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LE FANTASIOSE E GRAVI DICHIARAZIONI DI PROVINCIA ED ARPAT
Dopo aver letto increduli, alcuni giorni fa, i primi dati delle analisi ambientali relative all'impianto di incenerimento di Montale, si sono lette, sulla stampa, le incredibili dichiarazioni dell'assessore Romiti e del responsabile del laboratorio di analisi ARPAT Coppi, su questi risultati.
Dalle loro dichiarazioni, e da quanto si legge sul sito internet della Provincia, si apprende che ci sono state due campagne di rilevazione ambientale, una prima di 29 campioni ed una seconda, dopo diverso tempo, di altri 9 campioni di terreno.
Questi signori affermano che i dati rientrano nella norma e che assolvono l'inceneritore, come poi possano dimostrare questo è tutto un altro discorso.
Come si fa ad affermare che i campioni rientrano nella norma quando il valore di riferimento (che non è un valore “normale” ma quello che imporrebbe l'immediata bonifica), si è ottenuto da un campione di terreno per il quale non si è rispettato il metodo di prelievo previsto dalla legge, scartando, e non prendendo in considerazione, proprio lo strato più superficiale di terreno dove è presumibile che si accumulino la maggior parte delle diossine?
Quanto poi all'assoluzione dell'inceneritore, se si prende in considerazione la prima campagna di rilevazione, si vede come, a fronte delle concentrazioni di diossine dei due campioni presi come “fondo”: il casello autostradale di Prato Est, ed un'area pistoiese adiacente all'autostrada Firenze-mare (il terzo si è dimostrato essere una specie di discarica al Campo di Volo), si vede che buona parte dei campioni dell'area di ricaduta dell'inceneritore ha valori doppi o addirittura tripli, rispetto a tale “fondo”, ci sanno dire Romiti e Coppi da dove vengono queste diossine aggiuntive?
Si ricorda che i dati raccolti da istituzioni scientifiche qualificate, hanno dato risultati chiarissimi sull'inaccettabile impatto per la salute dell'inceneritore di Montale, che si vorrebbe addirittura raddoppiare
L'Università di Firenze, nell'ambito del progetto “PATOS” che ha studiato, per molti mesi, specifiche centraline di raccolta di polveri fini in aree fortemente inquinate in Toscana ha certificato che proprio la zona di ricaduta dell'inceneritore di Montale è di gran lunga la più inquinata per alcune sostanze nocive o cancerogene di ogni altra centralina toscana, ad esempio il doppio ed il triplo per il mercurio o l’arsenico.
Purtroppo il progetto “PATOS” non ha fornito dati sulle diossine a Montale.
Comunque alcune delle analisi rese pubbliche sono davvero allarmanti:viene riferito che la seconda campagna di analisi dei campioni dei terreni è stata fatta vicino agli allevamenti dove erano state fatte prima le analisi sugli animali, di cui inspiegabilmente non sono stati forniti i risultati.
In due di queste “seconde” analisi, lontane dall'inceneritore, i risultati delle diossine sarebbero addirittura superiori a quelli della “discarica” del Campo di Volo, in aree quindi che dovrebbero essere ancora più inquinate, e queste sono Lupicciano sulla collina pistoiese, ed il Melo a Cutigliano con valori prossimi alla necessità di bonifica.
Prima di cambiare le nostre abitudini domenicali portando i nostri figli in prossimità del casello autostradale di Prato Est o sotto l'inceneritore di Montale invece che a passeggiare in montagna, forse non sarebbe male rifare le analisi, magari provando anche a cambiare laboratorio, anche per tutelare, se non la nostra salute (cosa, evidentemente, di scarso valore), almeno i nostri prodotti tipici ed i nostro turismo.
Va bene assolvere, ma non si dovrebbe esagerare.
Coordinamento dei Comitati della Piana
Comitato contro l’inceneritore di Montale
Forum Ambientalista Toscano
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