TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

mercoledì 11 febbraio 2009

Prato. Economia: quando il marchio non vuol dire sicurezza

La richiesta da pare della Itierre, società che detiene la proprietà di marchi quali Ferré ed altri notissimi a livello nazionale ed internazionale, di accedere all'amministrazione straordinaria, rischia di avere grosse ripercussioni su un distretto già provato dalla crisi economica...
MV

da il Tirreno del 11/02/09
Il quasi crac dell’Ittierre fa tremare i lanifici

In difficoltà il confezionista dei big, i pratesi sono esposti tra i 5 e i 10 milioni
Sono circa sessanta le aziende che vantano crediti. Marini: «Intera filiera a rischio» Maselli: «Contiamo quanto il due di briscola»

PRATO. La tegola è rimbalzata da Milano a Parigi prima di cadere a Prato. Gli imprenditori tessili impegnati alla fiera di Premiére Vision ne avrebbero fatto volentieri a meno, ma c’è da fare i conti con un’ altra brutta notizia, la messa in amministrazione straordinaria della Ittierre, uno dei maggiori clienti del distretto, la società che produce le collezioni di Ferré, Malo ed Extè, oltre ad avere la licenza di Costume National, Just Cavalli, Galliano e Versace Sport. L’allarme sulle ricadute a Prato del quasi crac è stato lanciato da Riccardo Marini, presidente dell’Unione industriale.
Secondo Marini, «tra filati e tessuti, sono stimabili in una sessantina i principali fornitori dell’impresa (l’Ittierre appunto, ndr) che hanno sede nel distretto di Prato: aziende che oggi guardano con apprensione ai loro crediti e comunque alla possibilità di conservare un cliente di rilievo così significativo».
Si teme per i crediti perché l’amministrazione straordinaria è di fatto un’azione ostile verso i creditori: si congela la situazione e la si dà in mano a un commissario che poi decide chi, quando e se pagare.
La stima di Marini sembra attendibile. Quasi tutti i maggiori lanifici pratesi sono fornitori di Ittierre, che a sua volta appartiene alla It Holding, già sospesa in Borsa. In genere i grandi marchi mandano i propri stilisti a scegliere il tessuto nei lanifici pratesi e poi è la Ittierre che fa gli ordini.
Nessuno oggi è in grado di quantificare con precisione l’esposizione del distretto pratese verso il grande confezionista. Una stima prudente, però, parla di una cifra oscillante tra i 5 e i 10 milioni di euro, che difficilmente saranno recuperati. Sembra che a Como siano ancora più esposti di Prato.
«Questo evento è un ulteriore drammatico campanello di allarme per il nostro settore - commenta Marini da Parigi - e ci manda un messaggio molto chiaro: è l’intera filiera a essere a rischio». Per questo, aggiunge il presidente dell’Unione, sono ancora più urgenti gli ammortizzatori sociali contro la crisi.
Mario Maselli ha meno peli sulla lingua. Anche la sua Emmetex è esposta verso Ittierre (un po’ più di centomila euro), con cui lavora da trent’anni. «Ammortizzatori? I soldi li danno sempre ai soliti furbi, alla Fiat - dice - E noi invece facciamo la parte dei fessi, contiamo quanto il due di briscola». Questa storia dell’amministrazione straordinaria non gli va giù. «Lo fa qualcuno anche qui, ma bisogna vedere se è un meccanismo che porta al risanamento di un’azienda o se significa solo che si smette di pagare. Purtroppo credo che non si riprenderà una lira».
Che fare? «Mettere le pezze sui monumenti (come verrà fatto il 28 febbraio, ndr) non serve a nulla - dice Maselli - Bisogna alzare la voce, farsi sentire».
Anche la Beste dei fratelli Santi lavora con la Ittierre, ma Matteo Santi spiega che l’esposizione è minima (22.000 euro): «In certi casi noi fornitori siamo con le spalle al muro. Siamo obbligati dal cliente finale, cioè dal marchio, a trattare con confezionisti che possono non essere affidabili. Noi abbiamo monitorato la situazione finanziaria e ci siamo tutelati con forme di pagamento garantite». L’alternativa è rinunciare alla commessa, e non tutti possono permetterselo.
Paolo Nencioni

Nessun commento: