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La mer, la fin...

mercoledì 7 gennaio 2009

Prato. TrenitaGlia

Intanto, i treni vengono tagliati... E aumentano i disagi conseguenti, per chi vuole utilizzare mezzi alternativi all'auto.
MV

da la Nazione del 07/01/09
«Emorragia di treni»:

Le Ferrovie: «Con l’alta velocità gli utenti fanno prima
di ROBERTO DAVIDE PAPINI
UN PO’ COME il “treno dei desideri” che, come cantava Adriano Celentano, “all’incontrario va”, invece di migliorare la situazione del trasporto ferroviario per Prato sembra fare passi indietro a ogni cambio d’orario. A denunciarlo sono singoli viaggiatori, associazioni di utenti e l’immancabile “Comitato provinciale Area pratese” che, addirittura, parla di «emorragia dei treni per Prato», in particolare per quelli che collegano la città a Milano e a Roma. Da parte sua, Trenitalia replica e spiega che in realtà si tratta di una riorganizzazione all’interno del sistema di alta velocità e dell’orario cadenzato locale “Memorario”, per cui il servizio a Prato, nel combinato disposto alta velocità e treni locali, sarebbe addirittura migliorato per andare verso Roma e Milano.
MA ANDIAMO con ordine. Il “Comitato Area pratese” lancia il suo allarme: «Dal gennaio 2008 a dicembre 2008 dei 40 convogli diretti, da e per Roma e Milano, sono sopravissuti solo in 21. In tutti i casi si tratta di soppressione, ma per l’Intercity 706 “Miramare”, Roma–Trieste, è stata eliminata la fermata di Prato Centrale. Si poteva benissimo fare a meno di Firenze Rifredi, poiché dal capoluogo sono in partenza quotidianamente centinaia di treni per il nord». Il Comitato non entra nel merito delle decisioni di Trenitalia, ma osserva che «Prato, in una maniera o nell’altra, ci rimette sempre», arrivando persino a rimpiangere vecchie scelte: «Se nel 1934, alla vigilia dell’inaugurazione della Direttissima Bologna – Prato, i pratesi, avessero saputo che essere lungo la linea ferroviaria più importante d’Italia non gli avrebbe cambiato quasi niente, si sarebbero risparmiati anni e anni di lotte».
Lettura che Trenitalia non condivide e respinge punto per punto: «Intanto —ci fanno sapere dalla sede regionale di Firenze— i treni diretti per e da Roma e Milano che sono stati tagliati non sono 19, ma 12. In secondo luogo, in una logica di alta velocità con tempi di percorrenza sempre più ridotti (1 ora e 5 minuti tra Bologna e Milano, mentre a fine anno tra Firenze e Milano occorreranno solo 1 ora e 35 minuti) a chi abita a Prato conviene decisamente utilizzare il sistema “Memorario” (più o meno un treno ogni 20 minuti, ndr) per andare a Firenze e da lì prendere l’alta velocità per Roma o Milano».
IL RAGIONAMENTO ha una sua logica, che viene confermata da un esempio pratico: chi da Prato va a Roma con l’Intercity delle 14.16 ci mette tre ore, mentre partendo mezz’ora prima con un regionale e prendendo la coincidenza a Firenze il tempo di percorrenza cala decisamente a 2 ore e 27 minuti. Non sempre, però, questa coincidenza è così vantaggiosa e, comunqure, non sembra incontrare l’entusiasmo dei viaggatori pratesi. Infatti, al di là della drastica chiusura del “Comitato area pratese” («è da escludere a priori l’idea avuta fino ad ora della vicinanza con il capoluogo che può benissimo supplire alla mancanza di treni diretti; lo sappiamo tutti quanto sia scomoda tale soluzione») ci sono le perplessità anche dei pendolari. «Ci rendiamo conto della nuova situazione per l’introduzione dell’alta velocità —dice Davide Puccianti— ma intanto il “Memorario” riguarda solo il collegamento con Firenze e non quello verso Bologna, che andrebbe decisamente potenziato per dare un senso a questa effettiva integrazione tra trasporto locale e alta velocità. E poi è inutile invitare la gente a cambiare treno a Firenze per fare prima se poi uno deve aspettare mezz’ora la coincidenza. Bisognerebbe cadenzare “Memorario” in armonia con i collegamenti con Milano e Roma». Sulla questione della linea per Bologna, Trenitalia risponde promettendo nuovi sviluppi grazie al fatto che con l’ingresso dell’alta velocità la linea attuale sarà abbandonata dagli Eurostar e si apriranno nuovi spazi. Saranno riempiti? A Prato c’è un certo scetticismo sulla questione. Chissà se il “treno dei desideri” smetterà di andare all’incontrario.

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