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La mer, la fin...

giovedì 14 maggio 2009

Sanità. Era solo una barbona...

L'hanno lasciata morire. Non c'erano parenti a proteggerla e nessuno ha ritenuto necessario un intervento operatorio. Per lo stesso motivo, nessuno verrà condannato. L'articolista del Tirreno ha già assolto i medici e con lui il serraglio del Pronto Soccorso dell'Ospedale di Prato. MV



Inchiesta sul decesso di una cinquantenne
Due medici indagati per omicidio colposo
il Tirreno 14/5/'09

PRATO. Due medici dell’ospedale sono stati indagati per omicidio colposo in relazione alla morte di una donna di 50 anni, avvenuta lo scorso 24 marzo al “Misericordia e Dolce”.
A sollecitare l’interessamento della Procura potrebbe essere stato un collega dei due medici, subito dopo la constatazione del decesso. E il giudice per le indagini preliminari ha affidato a un consulente tecnico d’ufficio una perizia medica sulle cause della morte, perizia che verrà consegnata tra qualche settimana.
La donna morta in ospedale si chiamava Maria Clara Zeddita, aveva 50 anni ed era originaria della Sardegna. Nel pomeriggio del 23 marzo fu trovata dolorante su un marciapiede di via Fra’ Bartolomeo. Un passante l’avrebbe vista perdere l’equilibrio, cadere a terra e sbattere violentemente la testa. La donna fu soccorsa da un’ambulanza e trasportata al pronto soccorso dell’ospedale, dove le fu riscontrato un forte trauma cranico e un’emorragia cerebrale che rese necessario il ricovero nel reparto di rianimazione. Ma nel corso della notte le sue condizioni peggiorarono e la mattina del giorno dopo il cuore smise di battere.
La polizia fu avvertita del decesso e la Procura ordinò un’autopsia per stabilire le cause della morte. Ora su quegli esami medici è in corso un’ulteriore perizia per capire se i medici (uno in servizio al pronto soccorso, l’altro di guardia) hanno fatto tutto il possibile per salvare la vita della paziente.
Al momento non ci sono elementi che portino verso una responsabilità dei medici, assistiti dagli avvocati Massimiliano Tesi e Simone Valenti. Bisognerà comunque attendere i risultati definitivi della perizia per fugare qualsiasi dubbio sulla morte della donna.
La cinquantenne non aveva una fissa dimora e aveva problemi di etilismo. Per questo era conosciuta dalle forze dell’ordine che in alcune occasioni l’avevano controllata. L’ipotesi è che non fosse lucida nemmeno quando è caduta per strada. Le analisi delle cartelle cliniche dovrebbero anche stabilire se la donna era debilitata al momento del decesso, un particolare che potrebbe spiegare l’esito fatale di quella che in un primo momento era sembrata una banale caduta.
P.N.

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