Noi non siamo affezionati a questo genere di cose, ma è notevole vedere come l'entourage del sindaco, ed il sindaco stesso, approfittino dell'occasione per levarsi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del loro tanto amato Partitone...
MV
da il Tirreno del 13/01/09
Sorpresa, il sindaco se la cava»
Il sondaggio del Sole “riabilita” Romagnoli e Logli
Il primo cittadino è al 52% e risale rispetto ai due anni precedenti Il presidente è al 53%
PRATO. Sorpresa. Arriva il sondaggio del Sole 24 Ore sul gradimento degli amministratori (“governance poll”) e ributta tutto all’aria. Contrordine compagni, Romagnoli e Logli non se la cavano affatto male, anzi, il sindaco è addirittura in recupero di consensi e ha quasi raggiunto la percentuale con cui era stato eletto nel 2004. E allora? Di cosa abbiamo parlato finora? Lo sfascio, la città in rivolta, la giunta allo sbando. E soprattutto torna in ballo il fantomatico sondaggio che non c’è, ma ha prodotto la defenestrazione di Romagnoli-Logli: avrà avuto davvero ragione quella rilevazione? Com’erano state poste le domande? In assenza di informazioni, resterà sempre un margine di perplessità e di dubbi con un sottofondo amaro di sospetti.
Intanto bisogna ripartire dal consueto sondaggio pubblicato ieri dal Sole 24 Ore. Non che il sindaco Romagnoli e il presidente della Provincia facciano un figurone, ma certo la loro posizione non è per niente allarmante e mostra addirittura qualche segnale positivo. Il sindaco, ad esempio, è al 74º posto (ma le posizioni dipendono ovviamente dal punto di partenza, cioè dalla percentuale ottenuta al momento dell’elezione) con un consenso che si attesta al 52%. Dunque, con questa percentuale Romagnoli verrebbe rieletto al primo turno. In più il consenso nei confronti del sindaco appare in risalita (era al 49,5% nel 2006 e al 51% nel 2007) e si avvicina al 53% con cui venne eletto cinque anni fa. Per rimanere nei dintorni, va peggio al collega pistoiese Renzo Berti che scende al 51% dal 53,3 di partenza.
Più o meno analogo l’andamento per il presidente della Provincia Massimo Logli che si piazza 66º con un consenso del 53% (partiva dal 55,1%, era sceso al 50,4% nel 2006 e risalito al 54,5% nel 2007).
«Non mi stupisce - commenta Romagnoli - Già a luglio la rilevazione Ekma registrava una valutazione positiva degli elettori (sindaco al 53%, ndr)». E allora il sondaggio Pd? «Quale sondaggio...?», ribatte ironico il sindaco che da quell’orecchio finge di non sentire, limitandosi a rimandare alla lettera del 15 ottobre in cui annunciava di farsi da parte. «In quella lettera non ho parlato del sondaggio per giusitificare la mia scelta. Lì scrivevo che il Pd aveva perso il rapporto con la città, non c’era la percezione dei problemi. Mi hanno chiesto di non ricandidarmi e io ho accettato per dare una scossa al partito, per favorire uno scatto d’orgoglio. Bisognava ritrovare l’unità del gruppo dirigente, una strategia condivisa». E nemmeno sotto tortura ammetterà quello che di sicuro pensa: che ha lasciato perché si è sentito tradito dal Pd.
Per il vicesindaco Roberto Bencini c’è poco da dire. I sondaggi, compresi quelli di partito e a maggior ragione quelli dei giornali, lasciano il tempo che trovano. «Non commento, perché a queste cose non ho mai creduto - dice - Senza contare che ogni sondaggio dà un certo risultato in base a come è fatto. Credo che valgano di più le parole delle persone. I sondaggi, in fondo, non si possono giudicare. Sennò - conclude - spiegatemi come conciliare la perdita di 50 posti sul Sole 24 Ore dell’altro giorno con il recupero di ieri del sindaco».
Su una lunghezza d’onda assai vicina troviamo un altro membro di giunta. L’assessore Giuseppe Gregori premette che «bisognerebbe fare meno sondaggi e curarli di più». Sennò, è evidente che ci si possa trovare «di fronte a risultati che si contraddicono». A parte la perdita di 50 posti nel sondaggio del “Sole” di fine anno, per Gregori tanto il sondaggio del Pd che quello pubblicato ieri dallo stesso giornale «sono lo specchio della città». Nel senso che «Prato si conferma una realtà di centrosinistra. Può esserci il rischio di disaffezione al voto, ci sono sacche di scontento. Ma i guasti non sono stati fatti dall’amministrazione comunale - osserva - Derivano dalla situazione generale che si vive in città, con una crisi che non si conosceva da 50 anni a questa parte e che dura ormai da 7-8 anni». Non solo. «Anche i dati del partito confermavano che per la maggioranza delle persone interpellate il centrosinistra avrebbe vinto le elezioni amministrative».
Impossibile invece avere commenti dalla segretaria del Pd Benedetta Squittieri. Il telefono è sempre staccato.
da la Nazione del 13/01/09
SE E’ POSSIBILE arrabbiarsi per un sondaggio positivo, allora ieri mattina il sindaco Marco Romagnoli e il presidente della Provincia Massimo Logli dovevano essere furiosi. Il Sole-24 Ore ha pubblicato i dati sul gradimento degli amministratori nel 2008, un rilevamento effettuato fra settembre e dicembre con 800 interviste in tutta la provincia che evidenzia come Logli e Romagnoli non siano tra i politici più amati d’Italia ma nemmeno fra quelli che nessuno voterebbe mai. Il sindaco, al 74° posto, è un punto sotto il risultato delle elezioni del 2004 (52% contro il 53% di allora) ma ha costantemente recuperato dal 2006, mentre Logli (66° posto) oggi è al 53%, in calo rispetto all’anno scorso (54,5%) e al 2004 (55,1%), ma in netto recupero rispetto alla rilevazione del 2006 (50,4%). Numeri che dovrebbero far sorridere e invece...
INVECE NÉ Logli né Romagnoli saranno della partita alle prossime elezioni e il perché lo spiegano con una punta di amarezza. Anzi, qualcosa di più, rivendicando subito di aver lavorato bene. Parte il sindaco: «I sondaggi sono sempre da prendere con cautela, ma credo che i dati confermino il gradimento personale e sull’operato della giunta, un giudizio condiviso anche dal Pd. Non solo, quasi tutti gli amministratori del centrosinistra sono in calo, mentre il mio è un riscontro positivo». Poi un colpo di spillo: «I sondaggi sono strumenti e io non ho mai preso decisioni solo sulla base delle rilevazioni».
Parola a Logli: «Quello del Sole-24 Ore, come tutti i sondaggi, conferma che il problema non è il consenso personale, che è a livelli più che accettabili».
PERCHÉ ALLORA nessuno dei due ci sarà? Risposta comune: «Perché c’era bisogno di dare una scossa forte». Una scossa che secondo Romagnoli in parte non è stata ancora recepita: «C’era bisogno di una scelta importante per dare un segnale a chi ancora non aveva capito la gravità della situazione. C’era la necessità di un salto di qualità e di ritrovare l’unità del gruppo dirigente, di una strategia forte. In parte il messaggio è stato capito, in parte no, anche se in questo caso c’entrano di più le vicende nazionali».
Anche Logli non risparmia qualche messaggio ai compagni di partito: «La rinuncia è nata perché c’era da superare un problema politico di consenso, ma sono contento che il sondaggio renda giustizia a quanto abbiamo fatto io e la mia giunta. Non solo, ci dà un ulteriore stimolo per portare a termine il programma, così starà tranquillo chi ci chiede di continuare a lavorare (sabato lo aveva fatto Carlesi, candidato alle primarie, ndr)». Poi uno sguardo al futuro: «Adesso tocca al Pd dire se è interessato a farmi partecipare o meno ad una fase nuova». No, nei numeri del Sole-24 Ore c’è qualcosa che a Logli e Romagnoli non torna proprio.
Leonardo Biagiotti
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