TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

sabato 9 maggio 2009

Mare/Cemento. Cala de' Medici.

In occasione dell'estate, noi gente dell'entroterra che sciamiamo verso la costa in cerca di sole e di mare, ci rendiamo conto di cosa è successo mentre languivamo nella città invernale. E sono sempre brutte sorprese. I porti turistici e i pontili spuntano come funghi. Cemento a cascata per far ricchi pochi e mettere tutti in ginocchio domani, quando scopriremo di esserci giocati il nostro bene più prezioso, convinti di poter fare maggiori guadagni. mv

Tirreno 9/5/'09

dal nostro inviato Elisabetta Arrighi
Gli yacht sulle scogliere di arenaria
La gente è delusa: il porto turistico non ci ha portato niente
...

C’è anche chi apprezza il Cala de’ Medici: «Almeno le barche dei ricchi hanno portato un po’ di vivacità»


ROSIGNANO SOLVAY. «Giocavamo sulla scogliera di Crepatura prima che arrivassero i villeggianti. Giugno e settembre erano mesi fantastici: cercavamo granchi e bavose nelle buche e ci divertivamo un sacco. Ora è tutto cambiato, perchè il cemento ha cancellato un pezzo di storia della nostra vita». Fabio e Andrea, nel 1977, avevano rispettivamente 10 e 12 anni: già si parlava dell’ipotesi di porto turistico, diventato realtà operativa solo all’inizio del Duemila. Ormeggiate alle banchine del Cala de’ Medici si sono barche da 8 a 24 metri e quel pizzico di lusso che gira attorno al mondo degli yacht.
Molti abitanti del paese, nato all’ombra delle ciminiere dello stabilimento chimico Solvay, lo vivono con soggezione anche se la direzione del Marina ha intrapreso una politica di coinvolgimento del territorio con varie iniziative.
«Il porto turistico non è stato quello che molti speravano. Il danno era stato ormai fatto e la gente del posto coltivava almeno la speranza che potesse diventare un volano per l’economia del territorio. Forse lo diventerà - commenta Gianluca Gentili, esponente dei Verdi e consigliere provinciale - ma per adesso questa dinamica non viene percepita». La costa fra Castiglioncello e Chioma è stata definita da Alberto Asor Rosa oggetto di “cementificazione selvaggia” e per quanto riguarda il tratto di Rosignano Solvay parla dell’“enorme e anonimo porto turistico” che ha distrutto “bellissime scogliere arenarie”.
«Belle lo erano sicuramente, ma anche molto scomode - chiosa Piero F., 77 anni, pensionato - E troverete cemento anche guardando la collina».
E’ vero, di palazzine da quattro-sei appartamenti con giardino e vista mare, negli anni ’80-’90 ne sono state costruite tante fra Rosignano e Castiglioncello. E ancora, nonostante il blocco dell’edilizia conseguente l’adozione del piano strutturale e del nuovo regolamento urbanistico che diminuisce la pressione nella parte a mare del territorio comunale di Rosignano, alcune gru svettano fra Serragrande e Pel di Lupo dove si costruiscono gli ultimi spiccioli dei progetti elaborati anni fa. Altro cemento sarebbe poi previsto per Monte Pelato, o Poggio come lo chiamano da queste parti, che con la sua vetta a punta è una caratteristica del profilo di Castiglioncello.
«E’ inquadrato nella rete delle strade bianche protette dalla Regione per le loro peculiarità. E’ vero che ha bisogno di essere sistemata la sentieristica, ci dovrà passare anche un tratto di ippovia, ma è impensabile - racconta Gentili - far passare una strada asfaltata».
«Forse sarebbe positivo aprirla, anche perchè Poggio Pelato è piuttosto abbandonato e poco sfruttato. Avere parcheggi e aree attrezzate potrebbe influire economicamente. Quanto al porto - spiega Paolo Biasci, agente immobiliare di Emmequadro - nel nostro settore ha influito poco. I valori di mercato sono rimasti invariati. Qui ci sono un po’ di seconde case e il nuovo piano strutturale non credo proprio che cementificherà il territorio».
Secondo altri, invece, la presenza del Cala de’ Medici qualche effetto l’ha avuto: «Ha portato un pizzico di vivacità - sottolinea Fabio Bandini di Monte alla Rena Immobiliare - Gli immobili vicini hanno avuto una rivalutazione. L’incremento è stato fra il 15 e il 20% e il mercato si è allineato sui valori di Caletta». Sul mare di Rosignano Solvay - a cui arrivando da nord si accede dal viale Trieste, da tempo abbandonato a se stesso, senza marciapiedi né arredi urbani - il cemento ha solo frazionato e trasformato villone (di inizio ’900) e villette. Si acquista, ristrutturato, a 3mila euro al metro quadrato.
I due agenti immobiliari confermano che qualcuno, dopo aver comprato il posto barca, si è “fatto” anche la casa. «Di solito appartamentini da 45-65 metri quadrati» spiega Bandini. E la crisi - nella zona - non si è fatta sentire in maniera forte sul mercato immobiliare che dà già qualche segno di ripresa. «I prezzi sono comunque fermi da due anni» precisa Biasci.
E il commercio? «Il porto non ha portato giovamenti, perchè è stato strutturato in modo che i proprietari di barche possano trovare all’interno quello di cui hanno bisogno - spiega Fedi Brigida di Confesercenti - Anche l’uscita non porta verso il centro del paese. Offre tanti fondi, ma sono poche le attività commerciali effettive. E fuori, alle Morelline, lo sviluppo c’è stato solo per i servizi legati alla nautica».

Nessun commento: