TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 10 giugno 2008

"Tempeste" e psicopatologia della vita politica pratese

Veramente interessante vedere il Sindaco che si ritrova costretto ad intervenire per "chiarire" il già chiarissimo conflitto esistente tra l'Ufficio di Piano e Urban - e quindi, tra l'amministrazione e l'amministrazione, visto che tutti gli attori coinvolti in un modo o nell'altro fanno capo al Comune.
Un esempio lampante di psicopatologia della vita politica italiana, e pratese in particolare, dove le diverse "personalità" si scontrano all'interno dello stesso soggetto.
Semplicemente sconfortante...
MV

Dal sito internet del Comune di Prato

Sindaco
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Lunga dichiarazione di Romagnoli sulle questioni urbanistiche

«Una tempesta in un bicchier d'acqua»

«Una tempesta in un bicchier d'acqua», è la definizione data dal sindaco Marco Romagnoli, in una lunga articolata dichiarazione sulle questioni urbanistiche, dopo l'intervista dell'assessore Stefano Ciuoffo.
La premessa - La dichiarazione è introdotta da una premessa: «Quando abbiamo deciso di avviare una revisione del Piano strutturale eravamo coscienti delle difficoltà che avremmo incontrato, delle pressioni che ne sarebbero scaturite, degli interessi che sarebbero stati toccati. Avevamo considerato anche la complessità del procedimento amministrativo e le necessità di trasparenza e di partecipazione che, certamente, comporta un ulteriore aggravio, ma è irrinunciabile per un intervento di così grande rilievo per lo sviluppo della città».
Scelte comuni - E' per questi motivi, continua il sindaco, che «si è costituito un Ufficio Piano, cui hanno partecipato tutti quei soggetti politici e tecnici coinvolti nel procedimento, che hanno condiviso le scelte della programmazione e del progetto affidato ad Urban. Con la coscienza che i tempi sarebbero stati importanti quanto i contenuti».
La procedura - «Per stringere i tempi - spiega Romagnoli - si è dovuto condurre in parallelo sia la programmazione (l'anticipo della variante sulla Declassata) sia la progettazione affidata ad Urban, scontando necessariamente tensioni e incomprensioni fra gli staff tecnici, sottoposti ad un duplice stress: fare velocemente, non avendo però ciascuno la piena visibilità del lavoro dell'altro».
Vicini alla meta - Per il sindaco «oggi siamo ad un passo dal traguardo. La scorsa settimana si è concluso in Regione il confronto sui contenuti della variante, e si può affrontare la fase successiva del regolamento urbanistico, e, nel caso dell'area ex Banci, del piano complesso o del piano attuativo, per procedere con un iter più veloce e snello».
Proposta aperta - «Nel frattempo - continua il primo cittadino - la proposta Urban è stata portata alla discussione del Consiglio comunale e della città come ipotesi aperta a modifiche, perfezionamenti e migliorie».
Fatto ininfluente - «A questo punto - prosegue Romagnoli - si è scatenata una tempesta in un bicchier d'acqua. Evidentemente le preoccupazioni, legittime, accumulate hanno trovato sbocco nel fatto che non c'è piena coerenza fra il progetto proposto e la variante in via di approvazione. Si tratta di un fatto ininfluente e sono comprensibili le parole dell'assessore Ciuoffo che ha sottolineato come la scelta del sindaco sia la variante, portata in Consiglio e in Regione, perchè questa è la parte programmatoria a cui ogni progetto deve corrispondere».
Il contrasto - Il sindaco entra nel merito delle difformità fra il progetto Urban e la variante Declassata: «Il contrasto consiste in una strada, che dovrebbe nascere a lato di via Valentini, per evitare il nodo della rotonda di Pratilia, sia per il traffico privato che per la tranvia. Poichè si tratta di una previsione che non potrà avere attuazione nei prossimi cinque o sei anni, essa risulta non essenziale al progetto, che deve avere invece veloce attuazione».
Urban - Per il sindaco «la proposta di Urban presenta molti elementi di complessità che meritano un grande impegno per approfondirne la validità, le possibilità di concreta realizzabilità e la fattibilità economica. Questo è ciò che abbiamo voluto porre all'attenzione e alla discussione della città. Per questo è comprensibile che si dica che questa non è la variante».
Nervi saldi - «Su un intervento di queste dimensioni e complessità - aggiunge il sindaco - sono scontati i momenti di tensione nel confronto sulle scelte da fare. Anche per gli investimenti economici collegati e la diffusione degli interessi messi in gioco. Eppure questa è solo una parte, e non la maggiore, della variante generale che dovremo affrontare. Quindi è necessario prepararsi ad una fase di ancora maggiori sollecitazioni, che richiederanno il massimo di lucidità e di saldezza».
“Comanda” il pubblico - «Quello che ci guida - dice il sindaco nelle righe finali - è la tutela dell'interesse generale e, quindi, l'idea di un processo che muove dalla pianificazione e dal progetto pubblico, cui devono uniformarsi le proposte dei privati, in funzione dello sviluppo equilibrato della città».

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