Rifiuti, la battaglia si sposta in Puglia
Bloccata la discarica del Salento. I manifestanti difesi dal Pdl, insorge il Prc
DAL NOSTRO INVIATO
La gente è arrabbiata. Dopo quindici anni di gestione commissariale dell'eterna emergenza rifiuti, e nonostante le ripetute denunce sulla discarica di Giuseppe Basile, il consigliere provinciale (IdV) ammazzato il 15 giugno scorso, è di nuovo punto e a capo. Il sindaco di Ugento, Eugenio Ozza (centrodestra), che in questi anni non ha fatto granché per evitare che dentro la discarica finisse di tutto e di più, improvvisamente riscopre i suoi poteri ed emette un'ordinanza che contraddice quella di Vendola e vieta di scaricare rifiuti a Burgesi. Mentre Vendola e il suo assessore all'Ecologia, Michele Losappio (Rifondazione), sembrano cascare dal pero e scongiurano blocchi e manifestazioni, sventolando «il plauso e la solidarietà» ricevuti dal premier Silvio Berlusconi, «contro un centrodestra che gioca allo sfascio».
Siamo alla commedia delle parti, mentre la situazione, dopo tre giorni di manifestazioni e sit in, volge al dramma. E allora ecco di nuovo riproposta, come in Campania, l'anacronistica querelle «discariche o inceneritori», come se in Europa non venisse già praticata la «terza via» del riciclaggio e del compostaggio. Mentre si finge di non sapere che costruire un'altra discarica di 550 mila metri cubi a Corigliano d'Otranto, dove smaltire le 180 mila tonnellate annue di rifiuti del bacino Lecce/2, è un rimedio peggiore del male. Perché la scelta di Corigliano, avviata da Raffaele Fitto, completata da Nichi Vendola, e aggiudicata con altri cinque progetti allo stesso consorzio, Cogeam, mette in serio pericolo 80-90 milioni di metri cubi di acqua annui. Il fosso della discarica, infatti, è proprio in perpendicolare sulla ricca falda profonda, che alimenta i pozzi con cui l'Acquedotto pugliese disseta il Salento. Il Tar di Lecce ha cercato di porre vincoli e condizioni, ma la Regione ha detto che si può fare e l'Aqp, che negli anni '90 si era opposta al progetto (la metà dell'attuale), definendolo «un disastro», adesso tace. «Ora e sempre, emergenza», è lo slogan a Ugento e a Corigliano. Al terzo giorno, l'ironia applicata alla monnezza può ancora funzionare.
Carlo Vulpio
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