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La mer, la fin...

venerdì 16 gennaio 2009

Firenze verso le primarie di coalizione. Vannino e company.

coalizione


Primarie, fatte anche le regole Cioni: non so se andrò a votare
Chiti presenta i risultati della sua missione: «C'è un nuovo clima da cui ripartire». Lastri e Pistelli: «Superate le difficoltà». Albini si tira fuori



Ora è ufficiale. L'alleanza di centrosinistra sceglierà il candidato sindaco con primarie di coalizione e (eventualmente) ballottaggio. È ufficiale, un mese, cinque giorni e molte fibrillazioni dopo l'indicazione che arrivò dalla segreteria nazionale romana.
SI VOTA IL 15 FEBBRAIO - Primarie tra Pd, Verdi, Socialisti, Idv e Sinistra il 15 febbraio, con eventuale ballottaggio il 22 febbraio se nessun candidato raggiungerà il 40%, con tutti i candidati del Pd «ufficiali », a patto che raccolgano 1.000 firme di cittadini. Ma con un concorrente in meno, la cioniana Tea Albini, uno in arrivo, Riccardo Nencini per il Partito Socialista, e un militante che non voterà: Graziano Cioni.
REGOLE E DATE - Le regole e le date sono state presentate ieri da Vannino Chiti (inviato a Firenze da Walter Veltroni per sedare la rivolta di candidati e pezzi di partito), assieme al segretario regionale del Pd Andrea Manciulli e da quello fiorentino Giacomo Billi. «I colloqui con candidati e gli alleati sono stati positivi — ha detto Chiti — si è ricostruito un nuovo centrosinistra e un nuovo clima di coalizione: chiunque vinca sarà il candidato alle elezioni e tutti hanno sottolineato che lo sosterranno a spada tratta. E c'è l'impegno di rilanciare l'azione amministrativa del Comune in questi ultimi mesi». E a proposito delle perplessità dell'ipotesi del ballottaggio espresse da Renzi, Chiti ha detto: «Lo invito fortemente a stare in campo».
CIONI SUL PIEDE DI GUERRA - Restano tensioni e divisioni, anche se la corsa è ormai lanciata e la base elettorale del centrosinistra è ampia come nel 2004. Conferma di essere sul piede di guerra Graziano Cioni. Il prossimo 19 gennaio l'associazione Firenze Democratica, si riunirà per decidere quali iniziative intraprendere, a iniziare dalla lista che non sarà civica ma «dentro» il Pd, ma intanto lo Sceriffo tuona. «Io sono iscritto al Pd — dice Cioni — ma in questo Pd che stravolge le primarie con l'obiettivo di farmi fuori non mi riconosco. Ma non me ne vado: va via chi non sta alle regole, quindi rimango. Certamente — aggiunge — condivido poco o nulla di quanto deciso: il Pd nacque con molte speranze ma ora vediamo che nei momenti clou i Ds portano le truppe ma i generali li mette la Margherita, come successo con Delbono a Bologna e come si sta profilando a Firenze. Piango la mia disperazione per un partito che non c'è più e non so se voterò a queste primarie». Cioni, accanto a Tea Albini e all'altro assessore di Domenici Riccardo Nencini conclude: «C'è una filiera di democristiani che va da Dario Franceschini a un candidato alle primarie, Lapo Pistelli e al segretario cittadino Giacomo Billi, che non sarà invitato alla kermesse del 19, in quanto non ha fatto l'arbitro ma il giocatore. Ho invitato Vannino Chiti e Andrea Manciulli».
SODDISFATTI PISTELLI E LASTRI - Soddisfatti, invece, Lapo Pistelli e Daniela Lastri. «Finalmente abbiamo superato una situazione di oggettiva difficoltà che la città e gli elettori facevano fatica a comprendere — dice Lastri — l'intervento di Vannino Chiti è stato utile. Le primarie possono così riprendere il loro cammino. Per quanto mi riguarda — aggiunge — continuo, semmai con maggiore slancio, il mio lavoro. Per domani (oggi, ndr) ho convocato il comitato elettorale e attendo cittadini e sostenitori alle prossime iniziative, una già il 19 e una il 21». «Si è fatto un gran polverone — dice Lapo Pistelli — in maniera infondata, ma le primarie sono salve. Le primarie di coalizione si fanno anche per rasserenare il clima in Palazzo Vecchio e completare il mandato amministrativo. E le regole non sono state cambiate troppe volte, l'unico vero cambiamento è stata la decisione di passare da primarie di partito a quelle di coalizione. Domani (oggi, ndr) sera al Saschall parlerà del futuro della città, perché finisce un ciclo di dieci anni e ne comincia un altro». Da Renzi, prima della serata per presentare il programma dei «100 giorni», solo una battuta: «Le liste civiche? Le fa chi non fa politica ».
SI RIPARTE - Da oggi, dunque, si riparte: destinazione Palazzo Vecchio. Con Daniela Lastri, Lapo Pistelli e Matteo Renzi per il Pd, con Eros Cruccolini per la Sinistra, Verdi e Idv che non presenteranno candidati, i Socialisti che pensano al segretario nazionale e presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini. E con il Pdl che prima o poi dovrà decidere.
Mauro Bonciani
16 gennaio 2009

Corriere fiorentino.it

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