TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 8 gennaio 2009

Prato verso le amministrative. PD+L: ma Silli e Luchetti si parlano???

Viene un dubbio, leggendo le parole di Luchetti e quelle di Silli pubblicate sui giornali di oggi: ma i due italofurzuti si parlano? Perché se non viene messa in discussione la libertà di associazione, perché polemizzare su questa iniziativa? E perché continuare a parlare di "chiusura", quando è chiara l'apertura anche alle confezioni pratesi?

Ma si sa.. l'esercizio della ragione è esercizio sempre difficile... MV

Da Pratoblog.it del 09/01/09

Luchetti (FI): I cinesi e la loro ”Pratotrade”

Prato, 9 gennaio 2009 - «In Italia ,e a Prato, esiste libertà di associazione. Fra cittadini e fra imprese. Che quindi anche alcune imprese pratesi, gestite da cittadini di origine cinese, decidano di consorziarsi per promuovere l’immagine delle aziende e dei prodotti non dovrebbe suscitare né sorpresa, né scandalo, trattandosi di una normale opzione commerciale a disposizione degli imprenditori e delle imprese. Che questa iniziativa possa essere letta in due modi diversi, è un altro discorso. C’è chi sostiene che è la prova dell’evoluzione positiva verso una maggiore legalità nell’esercizio delle attività imprenditoriali e chi invece la può leggere come l’ennesima prova della chiusura di queste imprese verso il resto del distretto "tradizionale".

Al di là delle opinioni, una iniziativa di questo tipo, del tutto legittima e che sarà misurata in base ai risultati ottenuti, non risolve e non sposta di un millimetro la questione dell’economia illegale, dei flussi enormi di denaro non solo in uscita da Prato ma anche in entrata dalla Cina e che hanno drogato e drogano tanti settori economici, della concorrenza sleale che alcune aziende esercitano con ricchezze evidenti in capo a cittadini extracomunitari senza alcun riscontro nelle loro dichiarazioni dei redditi, con l’esistenza di una moneta "cattiva" prodotta con l’evasione fiscale e contributiva che scaccia la moneta "buona" ottenuta con il sudore e la fatica da tutti quegli imprenditori, comunitari e no, rispettosi delle regole, delle leggi e delle tutele.

Anche quegli imprenditori "cinesi" che vogliono essere integrati nel senso che vogliono rispettare le nostre leggi dovrebbero capire, e capiranno, che chi svolge attività economiche fuori controllo danneggia anche loro, non solo sul piano dell’immagine ma anche su quello dei risultati di profitto. Quando si riscontrerà che la maggioranza della comunità cinese stigmatizzerà e condannerà moralmente e socialmente chi sfrutta i lavoratori clandestini, chi se ne frega delle tutele ambientali, sociali, contributive; chi ignora completamente le leggi italiane allora si potrà dire che si sono fatti davvero passi in avanti nella integrazione di questa comunità. A prescindere dai consorzi e dalle libere associazioni. Giovanni Luchetti, Coordinatore Provinciale Forza Italia»

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