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La mer, la fin...

sabato 17 maggio 2008

Toscana. Processo per i dissesti della TAV

"Bene, ora abbiamo capito che il prezzo da pagare per realizzare queste opere in Italia è questo: dieci anni di galera." E' il commento dell'avvocato Tullio Padovani che difende la Cavet in un processo ambientale che è tra i più importanti degli ultimi anni.
Ci toccherà aspettare dicembre, se va bene, per conoscere la sentenza di primo grado contro i responsabili del dissesto idrogeologico nel Mugello, procurato con i lavori della Tav e per altri reati un po' minori quali il furto d'acqua e la cessione illecita di rifiuti.
Si parte da una richiesta complessiva di 180 anni, da parte del Pubblico Ministero, per complessivi 43 imputati. Buona parte di essi sono i dirigenti della ditta Cavet, subappaltatrice della Fiat in questa operazione e responsabile dei lavori dell'alta velocità, altri sono a capo di varie società per la gestione di cave e discariche e ovviamente qualche funzionario pubblico.
A parte gli anni di galera che , si sa, finiscono sempre per essere evitati, soprattutto dagli imputati eccellenti, la richiesta più dura è quella pecuniara che complessivamente raggiunge il miliardo di euro. Dieci milioni li ha chiesti da solo l'avvocato deglli abitanti del Monte Morello, rimasti senz'acqua.
E' ancora lì che non si capacita l'avvocato Padovani difensore dei criminali ambientali, e si indigna per una richiesta tanto alta, dicendo che neppure per il Vajont è stato chiesto così tanto.
Sorvoliamo su questa bestemmia che in questo contesto illumina sulla cattiva fede e la pretesa di impunità che i consorzi dei cementificatori richiedono per bocca dei loro difensori.
Diciamo solo una cosa. Seguiremo questo processo.

Per Municipio Verde
Daniela Morra
coportavoce regionale dei Verdi Toscani

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