MV
da la Nazione del 11/02/09
Artigiani, fischi e urla ‘Ora ci si accorge della crisi?’
Contestati Cna, Confartigianato e le istituzioni
di ROBERTO DAVIDE PAPINI
IL CORAGGIO, certo, non è mancato ai dirigenti di Cna e di Confartigianato di Prato e Pistoia che (sotto la pressione di una parte della base) hanno organizzato l’assemblea congiunta dei contoterzisti ieri sera in un’affollato salone consiliare del Comune di Prato. Erano prevedibili, infatti le contestazioni, i fischi, gli ululati di una parte del pubblico e anche gli interventi duri di singoli artigiani. Il sindaco Marco Romagnoli, in apertura, quando il clima era ancora pacato. ha ricordato «la capacità che Prato ha sempre avuto di ritrovarsi insieme e difendere il patrimonio di tutti».
ESASPERATI dalla situazione drammatica di crisi, dopo una lunga introduzione dei dirigenti delle due associazioni (che hanno riproposto il pacchetto di richieste alle istituzioni su credito, sostegno alle piccole imprese tessili, legalità, lotta alla concorrenza sleale e ammortizzatori sociali) alcuni tra i circa duecento terzisti presenti hanno rappresentato tutto il loro malessere con interventi molto critici verso le associazioni artigiane e le istituzioni pubbliche e un ritornello comune: «Dove eravate quando, dal duemila a oggi crollavano i dati su fatturato, export, occupazione? Perché solo ora vi fate vivi? La verità è che vi interessano solo i soldi e i voti» ha tuonato un artigiano di Agliana (molto applaudito) che per tutta la sera ha becchettato con il tavolo della presidenza. Atteso anche l’intervento di Manuela Biliotti, che ha dato vita al movimento “Prato artigiana” chiedendo a gran voce l’evento: «Non ci sentiamo rappresentati da queste associazioni». Attacca subito Biliotti che accusa Cna e Confartigianato di far parte «di un mondo non più attuale e sono asservite da troppo tempo a chi non ha mai pensato a noi come a una risorsa del mondo del lavoro».
I vertici di Cna e Confartigianato cercano di rintuzzare le critiche, come fa il responsabile regionale di Federmoda, Massimo Melani: «Non è giusto dire che non si è fatto nulla». Gli fa eco Luigi Rossi, presidente nazionale di Federmoda: «Chi dice che le associazioni non hanno fatto nulla è in malafede. Dobbiamo dare una risposta unitaria se vogliamo farci ascoltare. Se ritenete, potete bloccare la città per protesta, ma fatelo in maniera unitaria». La platea, però, è surriscaldata e c’è chi chiede conto del perché le associazioni non si siano opposte più fermamente agli studi di settore; chi sollecita un patto tra artigiani e committenti; volano accuse a chi impone tariffe basse. ma anche a chi le accetta; c’è chi punta il dito sulle associazioni «troppo politicizzate». Vista l’aria che tira, il direttore di Cna, Fabio Mazzanti, cerca di cavalcare l’onda della protesta e riesce parzialmente ad arringare la folla, esortando «a scendere in piazza per far sentire la nostra voce». Sullo sfondo, spesso evocato, c’è anche il tema dell’illegalità del “distretto parallelo cinese” e quando una parte del pubblico chiede che intervenga il prefetto Eleonora Maffei, anche per lei ci sono fischi e interruzioni, ma questo non le impedisce di andare avanti serenamente e ricordare che «la comunità cinese va accolta e portata dalla parte della legalità», e che «i cinesi accrescono il benessere di Prato», chiudendo tra gli applausi il suo non facile intervento. «Ci hanno contestato, è vero — ammette Andrea Belli, responsabile nazionale dei tessili di Confartigianato — ma non hanno fatto proposte. Il medico che sa solo indicare il male non è un buon medico». Forse, però, non appare chiaro a tutti chi debba fare il medico e per curare chi.
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