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La mer, la fin...

giovedì 8 gennaio 2009

Partecipazione a Prato - 1. Criticità e proposte

Riportiamo il documento che il gruppo 38-1 ha presentato, con l'accordo dei firmatari della lettera all'Autorità garante per la partecipazione, in occasione dell'audizione tenutasi mercoledì 07/01.
MV

Criticità e proposte per il processo partecipativo di costruzione del nuovo p.s. di Prato


Il processo di costruzione del nuovo piano strutturale di Prato si è avviato da tempo, su di esso si è innestato, strada facendo, l’intendimento da parte della amministrazione di proporre alcune modalità di comunicazione ed interazione con gli attori sociali e la popolazione circa i contenuti del piano che si sarebbero progressivamente sviluppati.
In realtà tale processo, fino ad ora, si è sviluppato con scarsa efficacia, con caratteristiche di scarsa trasparenza e diffusione, ottenendo un marginale coinvolgimento degli abitanti e una superificaile discussine tematica. Numerose e concorrenti sono le cause che hanno prodotto tale risultato proviamo a riassumerle in alcuni punti schematici.

- da un punto di vista procedurale organizzativo:

- un ruolo ed una interpretazione prevalentemente formale, dal punto di vista dei garanti della comunicazione comunale che si sono succeduti , nell’interpretare il processo partecipativo, intendendolo prevalentemente come “comunicazione” ed informazione, peraltro limitata a pochi soggetti e con scarso impiego di strumenti per una ampia diffusione delle informazioni sul piano;

- di conseguenza un uso di tecniche ordinarie di comunicazione, poco accessibili, e sviluppate con un approccio dall’alto (prev.te e mail, piccoli inserti sulla stampa, volantini poco diffusi);

- esito di tale impostazione, una scarsa partecipazione e coinvolgimento degli abitanti, limitata ulteriormente da orari e sedi non sempre in grado di facilitare la presenza di chi ha orari di lavoro estesi;

- la redazione, parallelamente al nuovo piano strutturale, della variante declassata che investe temi di ampia rilevanza per il nuovo piano e che di fatto ne condiziona fortemente le scelte. Tale variante non ha minimamente rispettato nella sua costruzione le indicazioni per la partecipazione previste per la valutazione integrata, mentre gli assetti fisici che ne derivano non sono mai stati presentati e discussi in maniera convincente con gli abitanti. Ciò ha generato un forte senso di sfiducia e prevenzione nei confronti della amministrazione e del processo partecipativo dell’intero piano;


- dal punto di vista dei contenuti


- con l’eccezione di pochi casi, i forum e gli incontri del processo partecipativo hanno risentito di uno scarso livello analitico e propositivo sui temi del nuovo piano. Questo ha rivelato un ancora non adeguato approfondimento della conoscenza del contesto pratese da parte dei progettisti e consulenti e ha ovviamente prodotto effetti di scarsa efficacia e vaghezza nella interazione con gli abitanti. In altri termini si è entrati poco nel merito della discussione su temi “veri” della città e questo ha progressivamente disincentivato le persone a partecipare rispetto ad un dibattito percepito come distante e retorico;
- la amministrazione non è coinvolta e “convinta” coralmente –sia a livello politico che tecnico- del valore ed importanza del processo partecipativo: questo si evidenzia in particolare in costanti atteggianti “estemporanei” da parte dei diveri assessori –in particolare di quello all’urbanistica- che evidentemente conduce alcune sue linee di azione indipendentemente dal processo partecipato di piano- e nella scarsa presenza dei diversi assessori e dirigenti e funzionari agli incontri, in particolare a quelli che invece richiederebbero un serrato e produttivo confronto e coordinamento intersettoriale. E’ infatti evidente che alcuni settori della macchina comunale, come per esempio quello relativo a mobilità ed ambiente, si ritengono assolutamente sciolti da ogni obbligo di coordinamento con le diverse politiche comunali;
- ai due punti precedenti si collega una sostanziale reticenza ed opacità della comunicazione di alcuni contenuti fondamentali che debbono entrare nella discussione del nuovo piano: il rapporto fra città e crisi del distretto tessile, le forti criticità ambientali, lo stock edilizio ed il dimensionamento del piano, le scelte per la mobilità, la riqualificazione del centro storico e delle periferie, etc..etc..). Si ha quasi l’impressione che alcune questioni non possano e non debbano entrare nella discussione e che debbano essere riservate ad altri tavoli “separati”.


Tutti gli elementi appena indicati suggeriscono come estremamente ragionevole una “pausa di riflessione” sul progetto e processo partecipativo del piano strutturale di Prato ed un ripensamento e riformulazione critica da parte dei responsabili amministrativi e tecnici interni ed esterni alla amministrazione. Proseguire nella direzione avviata significherebbe acuire ulteriormente le criticità evidenziate e produrre sicuramente l’effetto contrario a quello desiderato.
Senza volere ovviamente invadere il campo delle competenze specifiche presenti nella amministrazione . crediamo che alcuni elementi correttivi debbano indirizzarsi a:

- sviluppare forme varie di informazione e coinvolgimento degli abitanti, in maniera tale da raggiungere un numero di persone più ampio, e da far crescere una consapevolezza diffusa sui temi e sulla formazione del nuovo piano strutturale;
- qualificare e arricchire i contenuti dei forum, dal punto di vista dei temi trattati e del loro interesse per la città nel suo insieme. Questo significa anche sottoporre alla discussione non solo elementi conoscitivi “neutri” ma anche criticità, prime ipotesi interpretative da parte di consulenti che consentano agli abitanti e ai vari soggetti sociali di misurare e verificare i propri punti di vista ma anche di far maturare scelte in maniera “pubblica” e più possibile condivisa;
- rafforzare la presenza dei diversi settori della amministrazione nei vari momenti di confronto e partecipativi, definendo anche dei meccanismi di verifica dell’effettivo coordinamento dei diversi settori sui temi e sulle scelte del piano e della effettiva. Questo ovviante dovrà trovare un punto di partenza anche in un analogo coordinamento che deve verificarsi fra gli assessori facenti capo ai vari ambiti comunali.

Ci rendiamo conto che si tratta di questioni di non poco rilievo e che richiedono anche una capacità di modificare lo stile di governo della nostra amministrazione. Ciò nondimeno la grave crisi e fase di transizione che attanaglia al città non può essere affrontato con politiche di piccolo cabotaggio e rituali soliti, mentre invece richiede uno sforzo di rinnovamento nel governo cittadino che non può non appoggiarsi ad un rinnovato patto di fiducia fra la amministrazione ed una società pratese sempre più mutevole e cangiante. Un processo partecipativo vero ed efficace può essere un utile supporto per affrontare situazioni complesse come quella pratese attuale, tuttavia per alimentare e sostenere questo nuovo legame fra amministratori ed amministrati sono da evitare eventuali scorciatoie o processi di tipo solo formale che alla lunga possono produrre solo scarsi risultati o perfino l’acuirsi dei conflitti, come in parte, purtroppo, si sta già verificando

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