Il surreale è legato in particolar modo alla incredibile incapacità - volontaria o involontaria che sia -di "lettura" dell'idea da parte della politica pratese, ormai proiettata in dimensione elettorale e decisa ad avvitarsi sul tema del "distretto parallelo" e della "legalità"
Nessuno, a parte gli industriali, ha posto l'accento sugli aspetti economici e sulle potenzialità per l'intera filiera del distretto, ma si è voluto continuare a "sbrodolare" sul "rispetto delle regole". Dimenticandosi però (e bisigna dirlo, opportunamente, ai fini di propaganda) che, sul tema del rispetto delle regole e della concorrenza nel distretto, era recentemente riemersa la questione dei terzisti e delle "aziende squalo", che facciamo notare ha avuto molta meno eco tra i politicanti nostrani.
La "Pratotrade" cinese è quindi caduta a fagiolo, giusta per coprire e per "occultare" i veri problemi del distretto e di Prato, dall'aumento della disoccupazione alle criticità sociali, passando per la questione urbanistica e ambientale.
Meglio del "capro espiatorio" della comunità cinese che cosa ci può essere? D'altra parte, l'indifferenza sostanziale dei due principali aggregati politici - sulle vere questioni aperte - è talmente palese che deve essere mimetizzato tra i fumi delle discissioni sul nulla. Un po' come Milone che, dopo aver svolto la sua carriera politica totalmente inserito nel sistema di potere pratese ed averne goduto i privilegi, occulta le sue "vergogne" con la "foglia di fico" delle sparate sui suoi ex compagni di avventura, Abati in testa.
Per il bene della città, è necessario "ripulire" il dibattito pubblico dai falsi problemi, e rifocalizzarlo sui "nodi" reali: anche questo è un compito non da poco per chi vuole dare a Prato un'altra prospettiva.
Kritias
per Municipio Verde
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