MV
da la Nazione del 13/02/09
«Il teatro scomodo chiede ascolto»
«CULTURA significa anche istruzione, investire sull’istruzione dei cittadini, far vivere la città, renderla viva, migliorarla artisticamente, nei suoi spazi. Tutto questo a Prato è ancora da intraprendere». Maila Ermini non ha mezze misure nella critica a una città nella quale si sente ignorata dalle istituzioni. Maila Ermini dirige ’La Baracca’, un piccolo teatro che porta avanti un programma di denuncia, che affronta temi «scomodi» e che ha avuto il coraggio di rifiutare i duemila euro della Regione ritenendola una cifra irrisoria. Ha affrontato questioni sociali e politiche portando sulla scena spettacoli significativi come quelli dei «concubini», dei «celestini», del boia di Figline , il Laris Pulenas e la «città negata» etrusca di Gonfienti.
«Siano uno dei pochi teatri in Italia che riesce a vivere senza finanziamenti, afferma, ma viviamo il teatro, più che come mestiere, come strumento, missione, significato, politica». E tornando su Gonfienti sottolinea come questo piccolo gioiello dovrebbe «essere l’orgoglio di tutta la cittadinanza e stimolo non solo culturale ma economico. Ma forse questa potenzialità non è stata compresa e la città giace coperta». Sempre polemica e battagliera dichiara che «non ci può essere un solo teatro, o due o tre gestiti da un’unica matrice che assorbono gran parte del capitolo assegnato alla cultura».
Grandi difficoltà, dunque, ma la Ermini non molla: «Oltre agli spettacoli per bambini continueremo ad affrontare nel futuro la memoria scomoda di Prato che sarà il filo conduttore anche della prossima stagione: il teatro non può essere solo una poltrona comoda».
Franco Riccomnini
Nessun commento:
Posta un commento