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La mer, la fin...

mercoledì 25 giugno 2008

Ferrovie. Le disavventure di un disabile

da Il tirreno del 24/06/08
Le disavventure di un disabile alle prese coi carrelli elevatori

Dovendo partire per Cesenatico, il 3 giugno scorso fino al 14 giugno, andai alla Stazione Centrale di Prato per prenotare i biglietti; mi fu fatto un preventivo con treno normale con una spesa di euro 15 e rotti per l’andata e la stessa cifra per il ritorno.
Telefonai all’ufficio disabili di Firenze, mi fu detto che in quelle carrozze non entrava la mia sedia a rotelle e non potevo stare sulla piattaforma della porta per norme di sicurezza tornai alla biglietteria dove mi fu fatto un altro programma, (sarei dovuto partire alle 10,14 circa e arrivare a Cesenatico alle ore 16 circa del pomeriggio) ritelefonai a Firenze, dove, una persona molto gentile, mi programma il viaggio sul treno Eurostar con posti per disabili con il grosso inconveniente di dover scendere alla stazione di Rimini perchè a Cesenatico, il servizio del carrello elevatore entrava in funzione il 15 giugno.
Stavolta il costo era di euro 33,50 andata, stessa cifra per il ritorno, compreso l’accompagnatore: totale di euro 67,00.
Da Rimini dovetti prendere un taxi con il costo di 40 euro 40 per andare a Cesenatico, altri 40 euro da Cesenatico a Rimini. Da Rimini partii col treno Eurostar 556 delle ore 7,22 per Bologna, a Bologna presi il treno 9307, (con assistenza molto efficiente) delle ore 9,39.
Prima di arrivare a Prato, la capotreno annuncia la fermata alla stazione di Prato Centrale ma, il macchinista (pensando chi sa cosa) non si ferma. Mi ritrovai a Firenze Campo Marte, dove chiesi perché non si era fermato; il controllore fu evasivo, (mentre la capotreno e assistenti erano a terra, e telefonavano a destra e a manca, sentii che si chiedevano come era potuto accadere, dicendo anche che quel giorno il macchinista avrebbe avuto la sua).
Qui accadde la cosa che mi fece male ed incavolare; avendo il treno circa mezz’ora di ritardo, mentre aspettavano l’operatore del carrello elevatore, la capotreno fece questo annuncio: mi scuso a nome di Trenitalia, per il ritardo, ma c’è un disabile da scendere. Non dicendo che la colpa era loro, ma facendo così capire ai passeggeri che la causa ero io.
Questo non lo posso accettare nè tollerare assolutamente. Per questo, chiedo i danni morali e materiali, con scuse e rimborso spese!

Sergio Lascialfari

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