TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 18 gennaio 2009

Prato. Zucche carnivore cinesi.

Certe situazioni devono essere sanate e alcune pratiche devono assolutamente essere proibite. Fino a non molti anni fa, anche gli orticoltori pratesi-italiani, raccoglievano l'acqua violacea o rosso carminio delle gore per annaffiare pomodori, cavoli e quant'altro. Qualcuno continua ancora, se non è stato cacciato per far posto a nuove costruzioni abitative.
Il discorso però non si ferma qui. Donzella ha presentato un'interrogazione frutto dei suoi incubi notturni e dei suoi deliri neoambientalisti e salutisti. Egli crede a questa favola del cinese cattivo che pianta le rape ogm che crescono in metà tempo e diventano grandi come cocomeri. Siamo chiaramente di fronte ad un fenomeno di diffusione di sciocchezze razziste e pregiudizi che trovano maggior eco in questo periodo di proto-campagna elettorale, soprattutto in quelle realtà di pensiero vacuo, come l'IdV pratese.
I cinesi stanno facendo, fuori dalle regole, come al solito, e senza alcuna precauzione per l'inquinamento, quello che sarebbe necessario fare in modo programmato e organizzato: rilanciare l'agricoltura locale (parco della piana) e legarla ad una filiera corta di distribuzione (gas, mercatini di quartiere). Ovviamente rilanciando prodotti locali e sementi selezionate sul posto. Cosa che da queste parti nessun orticoltore italiano fa.


mv




da la Nazione del 18/01/09
Stop irrigazione degli orti cinesi Ecco irisultati della nostra denuncia

Ordinanza del Comune. E ora controlli su frutta e verdura
DOPO LE RIPETUTE segnalazioni fatte dal nostro giornale (la prima proprio un anno fa) arrivano i primi provvedimenti sulla questione degli orti cinesi nella zona tra le Fontanelle e Castelnuovo. Infatti, con un’ordinanza il Comune ha bloccato gli abusi edilizi compiuti da due ditte agricole cinesi, che innaffiavano i propri orti con un sistema di irrigazione ricavato direttamente da un canale proveniente dal depuratore di Baciacavallo, prima dello sbocco nell’Ombrone. Tutto ciò in attesa di eventuali provvedimenti sanitari che potrebbero derivare dalle indagini su sementi, ortaggi e terreni da parte di Asl e Corpo forestale dello Stato. Il caso, è stato oggetto giovedì in consiglio comunale dell’interrogazione presentata dal capogruppo dell’Italia dei valori Aurelio Donzella, a cui ha risposto l’assessore all’ambiente Camilla Curcio.
NELLA SUA interrogazione, Donzella ha illustrato la situazione ricordando che si tratta di «terreni affittati a cinesi per la coltivazione e in cui si verificherebbe una ‘crescita miracolosa’ di cavoli ed altri ortaggi, che maturerebbero in un mese anzichè in quattro, senza escludere l’ipotesi di utilizzo di semi geneticamente modificati (ogm)». Resta aperto, ovviamente, il problema di cosa sia possibile fare di fronte a questo fenomeno e in particolare sul fronte della sicurezza igienico-sanitaria dgli ortaggi prodotti in questi orti. Donzella ha chiesto all’assessore Curcio cosa l’amministrazione comunale intenda fare «per accertare la nocività dei prodotti, immessi nel mercato, e per impedire che l’acqua inquinata derivata dal depuratore sia accessibile per qualunque utilizzo».
SU TUTTA questa vicenda è arrivata la risposta dell’assessore. «E’ già stato effettuato un sopralluogo nelle settimane scorse da parte del nucleo di controllo istituito da polizia municipale, Asl e corpo forestale — ha detto Curcio — e come ha evidenziato l’istruttoria, si tratta di prodotti agricoli destinati al mercato cinese e nei terreni sono stati rilevati vari abusi, dai box costruiti senza alcuna autorizzazione al sistema di pompe utilizzato per derivare l’acqua del canale di scolo per l’irrigazione. Il prossimo passo è verificare l’inquinamento del terreno, per cui la forestale ha eseguito dei carotaggi, e la qualità di semi e piante. Attendiamo i risultati delle analisi».
In un anno gli insediamenti agricoli cinesi si sono moltiplicati di numero e di estensione in maniera notevole e, un po’ come accade per gli stanzoni del “distretto parallelo”, gli orientali sono in ricerca continua di nuovi terreni da acquistare. Un fenomeno che dimostra la redditività dell’attività che si presenta come un’ottima alternativa, soprattutto in un periodo in cui, evidentemente, le difficoltà generali del tessile pratese in parte si ripercuotono anche sull’attività dei cinesi.
R.D.P.

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