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La mer, la fin...

martedì 6 maggio 2008

Verdi/Ale. Limitare i biocarburanti.

Riportiamo questo documento dei Verdi al Parlamento Europeo (Verdi/Ale) sulla questione delle colture agroalimentari usate per produrre carburanti e sulla necessità di limitarli drasticamente. E' un po' lungo ma merita di essere letto.
MV



Agrocarburanti e sicurezza alimentare
Il punto di vista dei Verdi/ALE

D. C’è bisogno di una moratoria sugli agrocarburanti?
R. “Sì, perché è sbagliato usare le colture destinate all’alimentazione per produrre carburante. Soltanto gli scarti e i residui dovrebbero essere usati per produrre energia.”

D. Va eliminato l’obiettivo del 10% per i “biocarburanti” proposto dalla Commissione europea nella direttiva sulle rinnovabili?
R. “Sì, quell’obiettivo va tolto “

D. Gli agrocarburanti contribuiscono all’incredibile aumento dei prezzi degli alimentari su scala globale?
R. “Sì, anche se non sono l’unico fattore “

D. Quale dovrebbe essere il contributo della Ue alla sicurezza alimentare globale?
R. La Ue deve ridurre i suoi consumi interni riferiti all’energia e alla carne, oltre a migliorare l’efficienza della produzione di energia e di cibo; deve fare una verifica dell’impatto sulla sicurezza alimentare globale delle attuali colture, dei modi di produzione della carne e dell’energia nel quadro della revisione delle politiche comuni in materia di agricoltura, energia e scambi commerciali.

Informazioni essenziali
· Gli agro carburanti possono essere prodotti a partire da fonti organiche diverse. Gli scarti e i residui possono essere utilizzati senza problemi come materia prima, dal momento che non entrano in competizione con la produzione alimentare. La moratoria si riferisce agli agrocarburanti prodotti a partire da colture destinate all’alimentazione, non a quelli la cui produzione non entra in concorrenza con l’alimentare.
L’obiettivo del 10% di “biocarburanti” entro il 2020 presente nella direttiva sulle rinnovabili è stato inserito su indicazione del Consiglio europeo del marzo 2007. I capi di Stato e di Governo avevano posto però due condizioni ben precise: a) la produzione deve essere sostenibile e b) la seconda generazione di agrocarburanti deve essere in commercio. Dal marzo 2007 ad oggi sta emergendo con tutta evidenza che queste condizioni non riusciranno ad essere soddisfatte. Di conseguenza l’obiettivo del 10% va abbandonato.
· Di recente gli enti scientifici della Commissione sono giunti alla medesima conclusione, ossia sospendere l’obiettivo del 10%. Il comitato scientifico dell’Agenzia europea dell’ambiente ha scritto il 10 aprile scorso: “L’obiettivo, eccessivamente ambizioso, del 10% rappresenta un esperimento i cui esiti non voluti sono difficili da prevedere e difficili da controllare”. Allo stesso modo l’ultimo rapporto sugli agrocarburanti stilato dal Centro Comune di Ricerca di Ispra è molto chiaro nelle sue conclusioni: “I costi [dell’obiettivo] supereranno quasi certamente i benefici.” Sempre secondo lo studio, i contribuenti si ritroverebbero con una bolletta dai 33ai 65 miliardi di euro da qui al 2020. Inoltre “Vi è troppa incertezza sul fatto che l’obiettivo del 10 % porti davvero ad una riduzione delle emissioni”.
· Abbandonando l’obiettivo del 10% per gli agrocarburanti sarà più facile raggiungere l’obiettivo del 20% di rinnovabili perché si potrà utilizzare l’impegno finanziario precedentemente destinato agli agrocarburanti per realizzare più rinnovabili (vento, sole) ed efficienza energetica.
· I fattori che portano all’aumento dei prezzi degli alimentari nel mondo sono diversi: la liberalizzazione del mercato dell’alimentare, la speculazione su derrate, mangimi e altre materie prime, l’aumento dei prezzi del petrolio e il mutamento del regime alimentare in molti paesi (maggior consumo di carne). In un contesto simile, la pressione aggiuntiva che viene dagli agrocarburanti contribuisce all’aumento dei prezzi.

L’aumento dei prezzi degli alimentari
Perché la Ue dovrebbe fare della sicurezza alimentare in Europa e nel mondo una priorità?
· i cambiamenti climatici porteranno a raccolti sempre più incerti (per siccità, alluvioni, ecc.), contribuendo ad una maggiore instabilità negli approvvigionamenti e nei prezzi, soprattutto laddove il potere di acquisto degli alimentari e più basso;
· gli aumenti di prezzo degli alimentari e la riduzione delle scorte penalizzano in primo luogo le persone e i paesi più poveri, provocando fame e portand instabilità in molte regioni;
· la domanda crescente di mangimi, carburanti, legname e fibre aumenta enormemente la competizione per risorse come suolo e acqua. Allo stesso tempo l’uso insostenibile di queste risorse essenziali ne provoca il deperimento e la perdita.

Che deve fare la Ue per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, specialmente nei paesi in via di sviluppo?
La Ue dovrebbe:
· riformare in parallelo le proprie politiche in materia di agricoltura, energia e commercio, rendendo la sicurezza alimentare una priorità (attraverso la verifica di impatto sulla sicurezza alimentare):
· fissare obiettivi per pratiche più sostenibili, che preservino la fertilità dei suoli e la biodiversità ed incoraggino un’agricoltura a basso impatto; ciò dovrebbe andare di pari passo con un riequilibrio tra produzione animale e vegetale per ridurre la domanda di mangimi;
· sostenere le colture energetiche e l’uso di biomasse solo laddove queste sono praticate in modo sostenibile e non entrano in conflitto con la necessità di assicurare gli approvvigionamenti di alimentari da un punto di vista globale;
· applicare le leggi sulla concorrenza nel settore degli alimentari e dei mangimi per evitare ulteriori concentrazioni di e posizioni di monopolio;
· mettere in atto politiche del commercio che non costringano i paesi in via di sviluppo a liberalizzare i mercati delle derrate e che consentano un accesso qualificato al mercato per prevenire il dumping ecologico.


Hannes Lorenzen & Michel Raquet (consulenti del gruppo Verdi/ALE per le questioni di agricoltura e energia)
22.04.2008

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