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da la Nazione del 21/01/09
Abati: «I primi 200 giorni per una città più curata»
«I PRIMI 200 giorni di governo per cambiare il volto della città: periferia curata, strade senza buche, illuminazione efficiente. Poi, chiedere ai cittadini di avere rispetto e amore per i soldi spesi per la cosa comune». Paolo Abati, candidato sindaco del Pd alle primarie di coalizione, l’altra sera al circolo di Mezzana ha anticipato qualche punto del suo programma: aprire vertenze con le istituzioni superiori per garantire a Prato risorse e servizi; costruire alleanze coi privati per il rilancio economico ed infrastrutturale; trasferire nuove competenze alle circoscrizioni; ascoltare i cittadini e trovare per loro forme concrete di partecipazione. «Abbiamo bisogno di luoghi più belli — ha detto —, più puliti, più curati per ritrovare serenità e spirito di pratesità. Penso che molto possano fare direttamente le circoscrizioni che, con soldi a disposizione, possono programmare interventi ogni anno ed ottimizzare la spesa».
Secondo Abati, il Comune può essere capofila di vertenze con le istituzioni superiori: «Dobbiamo essere in grado di ottenere il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali ogni volta che ce n’è bisogno — ha aggiunto — se sarà necessario, prenderò il Gonfalone e la fascia e protesterò sotto la sede della Regione e del ministero dell’Economia per il nostro distretto». Ha poi ribadito la necessità di scommettere sul polo degli eventi nell’area Banci e si è soffermato sul nodo immigrati. «Il problema è grosso — ha detto — e chi pensa che il numero degli immigrati possa diminuire pensa una sciocchezza. Piuttosto, dobbiamo lavorare per far sì che il numero non aumenti: deve essere chiaro a tutti che Prato non può più accogliere. Ora è il momento di sedimentare l’accoglienza. Servono più controlli, educazione e rigidità». Poi la questione cinese: «In questa partita ci stanno anche i pratesi che affittano gli immobili ai cinesi che non sono in regola. Le battaglie non devono guardare in faccia nessuno: chi lavora fuori dalle regole del mercato, dall’etica e dalle norme territoriali, deve essere messo fuori gioco».
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