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La mer, la fin...

mercoledì 13 maggio 2009

Prato. "Barriere" antirumore...

... tredici anni dopo, e a quanto pare inutili... Altri cinquecentomila euro buttati al vento?
MV

da il Tirreno del 13/05/09
«Quelle barriere non ci piacciono»

Installate dopo 13 anni dalla richiesta vengono contestate dai residenti

PRATO. Le volevano a tutti i costi, stanchi di dover convivere col caos delle automobili che sfrecciavano a tutta velocità, togliendo loro il sonno e la tranquillità. Adesso che però il Comune di Prato, dopo ben 13 anni, si è deciso a installare le barriere antirumore - l’inaugurazione è fissata per sabato prossimo - le famiglie di Mezzana hanno la sensazione di trovarsi di nuovo punto e a capo.
Fior di quattrini sono stati spesi per un investimento complessivo che ammonta a 516mila euro (il 41% a carico del Comune, il resto suddiviso tra Provincia e Regione), ma la musica per le orecchie degli abitanti che si affacciano su via Lunga Mezzana (con il retro della casa sulla Declassata), non è cambiata granchè.
Un intervento bocciato dalla maggior parte dei residenti della zona, anche perché i lavori si sono protratti per così tanto tempo senza portare a tangibili miglioramenti. Era il 1996 quando una trentina di famiglie del quartiere raccolse le firme per spingere l’amministrazione a prendere adeguati provvedimenti contro l’inquinamento acustico alle spalle della Declassata. C’è chi, a suo tempo, non ne volle proprio sapere di barriere contro smog e rumore. Una scelta di cui non se n’è pentita Antonella Pernici che, da qualche settimana (da quando cioè hanno installato le barriere), si sente come «murata viva» in casa propria. «Hanno alzato troppo la base di cemento che sostiene le lastre di vetro: non si vede più la strada e i raggi del sole filtrano a malapena sulle piantine del mio orto. Il Comune ha buttato soldi per nulla: non mi pare che il rumore si sia attenuato e la sensazione è che manchi l’aria. Un rischio da non sottovalutare - rileva la Pernici - è che l’acqua piovana ristagni nelle fessure scavate tra i muri e i nostri giardini, a causa dei tombini troppo rialzati».
Quei 270 metri di schermatura che costeggiano la tangenziale tra il casello autostradale e il Pecci non convincono neanche Maurizio Mannelli, uno dei più convinti sostenitori dell’utilità delle barriere.
«La versione originaria del progetto curato dalla Provincia - fa osservare Mannelli - era decisamente migliore, perché prevedeva pannelli alti cinque metri, anzichè quattro. Sarebbero stati più efficaci per riparare anche il primo piano delle nostre abitazioni. Ma il vero limite di questa operazione - fa notare il residente - è sotto gli occhi di tutti: le barriere installate non hanno potere fonoassorbente, semmai hanno la peculiarità di riflettere la luce del sole. L’obiettivo del Comune era quello di raggiungere la soglia minima di 10 decibel di rumore in meno. Chissà se la promessa è stata mantenuta».
Scettica è anche Marisa Boanini, per la quale «effettivamente il passaggio delle macchine è meno rumoroso di prima». «Ma i benefici - fa notare la residente - dureranno poco. Appena termineranno i lavori in corso sul tratto di svincolo con viale della Repubblica, la strada tornerà ad essere a due corsie e dunque maggiormente transitata dalle automobili».
Anche Alda Corsini è sul piede di guerra da quando le hanno alzato le barriere dietro casa: «L’impatto a livello estetico è sicuramente positivo, ma il rumore è uguale a prima. Di sicuro lo faremo notare ai tecnici del Comune».
Chi la mette sul piano della sicurezza e dell’ambiente è Mario Ricci, per il quale «almeno lo smog è sotto controllo e non c’è il rischio che una vettura ci sbandi nell’orto».
Un’altra lamentela è quella di Nico Ciulli: «In questi giorni ho avuto dei problemi con la fossa biologica. E non sono l’unico del quartiere, dopo che hanno fatti i lavori. Sarà forse una coincidenza?».
Maria Lardara

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