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da la Nazione del 03/01/09
Crisi uguale indigenza Prato soffre di più
L’indice è più alto della media regionale
di ROBERTO DAVIDE PAPINI
LA CRISI del tessile che picchia duro, quella finanziaria internazionale che si aggiunge pesantemente e, anche al di là delle classifiche della qualità della vita (con i loro esiti disastrosi), la netta sensazione di una Prato sempre più in difficoltà. Anche nell’indagine dell’Irpet (l’Istituto regionale di programmazione economica della Toscana) su dati Istat emerge questa situazione di crescente precarietà della provincia pratese. La ricerca si chiama “Toscana in cifre” e ancora non è stata pubblicata ufficialmente.
BASTA guardare i dati sugli indicatori di povertà assoluta suddivisi per aree geografiche (in base alle zone di competenza delle Asl) che vedono una media regionale del 2,3, mentre nel’area pratese l’indicatore è di 3. Molto di più delle varie zone dell’area fiorentina (che oscillano tra 1,2 e 1,8) , o di altre aree come l’empolese (1,4), Montagne pistoiesi (1,6), Val d’Orcia (1,5), area senese urbana (1,2) e via dicendo. Prato va meglio, invece, rispetto aa aree come Albegna-Fiora-Costa d’argento (3,8), alle Colline metallifere (3,4), alla Val di Cornia (3,2), a Massa e Carrara (3,4) e alla Garfagnana (3,1).
L’INDAGINE Irpet quantifica poi in 2mila 474 le famiglie povere della Provincia diPrato e in 9mila 335 le persone in situazione di povertà. I ricercatori Irpet precisano che la “povertà assoluta” viene misurata «sulla base del reddito necessario per disporre di beni necessari per soddisfare i bisogni minimi della sussistenza, ad esempio per una famiglia di due persone è fissata a 627 euro mensili».
Dati comunque preoccupanti, soprattutto se pensiamo che si riferiscono al 2006, il che significa che mancano anni di crisi pesanti come il 2007 e il 2008 che, con tutta probabilità, hanno aggravato la situazione.
«IN EFFETTI — sottolinea il capogruppo in Regione di Forza Italia, Alberto Magnolfi — i dati dimostrano che l’allarme che noi abbiamo lanciato ormai da molto tempo sulla situazione di particolare precarietà economica e sociale di Prato era più che fondato».
Secondo Magnolfi «questa è diventata l’area più fragile della Toscana, dove si vivono con più preoccupazione le aspettative del futuro e soprattutto dove i cambiamenti relativi che ci sonbo stati negli ultimi dieci anni sono tutti di segno negativo. C’è una crisi che ha investito tutte le componenti del vivere sociale e che è stata tardivamente individuata e ancora non contrastata».
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