TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 22 giugno 2008

Comitati. I cittadini devono contare di più nelle scelte

Una piccola "rassegna" sulla conferenza stampa tenuta da Coordinamento dei Comitati venerdì scorso.
MV

da La Nazione del 21/06/08
COMITATI ATTACCO AL COMUNE SULLO STATUTO DEL TERRITORIO
Nuovo piano strutturale «C’è poca partecipazione»


«MA IL COMUNE sa davvero che cos’è la partecipazione?». Il coordinamento dei comitati cittadini ha scelto un luogo simbolico, piazza Mercatale, l’oggetto della grande contestazione all’amministrazione, per lanciare una domanda che sa tanto di sfida, anche se i toni sono pacati. «Si punta ad elaborare lo statuto del territorio entro la fine dell’anno, ma finora gli strumenti utilizzati per condividere le scelte con la gente sono stati del tutto inefficaci e in un incontro recente con i rappresentanti di 11 comitati diversi lo ha riconosciuto anche chi lavora dentro l’ufficio di piano», apre la nuova battaglia il portavoce del coordinamento, Paolo Sanesi.
«Sul sito del Comune c’è scritto che ‘lo statuto del territorio è un patto sociale, come un codice di manutenzione e trasformazione del territorio elaborato collettivamente, come insieme di regole socialmente condivise’. Ma se è davvero questo, se è davvero ‘il cuore del nuovo piano strutturale’, un insieme di regole condivise su come dovrà cambiare la città, perché allora i cittadini non hanno gli strumenti per far valere le loro opinioni?».

ALCUNI ESPONENTI del coordinamento nelle ultime settimane hanno partecipato ad una serie di incontri che però, a sentire loro, sono stati organizzati senza «nessun criterio». Nel mirino ci sono le date («Uno dei prossimi è fissato per il 7 luglio, un lunedì...»), gli orari («Degli ultimi quattro, tre si sono svolti nel pomeriggio, anche subito dopo pranzo, e soltanto uno la sera dopo cena») e anche gli strumenti messi a disposizione dei cittadini: «Non c’è mai un facilitatore, qualcuno capace di tradurre il linguaggio tecnico per la gente comune, quella che vogliamo rappresentare — sottolinea ancora Sanesi — E perché non viene dato del materiale cartaceo o digitale per dare la possibilità di rileggerlo o rivederlo? L’altra sera, poi, si è parlato delle case popolari con una lunga introduzione sulla loro storia, un tema che non ha molto a che fare con lo statuto del territorio».

COMITATI sono pronti a organizzare un percorso parallelo se il Comune non ne aprirà uno che preveda «tempi più lunghi per l’approvazione dello statuto e un iter diverso per la partecipazione dei cittadini, con orari e giorni adeguati, materiale da distribuire e la possibilità di fare una verifica e un controllo in ogni momento della discussione». Finora, riprende Sanesi, «l’amministrazione si è limitata a fare comunicazione, a informare i cittadini di decisioni già prese e questo lo dimostrano anche la relazione del garante per la comunicazione sul percorso per la variante alla declassata e soprattutto gli ultimi due anni, quando nemmeno le diecimila firme raccolte hanno meritato l’attenzione della giunta». A questo punto, convinti che «la politica debba decidere ma anche confrontare con la gente per la scelte più importanti», i comitati potrebbero lanciare una serie di incontri con esperti sulla scia di quello sulla sicurezza di qualche settimana fa: «Perché la partecipazione è democrazia — chiude Sanesi — ed i problemi si risolvono parlandone con la gente».
L.B.

da Il Tirreno del 21/06/08
«Vogliamo contare di più nelle scelte»
Piano strutturale: i comitati chiedono più partecipazione al Comune Sanesi: «Siamo delusi e siamo pronti a creare una struttura ombra per approfondire i temi»

PRATO. I comitati vogliono contare sul serio. O, meglio, vogliono partecipare davvero alle scelte più importanti sul futuro della città. Parola del Coordinamento dei comitati cittadini che, ieri pomeriggio, ha espresso tutto il suo rammarico, in un incontro con la stampa, su quella che potremmo definire un’occasione perduta. Si parla di “partecipazione” alla ridefinizione del piano strutturale e per il portavoce dei comitati di Prato Centro, Paolo Sanesi, «in Comune hanno scambiato l’informazione e la comunicazione per la partecipazione». E il portavoce assicura, carte alla mano, che difensori civici e altri sono del suo parere.
Va bene informare, attraverso convegni e altri strumenti (anche di carta), ma permettere ai cittadini di partecipare è un’altra faccenda. Della quale, secondo Sanesi, la politica avrebbe tutto da guadagnare anche per sgomberare il campo dai sospetti dei cittadini circa determinate scelte. Insomma, chi si apre non rischia più (o rischia meno) il sospetto che dietro scelte urbanistiche o d’altro tipo si nascondano chissà quali presunti interessi. E poi, gli stessi conflitti «si risolvono discutendo». «Sappiamo bene che la politica ha l’onere della scelta - spiega Sanesi, circondato dai rappresentanti di buona parte dei comitati - È però vero che certe questioni, decisive per il futuro, richiedono la partecipazione attiva di tutti coloro che lo vogliono, secondo regole precise, perché il territorio è di tutti i cittadini che, votando, non hanno concesso deleghe in bianco alla sua gestione». Adesso, con la partita dello Statuto del territorio ancora aperta, i comitati non vogliono essere tagliati fuori. Sono delusi, per il momento, dai tempi riferiti loro da «chi è nella macchina comunale» e in un incontro con l’ufficio di piano. In pratica, «vogliono chiudere entro dicembre» quando occorre più tempo e, soprattutto, più discussione. Un punto, questo, sul quale Paola Bocci è netta: «Il professor Magnaghi dell’Università di Firenze, nei seminari ai quali ho partecipato, ha parlato di fretta assurda».
Meglio non correre allora. E i comitati, consapevoli per altro dei loro limiti, propongono una strada: partecipazione reale, controlli e verifiche a ogni step del percorso che porterà al piano, introduzione della figura molto anglosassone dell’activist (o facilitatore) incaricato di tradurre in linguaggio comprensibile quello che i tecnici (per non parlare di politici e burocrati) esprimono nel loro gergo. Se non sarà possibile, «siamo pronti a creare una nostra struttura ombra, dando vita a incontri e confrontandoci con esperti. Ci sono già persone - conclude Sanesi - disponibili a darci una mano».
Fabio Barni

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