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La mer, la fin...

venerdì 2 gennaio 2009

Guerra. Non avevamo scelta.


Parla lo scrittore di Gerusalemme: "Bisogna isolare Hamas, non colpire la gente"
"Se si impegnano a rispettare il cessate il fuoco, con l'invio di una forza di pace, si accetti la tregua"
Yehoshua: "Non avevamo scelta ma ora Israele deve fermarsi"

DAL NOSTRO INVIATO FRANCESCA CAFERRI


Da giorni Abraham Yehoshua guarda a quello che accade nella Striscia di Gaza con angoscia. "Non avevamo altra scelta", ripete dall'inizio lo scrittore israeliano a chi lo interroga.
Non ha cambiato idea neanche ora che il numero delle vittime palestinesi ha raggiunto quota 400. "Ma - dice - se Hamas accetterà le condizioni per la tregua è il momento che Israele si fermi: i palestinesi saranno sempre i nostri vicini. E tempo di tornare a parlare: non in nome di Hamas ma della gente di Gaza".
Signor Yehoshua, come si esce da questo muro contro muro?
"Applicando a Gaza lo stesso modello del Libano. Se Hamas accetta di sospendere i lanci di razzi, si impegna a rispettare il cessate il fuoco e la comunità internazionale è pronta a mandare una forza che vigili sulla tregua e a farsi garante per una serie di condizioni che allevino la sofferenza di chi vive a Gaza, allora Israele deve accettare la tregua".
Crede che basterà una tregua a riportare la calma? I morti e le bombe non hanno già incrinato il già difficile rapporto fra gli israeliani e i palestinesi e fra gli arabi israeliani e il resto del paese?
"Gli arabi israeliani sono rimasti relativamente calmi. E i palestinesi di Cisgiordania secondo me in cuor loro sono felici per quello che sta accadendo ad Hamas. Soffrono per i loro fratelli di Gaza, ma non per Hamas. I palestinesi di Cisgiordania ricordano cosa è successo quando Hamas ha attaccato Fatah. Hamas vede i civili soffrire ma non chiede il cessate il fuoco, è un'organizzazione dotata di un fanatismo religioso tale che non gli permette di fermarsi. Hamas non è sola, ascolta qualcun altro: l'Iran. Non agisce nell'interesse della sua gente, non parla più di come risolvere il problema palestinese. Parla la lingua del fanatismo".
Lei dice che Hamas ha superato la linea. Ma sia le Nazioni Unite che la Croce rossa internazionale accusano Israele di aver dimenticato la Convezione di Ginevra. Non crede che anche Israele abbia passato il limite?
"Oggi come durante la guerra del 2006 in Libano non c'è una distinzione facile fra civili e combattenti. I missili sono nascosti nelle case dei civili. La maggior parte dei morti sono combattenti di Hamas: Israele sta provando a non fare vittime civili. Io sono contro l'azione di terra perché credo che porterebbe a un alto numero di vittime civili fra i palestinesi. Gli israeliani si preoccupano delle possibili vittime civili. Ma voglio ricordare che Hamas uccide solo civili israeliani".
Però da una parte ci sono 400 vittime e dall'altra quattro.
"Io so che le sofferenze della gente di Gaza sono maggiori di quelle che stanno vivendo oggi gli israeliani del sud. Ma non possiamo fare il paragone solo in questi termini. Non è il forte esercito di Israele contro le primitive armi di Hamas. Hamas è pronta a far soffrire la sua gente molto più di quanto Israele sia pronto a far soffrire i suoi cittadini. Pensiamo solo all'elemento suicida: lottare contro i terroristi suicidi è molto più difficile che combattere contro una società che ha scrupoli e si preoccupa dei civili. Ma ora, se Hamas garantisce che rispetterà la tregua, è tempo di fermarci: nessuno nel governo israeliano pensa davvero di poter rovesciare Hamas. E ci sono più di un milione di persone che soffrono. Se si fermeranno avremmo raggiunto l'obiettivo".
Non crede che la tregua potrebbe essere violata in tempi brevi?
"Io non credo. Se garantiremo l'accesso a Gaza e la comunità internazionale vigilerà sulla tregua alla fine di questa offensiva ci saranno condizioni migliori da entrambi i lati del confine. Basta razzi. E basta isolamento: i lavoratori palestinesi potrebbero tornare in Israele, potremmo tornare a cooperare, come in passato. Non in nome di Hamas, ma in non nome della gente di Gaza. E se violassero ancora la tregua, sanno cosa farebbe Israele".
(repubblica.it, 2.1.09)

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