MV
da la Nazione del 13/02/09
Spa partecipate Taiti all’attacco
«E’ ARRIVATO il momento di far luce sui reali rapporti tra il Comune e le società partecipate. Bisogna che la gente venga a conoscenza dei condizionamenti subiti dall’amministrazione». Non usa giri di parole Massimo Taiti, presidente della commissione 7, creata per monitotare le società a cui il Comune ha affidato servizi. Nella relazione finale della commissione, dopo tre mesi di colloqui coi dirigenti delle aziende e di analisi dei documenti messi a disposizione, secondo Taiti sono emersi alcuni punti controversi, che erano stati sottolineati anche da un rapporto preliminare realizzato dal servizio qualità totale del Comune e distribuito alla giunta lo scorso febbraio, ma non discusso in consiglio. «Le due analisi – spiega Taiti – evidenziano quello che tutti pensano e dicono sottovoce già da un po’ di tempo, e cioè che l’amministrazione ha perso il suo ruolo di controllo sulle partecipate, venendo al contrario nei casi più eclatanti ‘utilizzata’ da grandi gruppi come Asm e Consiag. Aspettiamo ulteriore conferma a questa tesi dall’aggiornamento di marzo del rapporto del servizio qualità totale. Dai dati in nostro possesso — aggiunge — possiamo dire che ci sono situazioni in cui l’amministrazione non ha un interesse nel portare avanti le sue partecipazioni, dato che le aziende in questione sono in perdita». Non solo. Il consigliere comunale dell’omonima lista civica sostiene che, dopo il decreto Tremonti dello scorso agosto (che obbligava le aziende pubbliche che gestiscono servizi pubblici ad assumere tramite concorso), «nel lasso di tempo tra la presentazione e l’entrata in vigore nell’ottobre successivo, sono nati una miriade di nuovi dirigenti, con conseguenti aumenti di stipendio». La conclusione è un attacco in piena regola: «E’ stato fatto il possibile – conclude Taiti – per fare gli ultimi “favori” senza dover rendere conto a nessuno. Non ci sono stati indirizzi precisi né controlli adeguati da parte dell’amministrazione».
Leonardo Montaleni
«Comune ostaggio delle partecipate»
PRATO. Il sindaco Romagnoli ha commissionato un report all’ ufficio qualità per analizzare le municipalizzate ma, nonostante il rapporto sia stato consegnato il 31 dicembre 2007, non è mai stato presentato ai consiglieri comunali. Ad accorgersi del presunto insabbiamento è stato Massimo Taiti durante i lavori della 7º commissione creata per studiare lo stato delle partecipate. «Il presidente del Consiglio Comunale - spiega - non ha mai autorizzato la discussione, durante i lavori della commissione abbiamo scoperto l’esistenza di questo report e in modo del tutto autonomo siamo arrivati alle stesse conclusioni». Taiti, tramite una mozione sull’ argomento presentata nel consiglio comunale di ieri, in base ai risultati ottenuti, chiede che tutti i contratti vengano coordinati da un unico soggetto all’interno dell’amministrazione comunale, che venga fissato annualmente il budget e gli indirizzi delle prestazioni e che venga incaricato un solo referente a cui inviare tutti i reports. «In sostanza - continua il presidente della commissione - come era stato evidenziato anche dal report della dottoressa Frezza, il Comune è ostaggio delle municipalizzate, da controllore diventa controllato. Questi dati non sono mai stati resi pubblici, tuttavia mi sembrano la base su cui è stato fatto il sondaggio che ha portato Romagnoli a non ricandidarsi».
A rincare la dose anche Vittorio Giugni dei radicali: «Sul fronte dei costi, inoltre, risulta che Consiagnet annualmente perde 700 mila euro, che tra agosto e ottobre 2008 sono stati modificati gli organigrammi delle più importanti consociate per evitare di applicare l’articolo 18 del decreto Tremonti che invece prevede concorsi pubblici per l’assegnazione di collaborazioni e incarichi interni». Alla fine di marzo verrà consegnato un nuovo report in cui sono analizzati i bilanci delle municipalizzate: «In un momento in cui si chiede maggiore trasparenza e minor sprechi alla politica - spiega Taiti - mi sembra che quanto è avvenuto sia molto preoccupante». Nella relazione finale della commissione 7 viene anche evidenziato che per quanto riguarda l’assetto societario dell’ Interporto e di Gida sarebbe auspicabile una maggiore apertura verso il privato, mentre per Sori è necessario rivedere le funzioni di riscossione e di gestione.
A.A.
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