TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 4 gennaio 2009

Prato. Qualunquismi e gironi infernali

Non avevamo pubblicato, nei giorni scorsi, l'intervista al professor Cardini rilasciata a seguito della famosa classifica del Sole 24 ore semplicemente perché non ci pareva aggiungesse niente di particolare al dibattito in corso sullo stato della città - esprimendo peraltro delle opinioni in parte condivisibili e in parte criticabili sulla "qualità della vita" a Prato.
Ma la risposta del Comitato Macrolotto Zero e Lista "Prato Libera&Sicura", pubblicata oggi (04/01 - NdR) merita attenzione, non tanto per i contenuti - niente di nuovo, sotto il sole - quanto per le modalità "comunicative".
Intanto, sembra che nessuno, a parte gli esponenti della neonata lista (oramai parlare di "Comitato" e "associazione" non ha veramente più senso...), abbia conoscenza della situazione della "chinatown" pratese, descrivendola come un "girone infernale", una specie di bolgia fuori dalla grazia di Dio dove chiunque può dedicarsi alle pratiche più abiette. Chi osi soltanto mettere in discussione questa "verità" è ovviamente additato come "qualunquista", "semplificatore", e chi più ne ha più ne metta, volendone sottolineare, evidentemente, l'estraneità alla "vita reale" dei "pratesi".
Purtroppo, dobbiamo constatare che è un "registro" che funziona, anche in termini meramente propagandistici... Certo, fa presa su una serie di questioni che esistono, e che non possono essere negate, ma che vengono trasformate ed ingigantite "pro domo". A questo stile e a questi "contenuti" ci si può contrapporre solo con la fattiva collaborazione della comunità cinese, e iniziando a "comunicare" che la realtà, a Prato, è ben diversa da quella che qualcuno vuol far credere.
Uno sforzo gigantesco...
MV


da la Nazione del 30/12/08

Cardini: «E’ una salutare doccia scozzese»
LA BOCCIATURA nella classifica della qualità della vita non spaventa Franco Cardini, uno dei massimi storici italiani, nato a Firenze e da anni residente a Prato. Anzi. Paradossalmente meglio sprofondare tutto d’un botto (meno cinquanta posizioni rispetto al 2007) che un lento decadere «come avviene per Firenze».
Insomma nonostante la posizione da bassi fondi non è preoccupato per il futuro di Prato?
«Si tratta di una salutare doccia scozzese, Prato è in un situazione di trasformazione socioeconomica da cui bigona trarre il il meglio e contenere il peggio».
Ma i dati attuali non sono incorraggianti.
«Ritegno che la fotografia sulla situazione attuale della città sia una falsa prospettiva, un errore di visuale ottica perchè siamo in una fase di cambiamento in tutta Europa. E in questa trasformazione Prato ancora una volta, come tradizione, è all’avanguardia perché sta lavorando, anche con ostacoli e difficoltà certamente, all’organizzazione di un modo di vivere insieme a nuove comunità per la realizzazione di una società diversa, contemporanea».
I frutti si vedranno in un medio periodo?
«Ripeto Prato è all’avanguardia, aveva ragione Malaparte quando diceva che era una capitale morale. Una Livorno dell’entroterra».
Quale immagine ha della città?
«Io abito ai margini di Chinatown e posso dire che la qualità della vita a Prato è buona, la città è tutto sommato ordinata, ha buoni servizi civili, è piuttosto pulita. Ed inoltre non dimentichiamoci che nonostante tutto gli abitanti hanno un alto reddito pro capite».
C’è il problema della sicurezza.
«Bisogna dare più energia all’ordine pubblico per affrontare i problemi veri come ad esempio un crescente spaccio che vedo nella piazzetta in via Strozzi ma anche affinchè certe scelte emozionali non troppo innocenti e anche ’pelose’ di certe forze politiche in crescita, abbiano risposta concreta».
Lavoro purtroppo uguale crisi ormai da tempo.
«Anche nel lavoro bisogna adattarsi alle novità del mercato e reinventarsi come è avvenuto nel secondo dopoguerra quando Prato ha conosciuto la sua crescita esponenziale. Andrà avanti chi saprà gestire la trasformazione e capirà che la manodopera anche straniera è utile».

da la Nazione del 04/01/09
EGREGIO
Professor Cardini non sapevamo che le doccedi questo tipo fossero salutari.
Vorremmo rimarcare come lei semplifica la tragedia che i cittadini pratesi stanno vivendo sulla propria pelle e dalla quale, nessuno si faccia illusioni, nessuno verrà a tirarci fuori. Spetta quindi a noi rimboccarci le maniche.
Lei è uno storico, se non erro medievalista, vorrei partire proprio da qui, se la sua qualità di vita di riferimento è il medioevo, allora ha ragione: siamo perfettamente in linea, gente che fa i propri bisogni per strada, sputa e vomita in ogni dove, getta per terra di tutto, interiora di pesce gettate per strada, altri scarti vengono gettati addirittura aprendo i tombini delle fogne, bucce di frutta e avanzi di verdure in ogni dove, acque putride che escono dalle fogne intasate, pesce, anatre, polli, animali vari messi ad essiccare fuori dalle finestre e sugli stendini dentro i cortili e sui terrazzi, oli dei ristoranti e delle mille altre attività culinarie gettati dentro i cassonetti, sotto i quali spesso si creano putride pozzanghere nauseabonde. Potremmo continuare così all’infinito perché al peggio non c’è mai fine, insomma siamo costretti a vivere nel peggior girone dantesco che si possa immaginare.
Abita ai margini di Chinatowon, ma evidentemente lei non vi ha mai messo piede e noi siamo qui ad invitarla per un giro turistico, affinché possa prendere atto della realtà, svegliarsi e restituire ai cittadini di Prato, perlomeno la realtà dei fatti.
Altro qualunquismo lo troviamo sul fatto che la manodopera straniera è utile, nessuno ha mai detto, o potrà mai dire il contrario, ma anche qui manca una precisazione che, secondo noi, è fondamentale, e cioè a patto che siano in regola con le leggi italiane, che i loro datori di lavoro paghino i contributi di legge, le tasse, che lavorino e vivano in condizioni igienico sanitarie adeguate ed altro, ma questo sarebbe bastato.
Comitato di Via Pistoiese Macrolotto Zero
Associazione Prato Libera & Sicura

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