TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 11 gennaio 2009

Firenze verso le amministrative. Verdi nella palude.

Secondo questo sondaggio i Verdi sono fuori gioco. Possiamo esprimere i nostri dubbi sull'opportunità di continuare a fare gli ambientalisti di rifinitura?
MV
Centrosinistra oltre il 50%
Lotta a tre nel Pd
Sondaggio: Pistelli è primo, ma Lastri e Renzi sono ad un passo. E il 58,7% non ha ancora scelto

Firenze, le primarie del centrosinistra, il voto a giugno per le amministrative. Le coalizioni, i candidati. Le liste civiche, le opposizioni possibili. C'è tutto questo nel sondaggio commissionato dal Corriere Fiorentino alla Simulation intelligence, società di ricerche che ha lavorato e lavora, tra gli altri, per Il Sole 24 ore, l'Espresso, Famiglia Cristiana, Mondadori, Rcs e Rai. La rilevazione è stata fatta tra il 7 e il 9 gennaio, prima che scoppiasse la bagarre dell'assemblea del Pd al circolo Andreoni e i vertici del Pd romano decidessero di inviare il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, come «osservatore ». Le ipotesi di alleanze e candidati nascono dal quadro conosciuto il 6 gennaio. Un quadro ancora in movimento.
LA POLARIZZAZIONE E GLI INDECISI - Per quanto riguarda i voti alle coalizioni e partiti, il sondaggio tiene conto di tutte le indicazioni di voto, compresi gli indecisi, e quindi le percentuali non rappresentano direttamente una ipotetica percentuale di voto alle elezioni. Il trenta per cento dei fiorentini intervistati non ha, infatti, ancora scelto per chi votare a giugno: il secondo partito della città. Quello che colpisce è la polarizzazione: su 100 elettori, 36,3 puntano al centrosinistra come coalizione, 23,2 al centrodestra. Una differenza di 13 punti che diventerebbero più di 20 (oltre 50 per cento del centrosinistra contro il 30 del Pdl) se, anche se metodologicamente non corretto, si prendesse in considerazione solo chi ha già scelto per chi votare. Un distacco recuperabile dal centrodestra solo grazie ad alleanze o convincendo la stragrande maggioranza degli indecisi.
IL PD E GLI ALTRI - La parte del leone, nel centrosinistra, la fa il Pd. Ma se alle elezioni politiche a Firenze i democratici sono arrivati al 48 per cento, l'effetto «voto utile» di allora non si ripeterà con quella forza. Gli altri partiti della coalizione ci sono: Italia dei valori al 3,5, la neonata Sinistra al 3,1, socialisti allo 0,9, Verdi allo 0,7. Percentuali che, Verdi a parte, consentirebbero un loro ingresso in consiglio.
FUORI DAI POLI, POCO SPAZIO - Colpisce, nella città dei comitati e dei movimenti, il poco appeal che, al momento, hanno liste civiche e similaria. Nel 2004 l'opposizione di sinistra (Prc, comitati, Unaltracittà sotto la candidata Ornella De Zordo), riuscì a mandare il sindaco Domenici al ballottaggio: impossibile, con questi dati. Il primo partito fuori dai poli è l'Udc, 1,1 per cento. Prc e Comunisti italiani si fermano, rispettivamente, a 0,9 e 0,7. Tra le liste civiche, quella ipotizzata da Mario Razzanelli, tema forte l'opposizione alla tramvia, lo 0,4. I Comitati cittadini sono sotto, con lo 0,3, più giù Valdo Spini e De Zordo con 0,3. Ma, al di là delle percentuali (abbondantemente sotto alla soglia di errore, 4 per cento), emerge che, fuori dai potenziali poli di governo, c'è poco spazio.
A DESTRA, LA LEGA C'E' - La situazione nel centrodestra è meno complicata. Sono, al momento, solo due le forze politiche alleate. Scontato che il Pdl confermi la sua forza. Ma chi pensava che quello della Lega, sotto gli Appennini, fosse un fuoco passeggero, si sbagliava: quel 2 per cento potrebbe essere sufficiente a farla arrivare nel Salone de' Dugento.
PRIMARIE OK, NONOSTANTE TUTTO - Nonostante mesi di polemiche all'interno del Pd e della coalizione sulle primarie e il loro futuro incerto, l'idea che i cittadini si siano allontanati sembra poco credibile: un fiorentino su quattro ha già deciso di andare a votare alle primarie, un altro 19,5 per cento lo farà probabilmente. Un potenziale enorme, tra 70 e 130 mila persone, pronte ad andare ai seggi il primo febbraio (rinvio permettendo).
CORSA A TRE. SENZA INCOMODO - Nella lista dei candidati alle primarie indicati nel sondaggio, sono stati inseriti i nomi che, al 6 gennaio, sembravano in corsa: anche Tea Albini (ora però i cioniani puntano di nuovo a primarie di partito e su Graziano Cioni), Riccardo Nencini (i socialisti condizionavano la sua presenza a un rinvio di un mese del voto) e il dipietrista Sabatino Clementini, che l'Italia dei valori pare aver invece fermato. Sono solo 3 i nomi che hanno percentuali alte: primo Lapo Pistelli col 12,2, seconda Daniela Lastri con l'11,6 per cento, terzo Matteo Renzi con il 9,9. Albini si ferma al 2,4 per cento, come Nencini. Lontanissimo il candidato della Sinistra, Eros Cruccolini, con l'1,4 per cento. C'è un ma: il 58,7 per cento di chi voterà alle primarie, ancora non ha scelto un nome. Le ultime settimane di campagna elettorale potrebbero ribaltare qualsiasi previsione.
LA POPOLARITA' E' UN LIMITE - Renzi, conosciuto dal 73,2 per cento degli intervistati, è il più popolare dei tre. Secondo Pistelli, ad un passo, col 69,8, terza Lastri col 61,7. Un vantaggio, per Lastri, che ha margini di spazio e di aumento di consenso maggiori dei due colleghi di partito. Tutti gli altri candidati sono sotto al 50 per cento: sempre un vantaggio, ma la distanza da colmare nei confronti dei primi tre pare veramente troppo ampia.
L'UOMO (O LA DONNA) CHE NON C'E' - Nessuno dei possibili nomi circolati nel centrodestra come possibile loro candidato sindaco ottiene più del 10 per cento. Neanche la popolarità nazionale del portavoce di Berlusconi aiuta Paolo Bonaiuti a sfondare il tetto: si ferma al 9,8, gli altri (Achille Totaro, Gabriele Toccafondi, Riccardo Migliori, Gaia Checcucci, persino il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini) sono tra il 5,4 e il 4 per cento. Anche qui, colpisce che i possibile elettori del centrodestra preferirebbero un esponente della società civile: il 67,4. A suo modo, anche questa è la conferma che, forse, la linea scelta dal Pdl, di non tirare ancora fuori il nome del candidato, potrebbe essere utile.
Marzio Fatucchi
11 gennaio 2009

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