da Green Report
07/01/2009
Trasporti
Non solo i vip sono contrari alla Tirrenica...
I motivi per cui ambientalisti e comitati continuano ad osteggiare il progetto autostradale e per cui chiedono adesso che sul tracciato toscano si adotti lo stesso approccio utilizzato per quello laziale, (ovvero si utilizzi lo stesso tracciato su cui passa adesso l’Aurelia, che è poi il vecchio progetto Anas su cui nel 2001 era stato trovato un accordo, tra Stato, regioni ed enti locali e che poi è stato buttato, invece alle ortiche) riguardano questioni finanziarie e di opportunità per un territorio
di Lucia Venturi
LIVORNO. La recente approvazione da parte del Cipe (18 dicembre scorso) del progetto preliminare dell’autostrada tirrenica, ha fatto fare un bel passo avanti all’opera: nella direzione sbagliata per chi la contesta da oltre vent’anni come gli ambientalisti e per chi si è aggiunto recentemente a questa squadra; nella direzione finalmente risolutiva e corretta per chi, come la regione Toscana accomunata in questo dal ministro Matteoli e quindi dal governo di segno politico opposto, ne rivendica invece l’assoluta necessità e sostiene che l’attuale progetto porterà solo vantaggi al territorio interessato.
E sta già collezionando una serie di interventi tra chi la osteggia e chi la difende, apparentemente con le stesse motivazioni: la sicurezza per chi viaggia in quel tratto di Maremma e la salvaguardia sia in termini ambientali che di speculazioni. Ovviamente con motivazioni diametralmente opposte e nei fatti inconciliabili, dato che partono da presupposti del tutto diversi, ma che difficilmente possono essere riconducibili solo al fatto che l’opera disturberebbe il buon ritiro di qualche personaggio snob, come sembrerebbe dalle ultime uscite mediatiche.
I motivi per cui ambientalisti e comitati continuano ad osteggiare il progetto autostradale e per cui chiedono adesso che sul tracciato toscano si adotti lo stesso approccio utilizzato per quello laziale, (ovvero si utilizzi lo stesso tracciato su cui passa adesso l’Aurelia, che è poi il vecchio progetto Anas su cui nel 2001 era stato trovato un accordo, tra Stato, regioni ed enti locali e che poi è stato buttato, invece alle ortiche) riguardano questioni finanziarie e di opportunità per un territorio. Il progetto per 120 km di nuova autostrada costerà 3,7 miliardi di euro, che difficilmente potranno derivare dai pedaggi, come sostenuto dal ministro Matteoli tanto che già si prevede una proroga ventennale della concessione alla società Sat, per potersi rifare degli investimenti. E con la motivazione della necessità di garantire un percorso alternativo a quello autostradale, si prevede di smantellare l’attuale variante a quattro corsie dell’Aurelia, pagata con contributi pubblici e del tutto funzionale – sostengono gli ambientalisti - ai livelli di transito attuali e futuri; un intervento che nei fatti servirebbe anche a garantire alla società di gestione che non vi sia competizione sui tracciati. Oltre all’incognita finanziaria c’è poi da considerare quella procedurale: essendo infatti stato modificato il tracciato (per quanto riguarda soprattutto il tratto laziale) il progetto definitivo dovrà essere sottoposto a nuova procedura di Valutazione di Impatto Ambientale sul progetto definitivo. Elemento su cui gli ambientalisti promettono ricorsi e future battaglie, per porre ancora ostacoli di fronte ad un progetto che quindi non sembra essere imminente nella sua realizzazione, come auspica lo stesso assessore Conti che – è corretto dire - si trova in questo in ampia compagnia. “Un’autostrada ambientalizzata” come la definisce l’assessore regionale ai trasporti, che servirà “a collegare all’Europa le città e i porti della Toscana” così che – asserisce ancora Conti “presto ci metteremo un’ora da Grosseto a Livorno, un’ora e mezzo da Grosseto a Firenze dove c’è l’alta velocità. E poi arriverà la Due Mari... Livorno diventerà il porto meglio collegato d’Italia e la Toscana non sarà più una regione solo da attraversare, ma il centro vivo di una rete di sviluppo”.
Intanto però la Toscana è la regione dove si tagliano i treni che collegano Grosseto con la capitale e dove per andare da “Grosseto a Firenze dove c’è l’alta velocità” come dice Conti, prendere il treno è come tornare alla tradotta dell’ottocento. Se l’obiettivo fosse davvero quello di migliorare i servizi di trasporto sia per le merci che per i cittadini, altre erano forse le strade da percorrere, almeno in via prioritaria: quella su ferro e quella via mare, anziché sull’asfalto. E chissà, magari anche gli impatti ambientali sarebbero stati minori.
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