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La mer, la fin...

giovedì 12 giugno 2008

Europa .Appello ai parlamentari europei contro la nuova Direttiva Rifiuti

Riceviamo dall'arcipelago anti inceneritori, facciamo nostro e diffondiamo l'appello ai parlamentari europei contro il varo della nuova Direttiva Europea sui rifiuti.

MV

Gentile Parlamentare Europeo,

tra pochi giorni sarà chiamato a votare in seconda lettura la nuova Direttiva Quadro sui Rifiuti.

Vorrei suggerirle un “pensiero guida” per orientare le sue decisioni, ricordandole una frase del grande Albert Einstein: "Un uomo intelligente risolve un problema, un uomo saggio lo evita"

I rifiuti, in realtà, non sarebbero un problema. La natura, infatti, non conosce neppure il termine rifiuto: ciò che è materiale di scarto per uno, diventa preziosa risorsa per altri.

Comportiamoci allora da uomini saggi. Evitiamo il problema, scegliendo la strada virtuosa che la natura ci indica: ogni materiale deve rientrare nel ciclo produttivo e vitale per essere utilizzato nuovamente.

La prima cosa da fare, quindi, sarebbe quella di prevenire all’origine la produzione dei rifiuti.

Il Parlamento Europeo e la commissione ENVI si erano mossi in questa direzione, stabilendo che dal 2012 la produzione dei rifiuti dovesse fermarsi ai livelli del 2009 fissando una serie di misure scadenzate nel tempo per concretizzare una vera politica di prevenzione.

Ma il testo che è uscito dal successivo negoziato a tre (Commissione, Consiglio e PE) e che sarà sottoposto al voto cancella l’obiettivo ed ogni scadenza certa, lasciando tutto nel vago.

La seconda cosa che dovremmo fare, sarebbe riutilizzare i materiali scartati facendoli rientrare nel ciclo produttivo: ciò dovrebbe oggi essere ancor più stringente, essendo davanti agli occhi di tutti il problema dell’esaurimento delle risorse.

Anche in questo senso il PE e la commissione ENVI si erano mossi in questa direzione: avevano fissato degli obiettivi minimi per il riciclaggio di rifiuti domestici, industriali e da demolizione, da raggiungere in tempi certi anche se un po’ lontani (2020).

Ma anche questo è stato ridimensionato e annacquato, limitando il campo di applicazione a solo alcune tipologie di materiali ed escludendo i rifiuti industriali.

Perché questa pervicace insistenza nel togliere efficacia proprio a quegli elementi della direttiva che potrebbero condurre l’Europa, come si dichiara a parole, una vera società del riciclo?

Forse possiamo capirlo pensando all’insistenza del Consiglio nel reintrodurre la possibilità di “promuovere” gli inceneritori, dotati di una certa efficienza, da impianti di smaltimento a impianti di recupero. Gli inceneritori sono impianti rigidi ed hanno bisogno di essere alimentati con quantità costanti di combustibile: stabilizzare (o addirittura ridurre) la produzione dei rifiuti e al tempo stesso aumentare la quota di essi destinata al riciclo significa sottrarre il “cibo” a queste voraci bocche.

Non c’è da stupirsi, allora, se la prevenzione dei rifiuti viene osteggiata e, tra le diverse tipologie di rifiuto, si osteggia il riciclo di quelli industriali, da cui è più facile ottenere combustibili, mentre non si fanno problemi per quelli da demolizione, in cui c’è ben poco da bruciare!

No, non è questa la strada per trasformare l’Europa in una società del riciclo!

L'incenerimento dei rifiuti, efficiente o no, crea più problemi di quanti ne risolva, soprattutto sotto il profilo della salute dell'uomo e della biosfera. I fumi che si producono contengono moltissime e diverse sostanze, fra le quali alcune altamente tossiche (inclusi cancerogeni certi per l'uomo). Inoltre esso non è in grado di risolvere il problema delle discariche, perchè produce scorie e ceneri che contengono a loro volta sostanze altamente tossiche e devono essere smaltite in discariche speciali: in questo caso, il problema che si è creato è più grave di quello che si è cercato di risolvere!

Le sembra una bella soluzione quella di “declassificare” un rifiuto pericoloso come le ceneri, facendolo diventare un sottoprodotto utilizzabile nei sottofondi stradali? Non Le sembra un po’ troppo simile al “giro-bolla” tipico dello smaltimento illegale? Eppure, è proprio questo che è reso possibile dalla definizione di sottoprodotto contenuta nel testo che le verrà proposto alla votazione!

Perché crearsi un problema quando può essere evitato?

Le soluzioni che consentono di evitare tanto l'incenerimento quanto la discarica anche per le frazioni residue esistono ed alcune di esse sono di facile e pronta realizzazione, con costi di investimento contenuti, capaci di produrre occupazione ed utili tali da remunerare adeguatamente il capitale investito. Le faccio un esempio: quello del Centro Riciclo di Vedelago (TV), oggetto di un recente un articolo comparso sul supplemento del Sole 24 Ore: a questo centro arrivano materiali provenienti dalla raccolta differenziata della provincia di Treviso e di altre località del Veneto. I materiali in ingresso hanno gradi diversi di differenziazione, in quanto provenienti da località che operano con metodi diversi di raccolta: ciò nonostante, il risultato è che, allo stato attuale, il 98.2% dei materiali in entrata viene recuperato e agevolmente collocato sul mercato traendone elevata remunerazione. Anche ciò che normalmente rappresenta un residuo non riciclabile, in questo Centro viene trasformato, con un procedimento privo di impatti ambientali e sanitari, in una sabbia sintetica altamente richiesta - e remunerata - per le sue qualità sia dall'industria della lavorazione delle plastiche sia dall'industria dei manufatti cementizi.

Per questo le dico: il nuovo compromesso sul testo della Direttiva Rifiuti è inaccettabile!

Sia saggio: non permetta che esso passi impunemente. Faccia tutto quello che può perché il PE dimostri la sua saggezza e la sua lungimiranza.

Fiducioso nella sua intelligenza, le porgo distinti saluti

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