TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 29 febbraio 2008

Centro storico. Riapre via Cironi.

Apre al traffico via Cironi, chiude definitivamente via Magnolfi

Prato, 27 febbraio 2008 - Due novità, per quanto riguarda l'area pedonale urbana (Apu), a partire da domani, giovedì 28 febbraio: via Cironi, nel tratto fra via Magnolfi, via S. Giorgio e via S. Marghherita, in direzione di quest'ultime, sarà aperta al transito dei mezzi autorizzati; mentre sarà bloccato l'accesso (e l'uscita) in via Magnolfi per l'installazione di paletti e catene di sbarramento all'intersezione con via Cavallotti.
Le novità, introdotte, riguardano dunque il nuovo senso di marcia in via Cironi e, di fatto, la chiusura definitiva di via Magnolfi, mentre viene confermata la classificazione in Apu delle due strade. Il provvedimento prevede anche la reintroduzione della pulizia strade settimanale (mercoledì notte) in via Cironi, la soppressione degli spazi di sosta in via Magnolfi, causa sua trasformazione in strada senza uscita, nonchè la creazione di soste per residenti e clienti del vicino hotel in piazza Lippi (fronte logge del mercato).


L'articolo sopra riportato è tratto da PRATOBLOG del 28/2/2008.
Esso fa riferimento a due ordinanze del 2008, recentissime, la 345 e la 348, che riguardano una via Cironi in particolare e l'altra tutta l' area pedonale urbana (APU). Sul caso specifico, posso dire che gli assessori interessati (primo fra tutti Giardi) e la presidente della Circoscrizione Centro avevano manifestato questa decisione già alcuni mesi fa e noi residenti avevamo fatto presente alcune remore alla riapertura, legate soprattutto al fatto che i panettoni di cemento erano stati messi per dividere una strada pedonale da un'area completamenta libera e trafficatissima come via santa Margherita.
Il rischio è che via Cironi, nonostante sia pedonale sulla carta, diventi una strada di scorrimento per tutti i veicoli che attraversano il centro e che così potranno reimmettersi direttamente quasi in piazza Mercatale. Naturalmente l'orario critico sarà la mattina, quando è presente una fila continua di autoveicoli da viale Galilei fino a piazza Mercatale.
I politici avevano addotto a sostegno della decisione la convinzione che con la riapertura sarebbe stato molto più facile vigilare sulla sicu rezza e opporsi al degrado della strada.
I residenti del centro storico sanno bene quanto sia insufficiente il controllo sull'accesso alle zone limitate ed in tutte le occasioni richiedono, inascoltati, la messa in opera di varchi elettronici, peraltro promessi già 7-8 anni fa dagli stessi amministratori.
La situazione di via Cironi dovrebbe essere questa: accesso consentito solo ai permessi 1-15-13-8A (residenti, domiciliati, medici e clienti hotel), per i residenti dalle 19 alle 10 e dalle 12.30 alle 15.30; sosta solo per i permessi sopra elencati dalle 20 alle 8 solo sul lato civici pari; pulizia settimanale ripristinata come tutte le altre strade dell' APU.
Sul piano urbano della mobilità in generale posso invece dire che sarà tutto inutile fino a quando non sarà assicurato il controllo del rispetto dei divieti: era stato pensato per ridurre l'inquinamento ma non è stato sostenuto adeguatamente.
Chiedono i varchi elettronici l'assessore Gregori e l'assessore Milone, li chiede il comandante dei Vigili Urbani, Giardi è contrario e in ogni caso dice che non ci sono i soldi: credo che li abbia usati male, i nostri soldi...

Per Municipio Verde
Leonardo Pampaloni, via Cironi, zona APU, Prato Centro

giovedì 28 febbraio 2008

LAV. Animali ed elezioni politiche





La Commissione Europea ha adottato un programma quinquennale d’azione per la protezione ed il benessere degli animali che andrà applicato anche a livello nazionale. Dal 2009 il nuovo Trattato europeo riconoscerà gli animali come esseri senzienti per i quali devono essere tenute di conto le esigenze di benessere.

«Per questo è necessario dare importanza concreta a questi temi - dice la Lav - anche con la nomina di un viceministro alla salute delegato alla veterinaria e ai diritti degli animali e la creazione di una Direzione generale specifica presso il ministero della salute, come avviene in altri Paesi europei».

Questo è il decalogo animalista proposto dalla LAV per la prossima legislatura:

Protezione delle foche,: trasformare in legge il decreto ministeriale sul divieto di importazione in Italia di pelli di foca, per fini commerciali. Prevenzione del randagismo e canili: riprendere «i testi all’esame della Commissione affari sociali della Camera di integrazione della Legge 281-1991 per la tutela degli animali d’affezione e la prevenzione del randagismo, varo di un Fondo nazionale per la sterilizzazione di cani e gatti, istituzione dei livelli essenziali di assistenza veterinaria; passaggio al 10% dell’Iva sulle prestazioni veterinarie ed il cibo per animali adottati che non sono beni di lusso; aumento della deducibilità delle spese veterinarie dalla dichiarazione dei redditi ed allargamento della previsione alle spese per l’acquisto di farmaci veterinari; regolamentazione della pet therapy con il testo unificato approvato nella XIV Legislatura e presentazione del pluriannunciato Disegno di legge governativo per la prevenzione dei cani pericolosi».

Sperimentazione sugli animali
: varo di una nuova normativa che preveda un Piano nazionale per la progressiva abolizione dei test su animali, riconoscimento e incentivazione dei metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali. Stordimento obbligatorio premacellazione: senza, come previsto già da altri Paesi. Zoo e circhi: rivedere la normativa sugli zoo e le procedure autorizzative vista anche la messa in mora da parte della Commissione Europea per violazioni alla direttiva 1999/22. Vietare l’uso degli animali nei circhi e spettacoli. Vietare importazione, vendita e riproduzione degli animali esotici.

Tutela dei cavalli: riconoscere gli equini come animali d’affezione, legge specifica di tutela, presentare il Disegno di legge governativo sulle corse cittadine. Fauna selvatica: maggiore protezione, no a deroghe alle specie cacciabili e abolizione dell’articolo 842 del Codice Civile che permette ai cacciatori l’ingresso senza permesso nei fondi privati. Allevamenti: pieno supporto al Piano di azione comunitario sul benessere degli animali, recepimento della Direttiva sull’allevamento dei polli, piena applicazione e progressivo smantellamento dell’allevamento in gabbie arricchite delle galline ovaiole, nuovi standard di benessere negli allevamenti di mucche per la produzione di latte.

Trasporto animali: potenziamento del sistema dei controlli al trasporto di animali vivi destinati alla macellazione, drastica riduzione dei tempi di viaggio e delle densità di carico. Gli animali non sono cose: recepire nella Costituzione quanto previsto dal nuovo Trattato Ue riconoscendo gli animali come esseri senzienti nel Codice Civile, migliorare le previsioni dei reati contro gli animali nei nuovi reati contro l’ambiente ed integrare l’articolo 9 della Costituzione con la promozione del rispetto e della dignità degli animali.

municipio verde

La Sinistra l'Arcobaleno - Il Programma


1. Dignità e diritti nel lavoro: la sicurezza

Ogni giorno in Italia muoiono in media 4 persone mentre lavorano. Grazie a una legge voluta dal Governo Berlusconi si può lavorare anche 13 o 14 ore al giorno e spesso per lavorare occorre rinunciare ai propri diritti. Siamo arrivati al paradosso che il lavoro è pagato a prezzi orientali e le merci così prodotte vengono vendute a prezzi occidentali.
La Sinistra l’Arcobaleno propone: una legge che fissi la durata massima del lavoro giornaliero in 8 ore e in 2 ore la durata massima degli straordinari; l’immediata approvazione dei decreti attuativi del Testo Unico sulla Sicurezza sul lavoro e quindi più controlli e più certezza e severità delle pene per le imprese che trasgrediscono le norme.

2. Dignità e diritti nel lavoro: lotta alla precarietà

I lavoratori e le lavoratrici precarie nel nostro Paese sono oltre 4 milioni. È precarietà di vita, non solo di lavoro. La Sinistra l’Arcobaleno propone di superare la legge 30 e di affermare il contratto a tempo pieno e indeterminato come forma ordinaria del rapporto di lavoro; di rafforzare la tutela dell’articolo 18 contro i licenziamenti ingiustificati; di cancellare dall’ordinamento le forme di lavoro co.co.co, co.co.pro e le false partite IVA.

3. Dignità e diritti nel lavoro: salari, fisco e redistribuzione del reddito

Nel 2003 ai lavoratori toccava il 48,9% del reddito prodotto nel Paese, nel 1972 era il 59,2%. Oggi la quota dei redditi da lavoro dipendente è ulteriormente diminuita. Secondo i dati della Banca d’Italia, dal 2000 al 2006 prezzi e tariffe sono notevolmente aumentati e i salari sono rimasti invariati. La Sinistra l’Arcobaleno vuole fissare per legge il salario orario minimo per garantire una retribuzione mensile netta di almeno 1000 euro; propone un meccanismo di recupero automatico annuale dell’inflazione reale; propone di elevare le detrazioni fiscali per i lavoratori dipendenti. La Sinistra l’Arcobaleno vuole introdurre, come avviene in tutta Europa, un reddito sociale per i giovani in cerca di occupazione e per i disoccupati di lungo periodo, costituito da erogazioni monetarie e da un pacchetto di beni e servizi. La Sinistra l’Arcobaleno propone di diminuire il prelievo fiscale per i redditi più bassi portandoli dal 23 al 20%, contemporaneamente di aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie al 20%, di redistribuire il reddito ai lavoratori e alle lavoratrici attuando immediatamente quanto previsto dalla Finanziaria di quest’anno, che destina loro tutto l’extragettito maturato.

4. Laicità: lo spazio di libertà per tutti

Nei Paesi europei più avanzati, e non solo in Europa, i fondamentali diritti della persona sono tutelati e garantiti da una legislazione che ne salvaguarda la sfera personale, nel rispetto della libertà di scelta di ciascuna e di ciascuno. Da noi non è così. La Sinistra l’Arcobaleno afferma l’uguaglianza sostanziale dei diritti delle persone omosessuali e propone il riconoscimento pubblico delle unioni civili. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene che ognuna e ognuno abbia il diritto di decidere del proprio corpo e della propria vita e propone una legge sul testamento biologico.

5. Libertà e autodeterminazione femminile

Nemmeno negli anni ’70 l’attacco alla libertà delle donne è stato tanto feroce; addirittura c’è chi propone una moratoria contro l’aborto chiamando “assassine” le donne. La Sinistra l’Arcobaleno propone interventi affinché la legge 194 sia applicata estendendo in tutto il Paese la rete dei consultori e introducendo in via definitiva la pillola RU 486 come tecnica non chirurgica di intervento che può essere scelta dalle donne; una nuova legge sulla fecondazione assistita per eliminare gli ingiusti divieti della legge 40, lesivi della libertà di scelta delle donne e del diritto costituzionale alla tutela della salute; una norma che persegua tutte le forme di discriminazione basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.

6. La pace, il disarmo

L’Italia è al 32° posto per la ricerca scientifica e al 7° posto nella classifica mondiale delle spese in armamenti. Con i soldi spesi per comprare un solo caccia Euro Fighter si potrebbero costruire 100 asili. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene che vada pienamente attuato l’art. 11 della Costituzione. L’Italia non deve più partecipare a missioni al di fuori del comando politico e militare delle Nazioni Unite. Vanno tagliate le spese per gli armamenti ed avviata la riconversione dell’industria bellica applicando la legge 185. Vogliamo una legge per la messa al bando delle armi nucleari dal nostro Paese. Siamo contrari alla costruzione della nuova base militare a Vicenza ed è necessaria una Conferenza nazionale sulle servitù militari per rimettere in discussione tutte le basi della guerra preventiva presenti sul nostro territorio. Serve una nuova legge sulla cooperazione allo sviluppo.

7. Proteggere il pianeta: un Patto per il clima

Contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici è fondamentale per garantire una speranza di futuro all’umanità: senza adeguate misure ci saranno rischi certi per la salute e l’ambiente. La Sinistra l’Arcobaleno rifiuta il nucleare e propone che entro il 2020 si superi il 20% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e che le emissioni siano ridotte del 20%; un grande investimento pubblico in pannelli solari su tutti i tetti delle case e degli edifici pubblici. L’acqua è un bene comune e come tale deve essere pubblico. La Sinistra l’Arcobaleno propone la ripubblicizzazione dei servizi idrici, una legge quadro sul governo del suolo e l’inasprimento delle pene contro i reati ambientali e le ecomafie.

8. Le “Grandi Opere” di cui il Paese ha bisogno

Sono necessari grandi investimenti per una diversa qualità dello sviluppo e una buona occupazione. Queste sono le nostre “Grandi Opere”: messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e da quello idrogeologico; investimenti per migliorare i servizi di trasporto per i pendolari e la mobilità nelle città con nuove metropolitane, linee tramviarie e mezzi a energia pulita. Nei prossimi 5 anni 1000 treni per i pendolari. Vanno abbandonati progetti inutili e dannosi come il Ponte sullo Stretto, il Mose a Venezia, la TAV in Val di Susa, a favore di interventi su nodi ferroviari urbani, infrastrutture ferroviarie nel Mezzogiorno e potenziamento dei valichi alpini. Investimenti sul trasporto merci su rotaia e sulle autostrade del mare. Riduzione della produzione dei rifiuti, forti investimenti nella raccolta differenziata, misure concrete per il riciclaggio, impiego delle tecnologie più moderne ed avanzate.

9. Il diritto alla salute e le politiche sociali, indice di civiltà

L’Italia destina alla spesa sociale solo il 2,7% del PIL. In Germania, ad esempio, alla spesa sociale viene destinato l’8,3%. Il fallimento e la crisi dei sistemi che hanno introdotto il mercato nella sanità sono la dimostrazione ulteriore che solo il sistema sanitario pubblico e universalistico può dare risposte al bisogno di salute. La Sinistra l’Arcobaleno propone di adeguare il fondo sanitario nazionale al livello europeo, superare definitivamente i Ticket e le liste di attesa, inserire le cure odontoiatriche nei livelli essenziali del sistema sanitario. La Sinistra l’Arcobaleno propone una legge sulla non autosufficienza finanziando un fondo nazionale per almeno 1,5 miliardi di euro, l’aumento del fondo nazionale per le politiche sociali e l’indicazione di livelli essenziali delle prestazioni per eliminare la divaricazione fra regioni ricche e povere. La Sinistra l’Arcobaleno lancia un piano di asili come cardine della rete dei servizi per le bambine e i bambini.

10. La casa è un diritto, non una merce

Dopo un ventennio di politiche di privatizzazione e deregolamentazione del mercato delle locazioni, il costo degli affitti raggiunge oggi il 50% del reddito e anche più e gli sfratti di chi non ce la fa a pagare i canoni sono diventati il 70% del totale. L’Italia spende per la politica sociale della casa un decimo dell’Europa. La Sinistra l’Arcobaleno afferma che non ci possano essere sfratti se non da casa a casa, propone un piano nazionale per l’edilizia sociale a cui destinare 1,5 miliardi di euro, che porti l’Italia al livello europeo, modificare la legge 431/98, abolendo il canale libero. Vogliamo costituire un fondo a sostegno della ricontrattazione dei mutui di chi ha acquistato la prima casa e rischia di perdere l’alloggio ed eliminare l’ICI sulla prima casa non di lusso per i redditi medio-bassi.

11. Convivenza, inclusione, cittadinanza

Gli immigrati in Italia sono quasi 4 milioni, incidono per il 6,1% sul PIL, pagano quasi 1,87 miliardi di euro di tasse. Sono lavoratrici e lavoratori indispensabili per la nostra società, ma sono esclusi dall’accesso a molti diritti. La normativa attuale impedisce l’ingresso legale nel nostro Paese, creando clandestinità e sottoponendo donne e uomini migranti ad una condizione di sfruttamento e precarietà estrema. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene indispensabile l’abolizione della legge Bossi-Fini, e l’approvazione di una nuova normativa che introduca l’ingresso per ricerca di lavoro, meccanismi di regolarizzazione permanente, il diritto di voto alle elezioni amministrative, la chiusura dei CPT, una legge sulla cittadinanza sulla base del principio dello jus soli.

12. Istruzione, formazione, università e ricerca: le vere risorse per il futuro

Gli iscritti e le iscritte alla scuola italiana di ogni ordine e grado sono 7.742.294, le risorse destinate all’istruzione e la formazione sono pari al 3,5% del PIL e non aumentano da molti anni. Nel nostro Paese gli investimenti in università e ricerca rappresentano l’1,1% del PIL contro l’1,87% dell’Europa a 25, il 2,7% degli USA, il 3,15% del Giappone. La Sinistra l’Arcobaleno ritiene la laicità della scuola pubblica fondamentale a partire dal rispetto rigoroso del principio che le scuole private sono libere, ma senza oneri a carico dello Stato. La Sinistra l’Arcobaleno propone la generalizzazione della scuola dell’infanzia, l’estensione del tempo pieno e prolungato, l’innalzamento dell’obbligo scolastico da fare nella scuola e da portare progressivamente a 18 anni; la valorizzazione del ruolo dell’insegnante come intellettuale educatore. La Sinistra l’Arcobaleno propone di aumentare l’investimento pubblico in alta formazione e ricerca, nel corso della prossima legislatura, per raggiungere la media dei paesi OCSE; di rinnovare il sistema università e ricerca, anche con il reclutamento di 3000 giovani ricercatori l’anno per i prossimi 5 anni; di estendere il diritto allo studio elevando a 20.000 euro il limite di reddito per aver diritto alla borsa di studio.

13. Tagliare i privilegi, difendere la democrazia

La questione dei costi della politica non può essere separata dalla condizione generale del Paese: crescono le diseguaglianze e crescono i privilegi. E crescono anche gli intrecci tra affari e politica a partire dalle regioni meridionali ma non solo. La Sinistra l’Arcobaleno propone la riduzione del numero di parlamentari e di consiglieri regionali. La retribuzione dei parlamentari italiani non deve essere superiore alla retribuzione media dei parlamentari degli altri Paesi europei. È necessaria una legge che sottragga ai partiti le nomine, nella Sanità come negli altri settori pubblici, che stabilisca criteri che le Amministrazioni devono rispettare per garantire l’interesse pubblico e i principi del merito.

14. Una informazione libera, pluralista, democratica

L’Italia in questi anni è stata messa più volte sotto accusa dall’Unione Europea per carenza di pluralismo nell’informazione. Secondo l’ultimo rapporto USA sulla libertà di stampa, il nostro Paese occupa il 61° posto. La Sinistra l’Arcobaleno propone l’abrogazione della “Legge Gasparri” e l’approvazione di una vera legge di sistema che imponga tetti antitrust e impedisca posizioni dominanti nelle comunicazioni e nell’industria culturale. È assolutamente indispensabile approvare una vera legge sul conflitto di interessi.

La partecipazione "Declassata"

Venerdì 22 febbraio si è tenuta al Museo Pecci l'iniziativa, organizzata dall'Amministrazione comunale di Prato, per la presentazione della variante all'attuale Piano Strutturale che interesserà la cosiddettà "Declassata" e le aree adiacenti - in particolare, la zona dell'ex-Banci dove dovrebbe sorgere il prossimo Polo "Multifunzionale", destinato ad eventi ed esposizioni.
Non vogliamo aggiungere niente di particolare alle cronache apparse sui media locali nei giorni successivi (di cui riportiamo un "assaggio" in calce), e sugli aspetti propriamente tecnici di questa variante contiamo di tornarci successivamente (giusto il tempo di "metabolizzarla"): vogliamo invece riportare nuovamente l'attenzione su un concetto, quello di "partecipazione", più volte evocato nel corso della serata, ed in particolar modo nel dibattito.
Concordando con tutti i rilievi ed i problemi esposti da Mauro Vannoni, da Leonardo Becheri, dall'architetto Paoletti e da Tommaso Rindi, vorremmo però riflettere sulle parole del sindaco Romagnoli, in conclusione di serata, che riportiamo di seguito:
"Quando ci sono i contenuti, bisogna anche esprimersi e partecipare sui contenuti. Non si può, di fronte ai contenuti, porre questioni di metodo di nuovo, sul grado di partecipazione, sulla insufficienza... La partecipazione è sempre insufficiente! Io ho fatto una battuta banale ad un tavolo, e ho detto "Questa città ha 185000 abitanti. è insufficiente (la partecipazione - NdR) fino a che non coinvolge 185000 abitanti." Coinvolgere 185000 abitanti è un'impresa titanica che presuppone tra l'altro che tutti siano disponibili a farsi coinvolgere, cosa che per chi fa politica da tempo sa che è una delle questioni più difficili far partecipare le persone. Quindi. Partecipazione. Benissimo, facciamola. Ci sono le proposte. Non bastano? Facciamone di più, va bene. Vorrei appunto che si cominciasse però non tutte le le volte da zero."
La domanda sorge spontanea: è stato veramente fatto di tutto per tentare questa "titanica impresa"?
Ci permettiamo di sollevare, in proposito, qualche dubbio. A partire dalla stessa iniziativa del Pecci, annunciata poco più di una settimana prima ed organizzata per le 15 di un giorno lavorativo (già di per se "castrante" verso quei cittadini, altrettanto interessati, che magari lavorano fino alle 18/19...). Vogliamo aggiungere la carenza di informazioni e di comunicazione verso tutta la cittadinanza? Per caso è stato prodotto ed inviato del materiale illustrativo (e comprensibile) per tutte le famiglie? E potremmo continuare, con gli esempi...
Questo per ricordare che le questioni di metodo sono fondamentali, quando si parla di partecipazione (e non solo), perché tutto dipende dal metodo che si sceglie e come questo viene implementato.
Certo, nessuno dice che sia un processo facile, o rapido: abbiamo la sensazione, però, che più dei tempi, dei metodi, delle persone, e via dicendo, siano i possibili risultati - magari ben diversi dai "desiderata" - a determinare le incertezze, in questo percorso, dell'Amministrazione.
Forse è per questo che si è optato per una partecipazione "declassata"?

Municipio Verde



L'intervento di Tommaso Rindi, consigliere comunale dei Verdi. Alla sua dx. Stefano Ciuoffo, Assessore all'Urbanistica del Comune di Prato, il sindaco Romagnoli, la dott.ssa Daria Risaliti, garante della comunicazione, e l'architetto Gorelli, consulente generale del Progetto del Piano Strutturale


L'intervento dell'architetto Paolo Paoletti


L'intervento di Mauro Vannoni


Le fasi iniziali del dibattito, con l'intervento dell'architetto Gianfranco Gorelli.

Idee e concretezza

da Notizie Verdi

Oggi pomeriggio, dopo la riunione definitiva tra Bertinotti e le segreterie dei quattro partiti, sarà licenziato il programma della Sinistra Arcobaleno, cui hanno lavorato i "tecnici" di Verdi, Rifondazione, Sinistra democratica e Comunisti italiani e che sarà presentato agli elettori domenica 2 marzo, al teatro Ambra Jovinelli di Roma.

Ce ne dà qualche assaggio Natale Ripamonti, senatore dei Verdi che ha partecipato al tavolo del programma e che ha in mano le 30 pagine della bozza: "Va ulteriormente asciugato, ma ne è già stato tratto il volantone che sarà utilizzato per le iniziative di sabato e domenica prossima. Anche i materiali preparatori circoleranno tra i partiti e nei vari siti internet, in modo da rendere disponibili i diversi contributi".

Il programma della Sinistra Arcobaleno è suddiviso in sette capitoli: 1) precarietà; 2) laicità e diritti civili; 3) ambiente, territorio, beni comuni, mobilità e tutela dei consumatori; 4) Europa, pace, disarmo; 5) nuovo welfare; 6) conoscenza, istruzione e ricerca; 7) costi della politica e difesa della democrazia.

"Una delle proposte più interessanti, che tiene insieme le iniziative contro la precarietà e per il nuovo welfare - afferma Ripamonti - è l'introduzione del reddito sociale, che in alcuni paesi europei già esiste e su cui anche noi Verdi abbiamo lavorato negli ultimi anni".

In pratica, un reddito garantito ai cittadini disoccupati dopo la scuola dell'obbligo - che la Sinistra Arcobaleno porta fino ai 18 anni -, in sostituzione degli attuali ammortizzatori sociali, e che legandosi a formazione e a misure per il rientro nel mondo del lavoro "non è da intendersi come assistenzialismo".

Un'autentica rivoluzione energetica, con la sfida rilevante sulle energie pulite, è al centro del capitolo dedicato all'ambiente, per partire dal 20 - 20 - 20 obiettivo dell'Unione europea - riduzione del 20% di anidride carbonica e produzione del 20 % di energia da fonti rinnovabili al 2020 - e andare oltre il protocollo di Kyoto.

Sempre in questo capitolo rientrano l'acqua come bene comune, la proposta di una nuova legge quadro per il governo del territorio, la tutela dei diritti degli animali e infine le grandi opere: la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico, i treni per i pendolari, le infrastrutture per la rete di trasporto nel mezzogiorno.

"Di rilievo in questa parte del programma, sotto la voce 'tutela dei consumatori' - aggiunge Ripamonti - è la lotta al caro prezzi che prevede, accanto a provvedimenti più tradizionali di sostegno al reddito, la possibilità di vendere i prodotti a filiera corta: si incentiva la vendita diretta e la nascita dei Gas, i gruppi di acquisto solidale".

Per quanto riguarda la ricerca, al sesto punto del programma, la Sinistra Arcobaleno intende garantire autonomia al mondo scientifico ma "è dal pubblico che la ricerca deve essere finanziata, perché il sistema produttivo italiano, basato su piccole e medie imprese, non ce la fa. Autonomia sì - precisa il senatore - ma nella logica di superare la sperimentazione sugli animali", cosa peraltro possibilissima come dimostra l'accordo siglato in Usa tra tre importanti agenzie federali.

In attesa del varo definitivo del programma, ci limitiamo a citare qui alcuni punti, tra gli altri, del programma: la libera scelta delle donne, nel capitolo laicità e diritti, il superamento della legge 30, nel primo sulla precarietà, la riduzione del numero dei parlamentari ma anche delle consulenze esterne, prassi quotidiana negli enti locali, alla voce costi della politica.

Gli obiettivi della Sinistra Arcobaleno sono alti, ma i piedi ben piantati in terra: "Il programma ha copertura, ha la sua sostenibilità finanziaria - spiega ancora Ripamonti -, che non è avventuristica né avveniristica. Sono previste misure di razionalizzazione, la riduzione dei costi, in particolare della pubblica amministrazione, si ripropongono le iniziative contro l'evasione fiscale, aspetto questo che coincide col programma dell'Unione e del governo Prodi. Inoltre c'è un'omogeneizzazione della fiscalità sulle rendite finanziarie, che riguarda, per esempio, anche la tassa che si paga sulle stock-options, ora al 12,5, che noi portiamo al 20%".

Non è un programma che vuole accontentare tutti: è una "Scelta di parte", ed è questo il titolo, tra l'altro, dell'appuntamento del 2 marzo all'Ambra Jovinelli di Roma.


L'ambientalismo nella campagna elettorale

Pubblichiamo di seguito un editoriale di Monica Frassoni, deputata verde al Parlamento Europeo e Presidente dello stesso gruppo parlamentare.

Municipio Verde

L'ambientalismo nella campagna elettorale

In questa campagna elettorale, c’è un tema che ritorna spesso e che ci riguarda direttamente. E’ la contrapposizione dell’ambientalismo del « fare » rispetto a quello del « non fare ». Il primo è quello dei responsabili e dei moderni, leggi il PD; il secondo è quello dei Verdi. L’ambientalismo del fare è il classico concetto veltroniano che include in sé tutto e il suo contrario; erge a metodo permanente il concetto del « dare un colpo al cerchio e uno alla botte ». Per carità, va benissimo. Penso che con il paese e i media che ci ritroviamo, allergici a ogni dibattito serio e di sostanza, è il meglio che Veltroni possa fare; francamente, Binetti e cementificatori a parte, se cosi facendo ci evita la beffa e il danno di rivedere Berlusconi a Palazzo Chigi, non mi lamento di certo.
Ma questo non significa che non dobbiamo reagire.
In questa campagna, anzi, spingere sull’inconsistenza pratica dell’ambientalismo del « fare » rispetto ai fatti concreti e argomentare pazientemente su tutte le proposte e alternative intorno alle quali diciamo alcuni no, può essere un modo efficace di strutturare la nostra campagna.
Io, come molti e fino a prova contraria, penso che nella testa dei suoi inventori l’ambientalismo del fare sia una riedizione patinata di un concetto di « modernità » stile anni ’50.
Quello delle infrastrutture che non importa siano utili, basta che siano grandi, veloci, maschie e soprattutto costose, quello che liquida le ragioni e la voglia di partecipare delle comunità locali con uno sprezzante rifiuto del « nimby », quello che si vergogna di avere votato contro il nucleare e continua a sottovalutare l'enorme occasione di innovazione che possono rappresentare l'ecoefficienza e le rinnovabili, quello che non si cura di continuare ad accumulare infrazioni alle leggi europee, quello che nello sfascio campano sa vedere solo le colpe di chi si è opposto a inceneritori fatti male o a discariche traboccanti di veleni e non quelle degli abusi di amministratori e imprenditori incompetenti o della camorra. Tutto questo ha naturalmente poco a che vedere con le battaglie dei Verdi e degli ecologisti, in Italia e in Europa. E' uno slogan che confonde le idee e mortifica il dibattito, un'ideologia indifferente al merito e alla complessità dei problemi che spinge nell'angolo tutti coloro che temono che questo cosiddetto ambientalismo del fare è quello che continuerà a dire sì alla cementificazione del territorio e alla progressiva riduzione dei paesaggi come quello di Spello in isolate macchie verdi in un territorio brutto, disordinato e inquinato.
Non è un caso che sul terreno della velocità, della ricchezza e della crescita senza limiti si perda per strada la vera priorità che in Europa fa ormai parte del dibattito politico quotidiano ma che in Italia non si trova nei 12 punti di Veltroni, non ha spazio nei talk show o nei sondaggi: la lotta ai cambiamenti climatici, la discussione su un modello di sviluppo che a partire da quella difficile sfida globale fa della sostenibilità il cuore di un messaggio « rivoluzionario », non mortificante per il cittadino e che non contrappone le classi , ma è allegro, nuovo e portatore di qualità e felicità.
In molti casi, anche i nostri amici della Sinistra Arcobaleno arrancano un po’ su questi temi. Fausto Bertinotti ci prova generosamente, ma quella non è la sua cultura né la sua priorità vera. Pensa, come molti dei suoi e qualcuno dei nostri, che dire « attenzione sparisce la Sinistra » oppure «bisogna evitare di finire con un sistema bipartitico come gli americani » (quando negli USA si sta svolgendo sui nostri temi una campagna appassionante che coinvolge milioni di persone) o ancora «la Sinistra l’Arcobaleno è più di un'allenza elettorale » possa davvero mobilitare gli elettori.
Fosse tutto così semplice sarebbe fantastico. Ma dai tempi dell’Unione Sovietica sappiamo che ciò che unisce lavoratori e imprenditori è la legittima volontà di disporre di abbastanza denaro e risorse; nell’Italia del XXI secolo la priorità dell’elettore medio, se non è più quella di essere come Berlusconi, è sicuramente quella di avere più reddito e migliori servizi, di pagare meno tasse e di sentirsi sicuri per strada, con buona pace di cambiamenti climatici ed emergenze ambientali che sono ancora visti in Italia come elementi totalmente secondari.
Io penso che mai come in questa campagna noi dobbiamo essere con i nostri alleati e con il PD a battere e a ribattere sui nostri temi e le nostre priorità. Non certo per un problema di identità o di conservazione del nostro partito sempre più malandato. Meglio, se fosse per questo, dedicarsi al panda. Ma perché, nonostante i nostri problemi e debolezze, e nonostante i solerti « ambientalisti del fare » siamo ancora soprattutto noi a portare nel dibattito il tema complicato e controverso dell’ambientalismo del « fare bene ». E senza un ambientalismo fatto bene c’è poco futuro per chiunque vinca le elezioni.

Monica Frassoni - Presidente Gruppo Verdi al Parlamento Europeo

I conti del CISPEL

Nei giorni scorsi, il CISPEL Confservizi Toscana - associazione che riunisce le imprese di servizio pubblico della nostra regione - ha diffuso una nota sui costi che deriverebbero dal puntare, come ha deciso recentemente la Regione Toscana, all'ambizioso obiettivo del 65% di raccolta differenziata.
Non possiamo che concordare con il CISPEL quando evidenzia come l'obiettivo sia raggiungibile attraverso una vera e propria "rivoluzione", e che lo sforzo deve essere attuato da tutti i soggetti chiamati in causa - prima di tutto dai cittadini - , ma ci permettiamo di avanzare qualche dubbio sull'impatto stimato sulle tariffe legato alla diffusione capillare del porta a porta (che, è bene evidenziarlo, anche in questa analisi rimane l'unico strumento in grado di permettere il raggiungimento degli obiettivi fissati).
I dubbi che abbiamo sono fondati sull'esperienza di Capannori, che non smetteremo mai di portare come esempio virtuoso, e che al contrario di quanto affermato dal CISPEL ha visto una riduzione sostanziale della TIA proprio a carico dei cittadini, e che ha prodotto risultati economicamente molto interessanti, e sono fondati anche su una analisi condotta dall'Ecoistituto di Faenza sul territorio della Lombardia e del Veneto. Questa ricerca, presentata anche al recente convegno tenutosi a Pistoia, indica chiaramente (su un "campione" pari all'85% dei comuni delle due regioni, per un bacino complessivo di circa quindici milioni di abitanti) che "dall’elaborazione dei dati di costo di questi 1.813 comuni, è che il costo medio del servizio con raccolta domiciliare secco/umido non solo è discretamente inferiore al corrispondente con raccolta stradale, ma addirittura è inferiore anche al servizio con raccolta senza separazione, con qualsiasi metodo venga eseguita." (pg. 22).
Secondo quanto affermato durante la conferenza stampa dal presidente del CISPEL, questa sarebbe né più né meno che una "falsità" ("Chi sostiene che il porta a porta non produce un aumento dei costi - chiarisce il presidente del CISPEL Alfredo De Girolamo - dice una falsità sapendo di dirla" - il Tirreno, 27/02/08, pg. 13): a questo punto, però, forse occorrerebbe una verifica più seria - molto più seria della nota tecnica diffusa insieme al comunicato stampa - prima di sostenere una posizione del genere!
Certo, anche nei dati dell'Ecoistituto ci sono dei distinguo importanti da fare, e sono il risultato di una serie di dati incrociati tra loro, ma è proprio per questo che diamo un po' più fiducia a queste indicazioni piuttosto che a quelle provenienti dall'associazione che riunisce gli stessi soggetti protagonisti, secondo quanto affermato dall'assessore Eugenio Baronti giusto la settimana scorsa in una assemblea pubblica a Montale, delle maggiori resistenze al cambiamento nella gestione del ciclo dei rifiuti.
Su questi temi, però, serve un confronto molto più strutturato: per questo, sosteniamo con convinzione la richiesta, avanzata da numerosi comitati cittadini e dal Coordinamento dei Comitati della Piana, dell'apertura di un Forum Regionale sui rifiuti. Sarebbe un segnale importante!

Municipio Verde


comunicato stampa CISPEL

RACCOLTA DIFFERENZIATA AL 65%:
SI PUO’ MA E’ UNA RIVOLUZIONE CHE DEVE ESSERE PIANIFICATA
De Girolamo (Cispel Toscana): “serve un patto tra Regione, Comuni e aziende per sostenere economicamente il passaggio al porta a porta”
Firenze, 26 febbraio ’08. “Raggiungere il 65% di raccolta differenziata nel 2012 come impongono le nuove norme nazionale, è possibile solo attraverso una rivoluzione nella gestione, passando a sistemi di raccolta spinta intensiva, come il porta a porta, in tutta la Toscana. Occorre che le tasse ambientali già esistenti, come per esempio l’ecotassa sulle discariche, siano investite per promuovere la raccolta differenziata. Vogliamo anche chiedere un impegno congiunto per migliorare il mercato dei materiali riciclati, che saranno oltre 1,8 milioni di tonnellate” questa in estrema sintesi gli argomenti della conferenza stampa tenutasi stamani a cui hanno partecipato Alfredo De Girolamo, presidente Cispel Confservizi Toscana (l’associazione regionale delle aziende di servizio pubblico) e Paolo Regini, coordinatore della Commissione Ambiente dell’associazione.
Il 13 febbraio ’08 è entrato in vigore il secondo decreto correttivo del Testo Unico sull’ambiente, che prevede nuovi obiettivi di raccolta differenziata (45% a 2008, 65% al 2012) e la limitazione dell’assimilabilità dei rifiuti provenienti da attività produttive, ai rifiuti urbani.
“Propongo un patto tra Regione, Comuni, aziende per sostenere economicamente l’incremento dovuto al passaggio al porta a porta, che secondo le nostre stime ammonta a 117 milioni di euro, destinato a essere incluso nelle tariffe che, in assenza di interventi pubblici, potrebbero dunque aumentare del 6-7% all’anno.” - ha annunciato De Girolamo.
“La limitazione dell’assimilabilità ai rifiuti urbani poi, sottrae quote consistenti di rifiuti dal circuito “urbano” e conseguentemente dall’assoggettabilità a tassa o tariffa da parte degli enti locali. Un impatto quantitativo ed economico rilevante, specie nelle aree urbane, che potrebbe far salire l’aumento delle tariffe fino al 15% l’anno.” ha spiegato Regini.
“Un tavolo di lavoro regionale - ha continuato De Girolamo - sull’applicazione della norma nazionale servirebbe anche e soprattutto per lavorare al mercato di sbocco dei materiali riciclati. Oggi è già un mercato saturo e l’aumento di carta, plastica, vetro riciclato ma soprattutto di compost proveniente dalla differenziata organica, rende necessaria l’adozione di politiche pubbliche di sostegno al mercato del recupero forti, efficaci e realizzabili in tempi rapidi.”
“Le misure per promuovere il mercato dei materiali riciclati – ha concluso Regini - potrebbero essere la promozione dell’acquisto del compost di qualità da parte di agricoltori, enti pubblici per parchi e giardini, gestori dei terreni demaniali a partire dalla Regione stessa, il sostegno della Regione alla sperimentazione di tecnologie per l’uso energetico della biomassa raccolta, il sostegno alla ricerca applicata per l’utilizzo della frazione vetrosa e della plastica nei processi produttivi, con un maggior controllo sul rispetto da parte degli enti locali della normativa sugli appalti verdi.”
“La rivoluzione nella gestione – hanno spiegato i rappresentanti di Cispel – produrrà anche altri effetti, prima di tutto sociali, per l’impatto che il nuovo sistema di raccolta avrà sulle abitudini di utenti ed imprese, sulle amministrazioni locali e sul decoro urbano, di sicurezza, per la maggiore esposizione ai rischi di sicurezza sul lavoro a cui saranno sottoposti gli operatori specializzati con il compito di raccogliere manualmente i sacchetti, comunicativo, per gli indubbi problemi di informazione che una tale rivoluzione dei comportamenti individuali e organizzativi comporterà, ed infine di controllo, poiché il nuovo sistema potrà essere efficace solo a fronte di un rafforzamento del sistema dei controlli sul rispetto da parte degli utenti dei nuovi standard di comportamento.”

mercoledì 27 febbraio 2008

Caccia. Verdi contro l'inquinamento da piombo.

comunicato stampa

SALUTE : APPROVATA MOZIONE SULL’INTOSSICAZIONE DA PIOMBO NEGLI UCCELLI ACQUATICI E NEL CORPO UMANO

Lupi :ora intervento Arpat per azioni mirate di bonifica

Firenze 27 febbraio ‘08

“Esprimo grande soddisfazione per l’esito positivo della mozione sull’intossicazione da piombo negli uccelli acquatici e nel corpo umano discussa e approvta stamani in Consiglio Regionale - ha dichiarato Mario Lupi capogruppo VERDI per l’Unione in Regione Toscana .

Da tempo la maggior parte dei Paesi più industrializzati hanno posto limitazioni all’uso dei pallini di piombo per l’attività venatoria nelle zone umide, e anche in Italia ed in Toscana si cercano misure, efficaci e poco onerose, per risolvere questo grave problema ambientale. Con questo indirizzo si va verso il divieto dell’utilizzo di pallini di piombo per la caccia nelle zone umide.

Ora gli effetti tossici del piombo sugli esseri viventi, uomo compreso, sono ben noti: il piombo si deposita nelle cellule epatiche e renali, si sostituisce al calcio nel tessuto osseo, determinando riduzione della crescita e debolezza della struttura scheletrica, inibisce la sintesi dell’emoglobina, altera il funzionamento del sistema nervoso centrale e periferico, riduce le capacità immunitarie, provoca quindi una maggiore sensibilità alle infezioni. Negli uccelli si hanno manifestazioni tipiche della forma acuta di intossicazione da piombo: diarrea, vomito, inappetenza, perdita di peso, convulsioni, perdita dell’equilibrio come conseguenza della paralisi delle zampe e delle ali, cecità, coma e morte; ad esempio in uccelli delle dimensioni di un cigno reale l’ingestione di 4-10 pallini di piombo provoca la morte in 36-72 giorni mentre sono invece sufficienti solo 4 pallini e 6 giorni per determinare la morte con evidenti sintomi di avvelenamento acuto nelle anatre.

Nell’uomo a causa della diversa conformazione del nostro apparato digerente, i pallini di piombo non si fermano nel nostro stomaco, ma vengono in genere espulsi con le feci senza determinare significativa assunzione di piombo da parte del nostro organismo. Ma l’esposizione al rischio da parte dell’uomo è dovuta principalmente al consumo di animali affetti da saturnismo poiché le carni di questi animali contengono quantità significative di piombo in forma assorbibile anche dal nostro organismo. Il saturnismo è l’intossicazione cronica da piombo che è causata dall’assunzione protratta nel tempo di dosi non immediatamente letali del metallo, che si accumula in diverse sedi dell’organismo, provocando delle alterazioni funzionali e strutturali e si manifesta con astenia, anemia, diminuzione del volume delle masse muscolari, emaciazione, letargia e osteoporosi.

La mozione – ha spiegato Lupi – riconosce che i pallini da caccia per le zone umide non devono essere necessariamente fatti di piombo. Esempi di materiali alternativi più o meno ampiamente utilizzati sono: acciaio, bismuto, zinco, molibdeno, tungsteno e leghe di questi metalli; sono inoltre impiegate anche alcune plastiche dure; ed anche sulla spinta dei provvedimenti restrittivi adottati da numerosi Paesi molte case produttrici di munizioni da caccia (come la Winchester) hanno investito molto per mettere a punto cartucce che avessero performance paragonabili a quelle caricate con il piombo, pur adottando pallini di materiali diversi; l’efficacia dei pallini infatti è ormai legata più all’efficienza della cartuccia che al materiale di cui è costituito il pallino; la tecnologia raggiunta ha consentito di mettere sul mercato, a prezzi competitivi, cartucce a carica alternativa più efficienti rispetto a molte delle cartucce a pallini di piombo in commercio.

Ricordo infine – ha concluso Lupi – che il dispositivo finale della mozione chiede di:

- compiere azioni mirate di bonifica dei siti maggiormente contaminati e/o ritenuti a maggior rischio per gli uccelli tenuto conto che i tempi di permanenza dei pallini di piombo nel terreno sono molto lunghi e che in determinati ambienti l’accumulo dovuto a molti decenni di intensa attività venatoria potrà continuare a produrre effetti deleteri anche a distanza di diversi anni (o addirittura decenni) dalla messa al bando del piombo dei pallini;

- realizzare la sostituzione dei pallini di piombo con materiali non tossici come l’adozione di pallini da caccia d’acciaio o in leghe di metalli comunque efficaci da un punto di vista balistico, ma senza proprietà tossiche nei confronti degli animali, attraverso una sostituzione graduale, a partire dalla messa al bando e alla detenzione delle cartucce con pallini di piombo nelle aree umide, dove l’impatto sulla fauna selvatica risulta pesantissimo;

- promuovere un’azione obiettiva di informazione dei cacciatori, con materiali specifici e con il supporto dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.”

ufficio stampa - Gruppo Verdi per l’Unione




ACQUA:DOPO FIRENZE DELIBERA SPACCA ANCHE MAGGIORANZA REGIONE

Centrosinistra spaccato sull'acqua in Consiglio regionale. L'assemblea ha infatti approvato, con 17 voti favorevoli e 14 contrari (la spaccatura e' avvenuta tra Pd e Ps da una parte e Sinistra Arcobaleno dall'altra), una mozione che impegna la Giunta a ''invitare i Comuni a non sottoscrivere e ratificare atti per l'aggregazione delle societa' di gestione degli Ato 2, 3 e 6 della Toscana''.

In pratica, la mozione va contro l'accordo sottoscritto a novembre dai sindaci di Firenze e Roma, e che coinvolge altri 162 Comuni toscani, che gia' ha spaccato la maggioranza di Palazzo Vecchio. La mozione e' stata presentata dal gruppo dell'Udc. Oltre al centrodestra, hanno votato a favore i gruppi dei Verdi, Pdci, Sinistra democratica e Rifondazione (con l'eccezione del consigliere Luca Ciabatti).

Partito democratico e Partito socialista hanno votato contro. L'accordo a cui si riferisce la mozione e' quello sottoscritto il 24 novembre che prevede una societa' unica con la romana Acea come socio privato. A Palazzo Vecchio, nel gennaio scorso, la delibera di giunta che prevedeva la creazione del gestore idrico unico non e' passata per mancanza del numero legale in seguito alla spaccatura della maggioranza. (ANSA).

Prato non è il Bronx!

E' stata pubblicata sul Tirreno di oggi una lettera che affronta le recenti uscite "di cronaca" sul centro storico. Concordiamo con molto di quanto scritto nella lettera dal sig. Calamai, che cerca di ricondurre ad una giusta misura l'analisi della situazione pratese, descritta negli ultimi giorni come una specie di enorme Bronx in preda a bande di delinquenti.
Ci sono stati, è vero, dei segnali che non possono essere ignorati, ma come al solito si preferisce le tinte forti alle analisi attente, la cultura della "emergenza" e dell'allarme al pacato confronto e al ragionamento.
In questo modo, si aprono solo le strade a quegli "imprenditori della paura" che puntano sempre a soluzioni "straordinarie" (dal vigilantes ai coprifuoco), all'individuazione di un "nemico" (normalmente identificato con l'immigrato, anche quando i protagonisti dei fatti di cronaca non lo sono).
Noi, da tempo, abbiamo indicato che prima di tutto, ed insieme alle necessarie - ma residuali - azioni di contrasto, è fondamentale puntare sull'educazione alla cittadinanza, altrimenti ogni provvedimento, alla lunga, risulterà inutile: facciamo nostre, quindi, le parole del sig. Calamai, "Cominciamo a far rispettare le regole, a promuovere una campagna per il rispetto e l’educazione".
E' un compito non facile, ma dobbiamo pur iniziare!

Municipio Verde

da Il Tirreno del 27/02/08

Da qualche giorno è uscita sulle cronache, come per magia, una ragazzina che, presa da insolito senso civico, ma nell’anonimato, ha cominciato a parlare denunciando un degrado e una situazione del centro che sinceramente, a coloro che il centro non lo vivono, potrebbe far immaginare la città come un ricettacolo di piccoli teppisti pronti a tutto e dice: «Ormai la sera io e i miei amici evitiamo di passeggiare in centro. Cerchiamo di infilare in un pub al più presto possibile, così da non rimanere coinvolti in risse o litigi. Cerchiamo di non farci notare e passiamo la serata dentro il locale, però è triste». Onestamente, vi sembra questa la fotografia del centro di Prato? Vi sembra che in centro vi sia tutti i giorni questo pericolo di una guerra fra bande e vandali? Di pericolo per l’incolumità dei cittadini e di stato da coprifuoco? Del resto anche la ragazzina continua: «...perchè per fortuna non è successo mai nulla». Ma allora? Via non scherziamo e non facciamo una tempesta in un bicchier d’acqua. E’vero che molti ragazzi in questi ultimi tempi sono particolarmente maleducati, ma la responsabilità è da ricercarsi nell’assoluta inadeguatezza della scuola, degli insegnanti e anche, in modo particolare, dei genitori, che spesso se ne fregano dei figli e gli lasciano al proprio destino con la scusa che “sono grandi”, senza curarsi di dove vadano e cosa facciano fuori da casa.
Se in città vi sono alcune manifestazioni di eccessiva esuberanza e maleducazione, non è questa però una buona scusa per fare di tutta l’erba un fascio e descrivere il centro della città come fosse un ricettacolo di piccoli delinquenti; la stragrande maggioranza dei giovani, lavorano, studiano e rispettano le regole. E dovrebbero essere questi a fare notizia, non piccoli gruppi di incoscienti inconsapevoli. Da sempre il saper trasmettere valori, l’insegnamento, l’esempio ed il rispetto delle regole è il toccasana per indurre i giovani a comportamenti più civili e responsabili. Siamo certi che gli adulti riescano sempre a dare il buon esempio? Come si può pretendere che i giovani si abituino ad essere rispettosi quando gli adulti, forse anche i loro genitori, sono i primi a comportarsi in modo incivile e molti insegnanti non pronti ad affrontare la difficile missione di “educare”? Le vedete le macchine, una sull’altra in Piazza delle Carceri, in altre piazze, o parcheggiate in doppia fila senza rispetto per la gente e per il decoro della città? Ci consoliamo annunciando nuove telecamere e controlli video in tutte le piazze, siamo diventati una delle città più controllate d’Italia. Ma ci sarà poi dall’altro capo del filo qualcuno che controlla davvero? Non sarebbe meglio instaurare un rapporto personale con la città? Vedete qualcuno, vigili urbani o forze dell’ordine che fanno notare tutto questo, dialogando con i cittadini? Non è forse sempre stato detto che è meglio la prevenzione piuttosto che la punizione del reato? Allora, comincino, coloro che sono abilitati, a far notare ai cittadini gli errori, in modo civile e cerchino collaborazione.
Cominciamo a far rispettare le regole, a promuovere una campagna per il rispetto e l’educazione, a cominciare dalle scuole e vedrete che col tempo, anche il rapporto dei giovani con la città e i loro simili cambierà.

Giancarlo Calamai

Comitati Cittadini a Montemurlo

Pubblichiamo di seguito gli articoli pubblicati sul blog dei Cittadini Uniti Montemurlesi, in merito al "confronto" organizzato dall'Amministrazione comunale di Montemurlo sul tema dei rifiuti.
Come si può vedere, il tema della partecipazione e del confronto con i cittadini non è rilevante solo a Prato, ma anche in altri contesti.
Per quanto ci riguarda, sosteniamo senza riserve l'azione dei comitati montemurlesi, e le critiche avanzate.

Municipio Verde

LA POLITICA RIFIUTA IL CONFRONTO (26/02/08)


Alla fine, la tavola rotonda ed il consiglio comunale autoreferenziali si faranno.

A nulla sono valse le richieste e le proteste da parte dei comitati cittadini che hanno mandato nella serata di ieri, 25 febbraio, i propri rappresentanti al consiglio comunale per fare pressioni affinché il la seduta aperta in programma giovedì prossimo, 28 febbraio, che avrà come unico argomento il tema rifiuti, fosse spostata ad un'altra data, in quanto, nessun comitato potenzialmente interessato ad intervenire è stato avvertito in merito.

Così, il comune, metterà in scena il proprio teatro fatto di buoni propositi e di dati confortanti senza il minimo abbozzo di voce contraddittoria.

E dire che erano state fatte delle promesse ai comitati cittadini.
In particolar modo dall'assessore Ganugi che, incontrando in data 10 gennaio i Cittadini Uniti Montemurlesi, li aveva rassicurati dicendo che sarebbero stati avvertiti per tempo e che la loro presenza sarebbe stata graditissima non solo per quanto riguarda la partecipazione al discorso ma che avrebbero addirittura preso parte nell'organizzazione dell'evento.

Ci domandiamo anche come a fronte delle innovazioni mostrate al convegno di Pistoia, come mai non sia stata invitata anche la oramai scomoda "controparte" gestionale per poter contrapporre ed argomentare le tesi e l'errata gestione dei rifiuti da parte di ASM!

Semplice, autoreferenzialità e niente di più, alla faccia della partecipazione. Troppo tardi, quindi, è arrivato l'invito (sabato a mezzogiorno circa) della gentilissima segretaria del sindaco Naila Becherini, a partecipare come comitato.

I giorni precedenti l'ultimo consiglio comunale sono stati concitatissimi.
I comitati vengono a sapere del consiglio comunale aperto solo a mezzo stampa e nella giornata di Venerdì. I colloqui telefonici con il consigliere Maffei confermano la decisione presa dall'amministrazione che ha letteralmente sabotato ogni intenzione di dialogo vero con la cittadinanza, in quanto, in meno di una settimana, risulta impossibile contattare i tecnici ed i medici che possano sostenere le ragioni dei movimenti cittadini. Per non parlare dell'orario programmato della "famigerata" tavola rotonda che si terrà alle 16,30 quando la maggior parte della cittadinanza è a lavoro.

Che fare allora? Giocare l'ultima carta e presentarsi al consiglio comunale con l'intenzione di convincere i consiglieri a votare a favore dell'interpellanza comunale che spostava a data da destinarsi l'incontro tra l'organismo comunale e la cittadinanza. Ma lì, purtroppo, siamo rimbalzati su un muro di gomma politicamente trasversale, nel quale hanno probabilmente prevalso (nuovamente, diciamo noi) più gli interessi di partito che le reali necessità della popolazione.

Parlando con i vari esponenti ci siamo resi conto di quanto non ci sia nemmeno la voglia di una discussione costruttiva. Ascoltando le parole dell'assessore Ciolini che sostiene che "un inceneritore ci vuole per forza", oppure il consigliere Giglioli che ha alzato il tiro dicendo che "lo sapevate da tempo, dovevate essere pronti". Come se la dottoressa Gentilini o la sig.ra Carla Poli non facciano altro che aspettare ed osservare cosa succede a Montemurlo

Alla luce di questo comportamento tenuto dall'amministrazione e tenuto conto della mancanza di volontà di costruire un vero dibattito con tutti gli interessati, il Coordinamento dei Comitati della Piana, i Cittadini Uniti Montemurlesi ed il Comitato Ambientale di Montemurlo comunicano che non parteciperanno alla tavola rotonda in programma giovedì pomeriggio e che si presenteranno al consiglio comunale della sera per manifestare il loro dissenso verso il comportamento autorefenziale dell'amministrazione che, in tal modo, dimostra SOLAMENTE di temere il confronto aperto e trasparente.

Cittadini Uniti Montemurlesi
Comitato Ambientale di Montemurlo
Coordinamento dei Comitati della Piana FI-PO-PT


UN'ALTRA TAVOLA ROTONDA ALLA MONTEMURLESE

Oggetto: consiglio comunale aperto sui rifiuti

Abbiamo appreso oggi che avete convocato un consiglio comunale aperto sulla questione rifiuti e non può che farci piacere.
Ciò che ci fa un po' meno piacere è osservare la data in cui si dovrà svolgere questo consiglio: giovedì prossimo 28 febbraio alle ore 16.30. Quanti comitati sono stati avvertiti a riguardo? Ve lo diciamo noi. NESSUNO In più, fatto ancora più strano, tale vostra decisione ci è stata comunicata attraverso una "difficilissima" e poco ufficiale telefonata dal consigliere Maffei.

Il confronto che i comitati cercavano con codesta giunta si sta trasformando in un monologo autoreferenziale, privo quindi di contraddittorio, tanto che non ci è possibile invitare
medici qualificati per trattare il problema rifiuti in così poco tempo; non è possibile una partecipazione cittadina data l'ora in cui è prevista la convocazione; non è possibile invitare responsabili dei vari comitati e del coordinamento quali avranno ognuno loro idee e proposte da confrontare.

Non comprendiamo inoltre l'urgenza della convocazione, visto che avete ampiamente sforato tutti i termini per la convocazione previsti dal Regolamento del Consiglio Comunale, (comma 4, articolo 27 del Regolamento del Consiglio Comunale di Montemurlo, approvato con delibera di Consiglio n°24 del 27.04.1998 esecutivo dal 11.05.98): il consiglio comunale aperto sull'argomento è stato approvato nel mese di ottobre, il regolamento prevede che la convocazione avvenga entro 20 giorni dalla data di richiesta. Se a questo si aggiunge che in base alle nostre informazioni un consigliere ha fatto tale richiesta di consiglio comunale aperto alla popolazione da oltre 2 mesi e che la stessa viene ora accettata e deliberata in tutta fretta, senza che nessuno venga informato, dimostra la reale volontà di confronto con la cittadinanza. Un confronto che, nei fatti, non c'è e non vuole esserci in quanto l'amministrazione tratta la situazione pubblica come se fosse il cda di un'azienda privata che tiene conto esclusivamente dei propri interessi.

Per questo motivo richiediamo che venga aperto un confronto, degno di tale nome, con il Coordinamento dei Comitati della Piana Fi-Po-Pt inclusi il Comitato Ambientale Montemurlo e i Cittadini Uniti Montemurlesi ed i loro relativi tecnici sia sulla questione della gestione integrata come quella in materia sanitaria.

Attendiamo quindi una vostra conferma per il cambiamento della data ed orario, da convenire ovviamente fra le parti.



Distinti saluti

Coordinamento dei Comitati della Piana Fi-Po-Pt

Cittadini Uniti Montemurlesi
Comitato Ambientale di Montemurlo


Abbiamo da fare immediatamente una rettifica. Qualche minuto fa abbiamo ricevuto una telefonata da parte della gentilissima Naila Becherini che ci ha riferito l'intenzione del sindaco Menchetti di invitarci. Oramai a giochi fatti ci sembra che l'invito voglia essere un contentino, comunque lo accogliamo e, se pur limitati da un orario non troppo felice per chi lavora, cercheremo di essere presenti come cittadini che vogliono essere informati.

Come già affermato, tramite lettera e per telefono, ci risulterà alquanto difficile poter contattare tecnici e chiedere loro un intervento in così breve termine. A noi piace che la "verità" la si possa raggiungere ascoltando voci da più campane, non che si ascolti solamente chi fa più comodo al momento.

La nostra presenza potrà portare beneficio in termini d'immagine per la "tavola rotonda", ma senza l'appoggio di professionisti noi non possiamo che proporre nostre opinioni ovvero pareri di semplici cittadini, quindi saremo presenti solo per ascoltare cosa verrà detto.


Enrico Mungai

martedì 26 febbraio 2008

LIBERADONNA

Facciamo nostro l'appello lanciato dalla rivista MicroMega, ed invitiamo tutti i nostri lettori a sottoscriverlo!

MV


A: Veltroni, Bertinotti e tutti i dirigenti del centro-sinistra

Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta! L'offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata bigotta - ha raggiunto livelli intollerabili. Ma egualmente intollerabile appare la mancanza di reazione dello schieramento politico di centro-sinistra, che troppo spesso è addirittura condiscendenza. Con l'oscena proposta di moratoria dell'aborto, che tratta le donne da assassine e boia, e la recente ingiunzione a rianimare i feti ultraprematuri anche contro la volontà della madre (malgrado la quasi certezza di menomazioni gravissime), i corpi delle donne sono tornati ad essere “cose”, terreno di scontro per il fanatismo religioso, oggetti sui quali esercitare potere. Lo scorso 24 novembre centomila donne – completamente autorganizzate – hanno riempito le strade di Roma per denunciare la violenza sulle donne di una cultura patriarcale dura a morire. Queste aggressioni clericali e bigotte sono le ultime e più subdole forme della stessa violenza, mascherate dietro l’arroganza ipocrita di “difendere la vita”. Perciò non basta più, cari dirigenti del centro-sinistra, limitarsi a dire che la legge 194 non si tocca: essa è già nei fatti messa in discussione. Pretendiamo da voi una presa di posizione chiara e inequivocabile, che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi – da qualunque pulpito provengano – di mettere a rischio l'autodeterminazione delle donne, faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e l’ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze. Esigiamo perciò che i vostri programmi (per essere anche nostri) siano espliciti: se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l'obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto; va resa immediatamente disponibile in tutta Italia la pillola abortiva (RU 486), perché a un dramma non debba aggiungersi una ormai evitabile sofferenza; va reso semplice e veloce l'accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di contraccezione fin dalle scuole medie; va introdotto l'insegnamento dell'educazione sessuale fin dalle elementari; vanno realizzati programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate, e rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro). Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposte a compromessi.

PRIME FIRMATARIE: Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana Cavarero, Cristina Comencini, Isabella Ferrari, Sabina Guzzanti, Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Dacia Maraini, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Rossana Rossanda, Elisabetta Visalberghi

Mondo.L'anno internazionale delle lingue

Municipio Verde è contrario all'omologazione culturale e contribuisce alla protezione del multilinguismo. mv

Con lo slogan “Languages matter!” (“Le lingue contano!”), l’UNESCO ha lanciato - giovedì 21 febbraio - a Parigi, l’Anno internazionale delle lingue 2008
Mediamente, infatti, ogni due settimane una lingua cessa di essere parlata. Nell’arco di poche generazioni, più della metà dei 7.000 idiomi al mondo rischia quindi di scomparire.
Nella risoluzione 61/266 del 16 maggio 2007, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2008 Anno internazionale delle lingue al fine di promuovere l’unità nella diversità e la comprensione dei parametri internazionali attraverso il multilinguismo. L’occasione odierna coincide con la Giornata internazionale della lingua madre lanciata nel 2000.
L’Assemblea Generale ha riconosciuto altresì che “le Nazioni Unite sostengono il multilinguismo al fine di promuovere, tutelare e preservare la diversità linguistica e culturale a livello mondiale”, ed ha sottolineato “la fondamentale importanza della parità tra le sei lingue ufficiali ONU”.
L’UNESCO, che si occupa del coordinamento delle attività legate a tale ricorrenza, è chiamata ad intervenire con urgenza per incoraggiare e sviluppare “politiche linguistiche regionali e nazionali coerenti che contribuiscano ad un uso appropriato ed armonioso delle lingue all’interno delle singole comunità“.
A New York, alcuni Uffici e Dipartimenti del Segretariato delle Nazioni Unite stanno organizzando una serie di campagne linguistiche per evidenziare le attività svolte all’interno del Segretariato stesso.
Considerando che le informazioni diffuse nelle lingue locali hanno il più alto impatto sulla popolazione, la rete di 63 Centri di Informazione delle Nazioni Unite (UNIC) nel mondo si è resa protagonista di varie attività di comunicazione, volte ad evidenziare il lavoro dell’ONU nelle diverse lingue materne ed internazionali, fra cui la strutturazione dei propri siti web in cinque delle sei lingue ufficiali ONU (arabo, francese, inglese, russo, spagnolo) e nelle seguenti 29 lingue non ufficiali: armeno, bahasa, bangla, bielorusso, ceco, danese, finlandese, giapponese, greco, hindi, islandese, italiano, norvegese, olandese, persiano, polacco, portoghese, rumeno, slovacco, sloveno, svedese, tailandese, tedesco, turco, ucraino, urdu, uzbeco.
Per gli uffici UNIC, la priorità è rappresentata dallo sviluppo delle pagine web nelle lingue locali.

Fonte: Dipartimento per le Politiche europee

Scuola. Un tetto per l'acquisto di testi scolastici

Per i libri di testo di una quinta professionale non si potrà spendere più di 120-140 euro l’anno; 370 euro, invece, sarà la spesa massima di un alunno che frequenterà la terza classe di un liceo classico.
E’ quanto prevede il decreto firmato il 22 febbraio scorso dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, con cui vengono fissati per l’anno scolastico 2008/2009 i tetti di spesa per i testi scolastici scelti dai docenti per ciascun anno di scuola secondaria superiore.
Dal prossimo anno, quindi, il costo dell’intera dotazione libraria dovrà essere mantenuto entro i limiti massimi di spesa indicati nel decreto. Si tratta di una innovazione che viene incontro ai circa 2 milioni e 600 mila ragazzi che frequentano le scuole statali superiori e che potrà consentire alle loro famiglie di contenere, almeno in parte, le spese per l’istruzione dei propri figli.
Il decreto prevede per ogni anno di corso e per ogni tipologia di scuola il prezzo massimo complessivo della dotazione libraria entro la quale i docenti potranno operare le proprie scelte.
Con i nuovi “tetti”, alla luce del monitoraggio effettuato quest’anno, il 40 per cento delle classi delle scuole superiori italiane dovrà abbassare l’importo complessivo della spesa per i libri.
Il Ministero ha anche attivato un sistema di rilevazione delle adozioni dei libri di testo, in modo tale da poter tempestivamente controllare gli eventuali sforamenti dei limiti di spesa da parte delle scuole.
Il mancato rispetto dei tetti di spesa sarà tempestivamente contestato alle scuole inadempienti.

Ci stiamo interrogando sulla reale applicabilità di queso decreto. Cosa faranno le case editrici? abbasseranno i prezzi? diminuiranno il numero di pagine o le foto a colori?
Come prenderanno questo provvedimento dopo decenni di regalie e di politica assistenziale nei loro confronti?
I professori dovranno mettersi d'accordo fra loro per non superare il tetto complessivo. Chi dovrà rinunciare ai testi che usa adesso?
Vedremo. Per il momento godiamoci questo decreto che, almeno di principio, è giusto.
Municipio Verde.

lunedì 25 febbraio 2008

PARCHEGGI IN CENTRO STORICO

Riceviamo e pubblichiamo l'appello lanciato dal Coordinamento dei Comitati Cittadini di Prato.

MV


Con l’introduzione del PUM (Piano Urbano della Mobilità) il Comune ha voluto ridurre gli accessi ai veicoli nella Zona del Centro città seguendo le direttive europee , principalmente per ridurre l’inquinamento. Ai residenti aveva imposto un pagamento di 15 € per poter accedere alle loro case in APU , ZTL e ZTC . Inoltre aveva istituito aree di parcheggio ( strisce bianche ) nella ZTL dalle 0.0 – 24 riservandole ai possessori dei permessi .
Con l’ordinanza n. 1579 del mese di luglio 2007 ,l’Amministrazione ha liberalizzato la sosta dei parcheggi in centro storico ,trasformando il divieto di sosta 0.0 - 24 con quello 7,30 -18,30 . Perciò dopo le 18,30 tutti possono entrare in Z T L e parcheggiare senza pagare,mentre a noi residenti viene richiesto ancora di pagare il permesso dei 15 € .
Non solo il Comune non ha mantenuto gli impegni sul controllo dell’inquinamento , ma ha creato una disparità di trattamento fra i cittadini .
Vi sembra giusto questo tipo di trattamento per noi residenti del centro ?
Se non vi sembra giusto,vi invitiamo a partecipare alla riunione che si terrà

Martedì 26 febbraio 2008 presso il Centro Sociale in
via Tintori 62, ore 21.00

per poter decidere insieme la forma di protesta da adottare.

Il Coordinamento Comitato Cittadini

Non votare Pd? Risponde Giulietto Chiesa

dal sito Megachip.info

Cari amici, io ho espresso il mio punto di vista nelle mie ultime prese di posizione (che potrete trovare tutte sul mio sito www.giuliettochiesa.it, e nelle risposte che ho già dato a diversi lettori). Alcuni chiedono una sintesi, giustamente, perchè alla fine bisogna tirare delle somme. Parto dal fondo.
L'argomento principale per cui non si deve votare PD è che il PD è nato per esprimere gl'interessi di coloro che hanno depredato il paese economicamente in questi anni, facendo arretrare le condizioni di vita dei lavoratori in generale. Oggi si sta peggio di ieri. E' una responsabilità netta, chiara, precisa. In più si aggiunge l'inganno, perchè Veltroni e i suoi sodali, fingono di essere di sinistra, mentre stanno andando a destra.
C'è un altro argomento da smontare: ma se Veltroni non vince, vincerà Berlusconi. Falso in molti sensi. Berlusconi vincerà perchè Veltroni ha deciso di correre da solo, rompendo con la sinistra. Questa sarà la causa prima, principale, inequivocabile, della sconfitta. Ma non è tutto.
Veltroni fa questa scelta non perchè vuole perdere. Non è stupido e non è idealista. La fa perchè sa che dopo le elezioni potrà giocarsi la partita con il centro e con la destra, a seconda dei risultati di alcune forze intermedie.
Tutto potrà accadere, dopo questo voto, salvo un'alleanza tra il PD e le sinistre. Questa è la mia analisi. Se sbaglierò sono pronto a offrirvi un pranzo nella migliore trattoria che frequento, con dolce e anche un buon vino. Ma so di non sbagliare. Infine, last but not least: se ci troviamo con un Berlusconi imperante è
perchè coloro che hanno dato vita all'ectoplasma del Partito Democratico non hanno fatto niente per togliergli il potere mediatico monopolistico di
fatto che egli ha, per altro, conquistato fraudolentemente. Potevano farlo e non l'hanno fatto. Perchè votarli visto che sono inciuciati con Berlusconi? E potrei continuare a lungo, ma penso che possa bastare.
Veniamo alla sinistra, cioè alla cosa rossa-arcobaleno. Per essere franchi - e l'ho già scritto - la considero corresponsabile di molti dei guai attuali. Ma non abbiamo di meglio, al momento attuale. Non credo che l'astensione sia una buona cosa. Non l'ho mai praticata. Con l'attuale sistema elettorale, sistema porcata, si può, senza fare errori gravi, dire alla gente di a) non votare PD; b) votare a sinistra del PD.
Ogni voto che va in quella direzione è "meglio che niente". c) Chiedere fino all'ultimo che i quattro partiti non si dividano i posti disponibili tra i loro apparati e si aprano per quanto possono fare al paese. Non è mai troppo tardi. Del resto è per il loro bene. Io sono convinto che, comunque, queste elezioni saranno uno spartiacque per la sinistra. Dopo si dovrà aprire una discussione a tutto campo per decidere dove e se vogliamo, possiamo andare, tutti insieme a ricostruire
una visione alternativa all'attuale delirio autodistruttivo del pianeta.
Io sto costruendo, per quanto posso, un piccolo bastione, che si chiama Il Bene Comune. Il mio scopo è costruire. Non presumo di avere tutte le
ricette pronte. Sono pronto ad ascoltare. E a lavorare con gli altri. Certo non posso volerli indebolire perchè penso che saranno miei interlocutori. Ma anche per loro non ci saranno sconti se non capiranno che devono cambiare rotta.
Questo è quello che penso, senza volpi sotto le ascelle, senza trucchi e diplomazie. Di cui non abbiamo più bisogno. Il resto lo sapete. Alcuni di voi sanno che faremo il nostro telegiornale e metteremo tutti e due i piedi nel sistema dell'informazione-comunicazione, in nome, per conto, con i soldi, della gente semplice e normale come me e voi. Da lì si ricomincia. Nel Partito Democratico non si comincia niente, si finisce.

Cordiali saluti
Giulietto Chiesa