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La mer, la fin...

domenica 15 giugno 2008

Prato e i cinesi. Il dibattito continua

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato, tratta dal Tirreno, una lettera di un anonimo (che tanto anonimo evidentemente non era, visto che era specificato che la lettera era stata firmata), sul rapporto tra Prato e la comunità cinese.
Quella lettera ha prodotto un dibattito che ci pare interessante seguire. I primi protagonisti sono l'assessore Milone, il Comitato Macrolotto Zero e Celso Bargellini, del Centro contro il Razzismo (nonché portavoce provinciale dei Verdi pratesi).
MV

Il Tirreno, 14/06

Continueremo l’attività di contrasto finchè ci sarà l’illegalità

Ho letto con molta attenzione la lettera di quel cittadino che si lamenta dell’attività di contrasto all’illegalità posta in essere nei confronti di una parte della comunità cinese e certamente non verso quegli imprenditori che operano sul nostro territorio nel rispetto delle leggi di questo Stato. Mi sarebbe piaciuto, innanzitutto, che questo “illustre” concittadino avesse acconsentito a far pubblicare le sue generalità perchè non credo sarebbe stato perseguito penalmente per le sue legittime opinioni. L’anonimo scrittore è preoccupato di un eventuale abbandono del nostro territorio da parte di questi imprenditori. Giustamente il nostro concittadino si chiede che cosa faranno quei proprietari di stanzoni, la maggior parte di essi fatiscenti, affittati con regolare contratto a cifre irrisorie, (ho il vago sospetto che l’autore della lettera sia in realtà uno di questi), in caso di abbandono di una parte della comunità. Capisco che mettere a rendita vecchi immobili da cui trarre un un guadagno altissimo è un’attività redditizia a cui nessuno vorrebbe rinunciare. Dal contenuto di questa lettera, che fa seguito alle lamentele della scorsa settimana del Console cinese, devo dedurre che l’attività che si sta portando avanti comincia a dare i suoi risultati e credo che la parte sana della comunità cinese sicuramente saprà apprezzarla. Mi piacerebbe vedere il nostro concittadino altrettanto preoccupato per i tanti pratesi che sono costretti a convivere con le moleste attività lavorative notturne di questi mercanti di vite umane, per non parlare di ciò che succede all’interno dei condomini divenuti ormai porti franchi ove il rispetto delle regole di convivenza è perlopiù un optional. Concludo rassicurando l’autore della lettera che l’attività di contrasto sarà intensificata fino a quando non verrà ripristinata la legalità in questa città per rispondere a una legittima richiesta della maggioranza dei pratesi.
Aldo Milone assessore Polizia municipale e sicurezza urbana


Il Tirreno, 15/06
L’unica “moratoria” è che tutti rispettino la legge

Caro sig. Franceschini, l’unica moratoria da fare è che tutti, senza distinzione alcuna, rispettino le leggi. Lei e i suoi amici, dovreste vergognarvi di quanto richiesto all’amministrazione. Purtroppo, i nostri non ascoltati allarmi sul piano della legalità, della sicurezza, della coesione sociale, sul degrado urbanistico, sull’impoverimento economico delle fasce più deboli dei cittadini, per oltre 10 anni, hanno fatto si che tutti i disonesti, potessero raccogliere a piene mani profitti enormi da questa anarchia e quindi possa sembrare illegittimo, da parte delle istituzioni, intervenire per far rispettare le leggi: tutte le leggi che regolano il lavoro, l’urbanistica, la sanità, gli ambienti di lavoro e così via.
Finalmente il vento è cambiato e parole come sicurezza, legalità, evasione fiscale, clandestinità, sfruttamento di manodopera clandestina e così via, sono parole che hanno assunto un ben preciso valore e soprattutto hanno cominciato ad essere collocate nelle caselle giuste e ognuno ne sperimenta e ne vede, a seconda della parte della barricata dove si trova, le conseguenze. C’è un problema etico che tutti e ognuno di noi, ha il dovere di far proprio, affrontarlo e risolverlo.
Dobbiamo dire basta ai furbetti che affittano a nero, lavorano a nero, sfruttano e schiavizzano uomini donne e bambini.
Al signor Massimo Bresci e all’assessore Milone i nostri complimenti per la corretta esposizione dei fatti e della situazione che si trovano a vivere i cittadini e gli imprenditori onesti di Prato.
Proprio questo distretto parallelo senza regole e senza leggi, ha portato alla chiusura di quelle aziende Italiane che rispettavano le leggi.
Noi non vogliamo entrare nel merito dei comportamenti, non ci compete, ma sicuramente nulla avviene per caso e se Prato è così ridotta ci sono molteplici responsabilità: da oggi ognuno si faccia carico delle proprie e ne risponda.
Le dichiarazioni del presidente degli industriali Marini sono da condividere in pieno e sono di buon auspicio, finalmente c’è stato un richiamo all’eticità d’impresa, noi aggiungiamo che se questa fermezza al richiamo del rispetto delle leggi e delle regole fosse stato fatto dieci anni fa, oggi Prato non sarebbe a questo punto.
Se tutte le forze sane della città si coalizzeranno per ridare stabilità economica, concorrenza leale fra imprese, legalità e sicurezza a tutti i livelli, se il piano di sviluppo urbanistico avrà occhi e orecchie, non solo per l’area della declassata, ma sarà un armonico progetto d’insieme per ridare qualità alla vita dei cittadini e delle zone degradate della città, vedi macrolotto zero, se tutto questo sarà fatto, allora ci saranno le basi per costruire quel tessuto socio economico che fa di un distretto, di una città, un luogo per viverci bene e lavorare serenamente.
Chiedere di allentare i controlli è demagogico e criminale.
Comitato di via Pistoiese Macrolotto Zero


Alcune considerazioni sulla polemica attorno controlli mirati sulla comunità cinese.
Lascia perplessi la risposta ad un anonimo cittadino dell’assessore Milone, dove adombra chissa quali incoffessabili interessi personali si celino dietro un anonimato, che non era nemmeno tale.
Non è accettabile che si demonizzi chi esprime un dissenso.
E’ molto più probabile che la richiesta di anonimato sia frutto del clima di intolleranza che è venuto a crearsi in città, negli ultimi mesi io stesso sono stato oggetto per strada di ripetute aggressioni verbali da parte di persone che nemmeno conosco.
Certo che quando le pulsioni xenofobe presenti nella cittadinanza trovano “sponda” in partiti politici ed anche in ruoli istituzionali la situazione diventa preoccupante.
L’altra lettera, quella del “persistente confezionista pratese” disegna una città dove ci sono imprenditori cinesi che operano fuori dalle regole e imprenditori, confezionisti, italiani che “pagano da sempre le tasse…”(?) e credo che si commenti da sola.
La realtà del settore dell’abbigliamento è caratterizzata dai molti laboratori terzisti gestiti da cittadini cinesi e dalle aziende di “prontomoda” di imprenditori, cinesi ed italiani, che li usano, la cronaca ha evidenziato come anche molte “grandi firme” internazionali, italiane e pratesi facciano parte di questo sistema.
Sempre la cronaca ci ha mostrato, in occasione di una recente truffa, come l’imprenditoria cinese abbia anche fornitori italiani, come pratesi sono l’intero settore amministrativo e buona parte dei servizi e del settore commerciale delle loro attività, non solo “affitti di stanzoni fatiscenti”.
In qualche polveroso cassetto dell’amministrazione comunale dovrebbe esserci uno studio della prof. Antonella Ceccagno sulla integrazione di questa economia con quella pratese, una lettura anche frettolosa sarebbe utile, ma ormai si preferisce ragionare sulla base delle percezioni, cioè a suon di pregiudizi.
Vorrei dilungarmi anche sui risultati della sbandierata lotta per la “legalità”, ma non voglio approfittare ulteriormente del vostro spazio, anche se sono disponibile a farlo in un’altra occasione.

Celso Bargellini – Associazione contro il razzismo

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