello spazio stesso della rappresentazione che, da solo, è in grado di evocare il dramma vissuto da Laris.
Dall’alto del poggio, infatti, possiamo immaginare e riflettere sul nostro futuro e soprattutto osservare in basso sulla Piana, le tracce del nostro passato che riaffiorano straordinarie reclamando diritto di cittadinanza. La storia, tornando alla ribalta, si rigenera intatta attraverso la poesia e si consacra di nuovo all’oggi.
Gli Etruschi rappresentano questa occasione perché non è possibile continuare a negare l’emergere prepotente di queste radici dopo secoli di oblio.

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