Il problema, serio, è che non si può pensare di contare solo sugli ammortizzatori sociali, in attesa di una miracolosa quanto improbabile "ripartenza del distretto", e le politiche messe in campo sinora hanno le gambe corte. Eppure, di tavoli e tavolini ne sono stati fatti...
Non ci sono soluzioni già pronte, ma sono necessarie idee nuove! Proviamoci...
MV
da la Nazione del 21/01/09
Cassa integrazione e mobilità impennata record nel 2008 I dati dell’Inps evidenziano un quadro allarmante
di ROBERTO DAVIDE PAPINI
LA CODA quotidiana di persone davanti agli sportelli dell’Inps è lì a testimoniare il fenomeno dell’aumento di richieste di cassa integrazione, indennità di mobilità e di disoccupazione. I dati forniti ufficialmente dall’Inps, però, aggiungono le proporzioni esatte della crescita notevole dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali in provincia di Prato. A partire dall’indennità di mobilità (quella che va ai lavoratori licenziati delle imprese industriali): tra il 2007 e il 2008 le domande sono passate da 375 a 510, con un incremento del 36%, più di un terzo, dunque. Il totale (che comprende anche quelle domande per le quali è necessario un riesame) è passato dalle 391 del 2007 alle 580 del 2008 con un aumento del 48%. Non va meglio se andiamo sul fronte dell’indennità di disoccupazione, sia quella ordinaria (che spetta a chi ha lavorato almeno 12 mesi negli ultimi due anni ) che quella con requisiti ridotti (che tocca a chi nell’ultimo anno abbia lavorato almeno 72 giorni). Le domande per la disoccupazione ordinaria sono passate dalle 2mila 693 del 2007 alle 3mila 869 del 2008, la differenza è quindi di un + 43,6%. Se passiamo al totale, il passaggio è stato da 3mila 9 a 4mila 361 con l’incremento del 44,9%. Per quanto riguarda l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti le domande arrivate all’Inps nel 2007 sono state 816 rispetto alle 923 del 2008, in crescita del 13%. Puntando l’attenzione sul totale anche di questo tipo di ammortizzatore sociale siamo passati da 1007 a 1166, un aumento dell’8%.
ANCOR PIÙ indicativo è l’andamento della cassa integrazione, strumento che sempre più spesso viene utilizzato dalle aziende per affrontare momenti di calo del lavoro più o meno fisiologici (cassa integrazione ordinaria) o di ristrutturazione di fronte a crisi aziendali (straordinaria). Le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate nel 2007 a Prato sono state 175mila 743. se pensiamo che solo nei primi otto mesi del 2008 questa cifra è stata abbondantemente superata (i dati forniti dall’Inps in questo caso si fermano ad agosto) arrivando a 197mila 244, abbiamo un quadro piuttosto evidente della tendenza negativa.
UN PO’ meglio (o meno peggio, come sarebbe più corretto dire) sul fronte della cassa integrazione straordinaria che nel 2007 ha visto autorizzate 388mila 345 ore, un dato che al 31 agosto dell’anno appena trascorso è molto vicino (371mila 200) ed è destinato a effettuare un sorpasso in sede di consuntivo finale sui dodici mesi. Complessivamente, comunque, il conteggio di cassa integrazione ordinaria e straordinaria vede un aumento considerevole: nel 2007 le ore autorizzate sono state 564mila 88 e nei primi ottomesi del 2008 sono state poco di più: 568mila 444. A rendere ancora più impressionante questo trend negativo è il fatto che da questi dati sono escluse le ore di cassa integrazione straordinaria in deroga (ovvero quella per le aziende sotto i 15 dipendenti. che non sono di competenza diretta della Regione su fondi governativi. In attesa di avere il quadrio completo del 2008 impressionano i dati in dettaglio del dicembre 2008: tra cassa ordinaria e straordinaria sono state autorizzate 160mila 494 ore.
UN CAPITOLO a parte riguarda l’edilizia dove, apparentemente, siamo di fronte a una tendenza al ribasso della cassa integrazione. Nel 2007, infatti, le ore autorizzate erano state 38mila 930 nelle imprese industriali e 16mila 39 in quelle artigiane. Nei primi otto mesi del 2008 il dato appare assai più basso (17mila ore nell’industria e 9mila 282 nell’artigianato) ma qui subentra un fattore “meterologico”. Un largo uso della cassa integrazione, infatti, viene fatto per pioggia, ovvero per l’impossibilità di portare avanti i lavori a causa delle condizioni del tempo. La mancanza in questi dati di alcuni dei mesi più piovosi dell’anno (in particolare il periodo da ottobre a dicembre) influisce sicuramente su questo aspetto.
PRATO. La città, con le sue massime istituzioni e le associazioni di categoria, dà l’ultimatum al Governo: «o ci riceve o mettiamo in atto una serie di agitazioni». E’ questa la decisione scaturita ieri sera alla fine di un partecipato e animato tavolo di distretto in Provincia.
La città vive una crisi grave e attende delle risposte: il rischio è che una bella fetta dell’economia locale, tessile in testa, venga spazzata via e che 1.000 persone nel giro di qualche mese perdano il posto di lavoro.
«C’è la percezione - dice il presidente della Provincia Massimo Logli - che le buone maniere non servano a ottenere nulla. E qui la situazione è allarmante in particolar modo per il fatto che gli ammortizzatori sociali, tanto strombazzati, non ci sono». Logli questa mattina chiederà nuovamente un incontro al Governo (che sul tema aveva approvato un ordine del giorno, finora, disatteso) e se entro mercoledì, data in cui è stato nuovamente convocato il tavolo di distretto, non ci saranno risposte si potrebbe passare alle maniere forti. Una manifestazione che coinvolga tutta la città ma anche - e c’è chi lo ha ipotizzato - l’occupazione dell’autostrada.
Per dare il segno della mobilitazione la Provincia intanto parla «di tavolo di distretto permanente» e fa sapere che «sarà presto convocato un consiglio provinciale aperto».
Un ultimatum, appunto.
«La situazione è terribile - commenta Manuele Marigolli, segretario generale della Cgil, in accordo con i colleghi di Cisl e Uil - e ancora non sono arrivati i fondamentali ammortizzatori sociali. Serve un allungamento della mobilità e della disoccupazione ordinaria, servono i soldi della cassa integrazione in deroga, serve una più facile gestione della cassa integrazione ordinaria. Il rischio se non sarà messo mano a questi punti e che si perdano centinaia di posti di lavoro da qui a poco tempo».
Se gli ammortizzatori sono il problema più urgente il tavolo di distretto ha anche parlato di eticità delle aziende e di un fondo di garanzia per salvare le imprese virtuose. Logli ha dato la disponibilità per garanzie da parte della Provincia («daremo in garanzia anche palazzo Novellucci se necessario», ha detto provocatoriamente) mentre gli industriali hanno annunciato che stanno lavorando a una carta etica che disciplini i rapporti tra committenti e terzisti. Un successo per il Consorzio lavorazioni tessili che per la prima volta ha partecipato al tavolo della Provincia. «Siamo soddisfatti di questo risultato e dello spazio dato a questo tema», è stato il commento di Guido Pagliai, vicepresidente del Consorzio lavorazioni tessili.
Il Governo ha una settimana di tempo per rispondere e far salire i pratesi su un treno per Roma. O arrivano i soldi o Prato scende in piazza. E non solo per iniziativa dei sindacati ma di tutta la città. O il distretto riesce a far sentire la sua voce o muore.
I.R.
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