TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

venerdì 23 gennaio 2009

Prato verso le amministrative. Il turista Carlesi

Se Prato deve trovare soluzioni per valorizzare il suo territorio, onestamente ci chiediamo dove vivesse Carlesi mentre Gonfienti era in agonia, cementificavano il decumano etrusco e lasciavano in completo abbandono una "eccellenza" dell'archeologia toscana (diremmo mondiale, ma non vogliamo esagerare coi termini...). Gli converebbe fare un giretto turistico nella zona interportuale, prima di pensare ai congressi che non si terranno... Perché i poli congressuali e fieristici veri e proprio sono cosa ben diversa dalla "struttura supplente" della Fortezza da Basso che si vuole realizzare nell'ex Banci - assolutamente non competitiva in termini di metrature e servizi.
A prescindere dal fatto che puntare sul turismo è molto rischioso, e lo dimostra la situazione fiorentina attuale, che sta vivendo già dallo scorso anno un momento veramente duro, ci sarebbero da aprire una riflessione sul tipo di città che una prospettiva del genere comporta, e una riflessione sulla qualità dei posti di lavoro che si dovrebbero creare. Senza entrare per il momento nel dettaglio, il turismo è uno dei settori dove abbonano precarietà, lavoro nero, sfruttamento dei lavoratori e quant'altro.
Questo è il futuro che vogliamo???
MV

da il Tirreno del 23/01/09
Carlesi: «Carte da giocare sul turismo d’arte e congressuale»

PRATO. Una città con le carte in regola, e tutte da giocare, sul versante del turismo. Parola del candidato sindaco del Pd, Massimo Carlesi, e di gran parte dei cittadini che sono intervenuti, mercoledì sera, al suo incontro al circolo Arci di Figline. «Prato deve trovare le soluzioni migliori per valorizzare il suo patrimonio», osserva il candidato. Due le strade da percorrere: turismo culturale (e le decine di migliaia di visite agli affreschi del Lippi dimostrano che si tratta di un argomento valido) e turismo congressuale, sfruttando a pieno, in tal senso, l’operazione ex Banci. Quest’ultimo, nel futuro, dovrà essere «il polo espositivo e congressuale di Prato, nell’ambito di un’offerta d’altissimo livello in chiave metropolitana». Il tutto accompagnato da un’offerta stabile di servizi ed eventi. In tal caso, la nascita di posti di lavoro legati al turismo sarà inevitabile. Bisogna «creare pacchetti per un turismo alternativo ma non in competizione con Firenze e il resto della Toscana». Sono già molti i turisti che, in visita nella nostra regione, dormono negli alberghi pratesi. «Facciamo loro conoscere i nostri pasticceri, fra i più bravi del mondo, e diamo loro la possibilità di vivere anche la nostra città». Ciò richiede una riflessione sugli orari, che devono essere compatabili e sui collegamenti a livello d’area vasta, «non solo su gomma ma anche ferroviari» e legati a un’ormai indispensabile «metrotranvia». Prato e i suoi negozi, al tempo stesso, possono divenire il punto di riferimento nel quale trovare i prodotti tipici tanto della città quanto della Valbisenzio e del Montalbano.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

se Gonfienti sta morendo, Via Pistoiese è già sepolta da tempo. Comunque perchè lle stesse considerazioni sulle condizioni di precarietà, sfruttamento e quant'altro non lo fate valere anche per le imprese cinesi?

Anonimo ha detto...

caro signor Sforzi,
Se avesse letto meglio il nostro blog, avrebbe visto che non abbiamo mai negato l'esistenza di problemi di sfruttamento e quant'altro in aziende gestite da cittadini cinesi. Ma quando si vuol far passare il turismo per la "panacea di tutti i mali", o comunque la "grande trovata", è bene riflettere anche su questo.
Il paragone che poi fa tra via Pistoiese e Gonfienti è paradossalmente calzante: in entrambe i casi, la responsabilità è dei pratesi, che hanno devastato il territorio con colate di cemento immani in nome dello "sviluppo", non considerando minimamente cosa avrebbero lasciato dopo...

MV

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo, quanto scrive che la responsabilità è dei pratesi mi cadono francamente le braccia!!!!Possibile che non si accorga delle condizioni di lavoro disumane nelle quali i cinesi "usano" nella generalità operare. Sono d'accordo nell'accoglienza per le persone perseguitate nei loro paesi o che non hanno mezzi per sopravvivere, ma , caro Anonimo, per le persone migranti che vengono cariche di soldi, sfruttando i loro connazionali, che a loro volta sono contenti di ciò perchè saranno a loro volta sfruttatori, come avviene, non lo accetto. E per questo non accetto paragoni tra il degrado storico-archeologico e quello sociale ed umano.