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La mer, la fin...

martedì 12 maggio 2009

Prato verso le aministrative. Il programma di RC -3

Terza puntata del programma di Rifondazione Comunista.
Il discorso si fa interessante e sicuramente non solo per noi di MV.

Qui a destra il manifesto della prossima iniziativa di RC con i due candidati, Paoletti e Messina.
mv

DAL DISTRETTO DEL TESSILE AL DISTRETTO DELL’AMBIENTE

Il Distretto Tessile non è più quello che conoscevamo; le confezioni hanno superato il manifatturiero, l’esportazione dei tessuti è calata del 48%,in questi ultimi anni si sono persi circa 10.000 posti di lavoro.

Occorre introdurre elementi di diversificazione rispetto al tessile.
Non vogliamo proporre soluzioni estemporanee o casuali, ma la formazione di un progetto strutturato sul territorio, che parta da analisi approfondite ed individui strategie che si consolidino nel tempo, cioè quello che si chiamerebbe Piano Strategico.

Da dove partire:
da una caratteristica peculiare del distretto pratese, che si è sviluppato sull’utilizzo degli stracci come riciclo di un “rifiuto”, e sul quale si sono innestati processi di attività specializzate che hanno prodotto la nascita di competenze specifiche ed anche innovative.


Il campo di attività:
partire dalle risorse naturali, dal riciclaggio, e creare le opportunità ed indirizzare finanziamenti per delle Energie alternative, e su queste creare attività specializzate, centri di ricerca, attività industriali, ed ad aziende artigiane, soprattutto legate alle nuove tecnologie. Creare i necessari collegamenti con i settori dell’informatica, della meccanica, dell’elettronica e della domotica.

Soggetti interessati:
le Amministrazioni Comunali e Provinciali come elemento di coordinamento e programmazione
le Organizzazioni di Categoria
l’Università, che dovrebbe assumere un ruolo fondante di tutto il processo. Sarebbe opportuno far divenire Prato, partendo dalla situazione attuale che vede la presenza dal Biennio di Ingegneria Ambientale, sede dei corsi che si occupano dell’Ambiente, e delle problematiche ad esso connesse, puntando ad una qualificazione della presenza dell’Università che potrebbe divenire un volano anche per la crescita culturale del distretto. L’Università dovrebbe assumere il ruolo di unico referente per la ricerca superando i limiti della situazione attuale basata sulla genericità delle funzioni assegnate al CREAF il cui costo è previsto in 17.000.000,00 di euro, e relativamente al quale desta preoccupazione la suddivisione in due società (una immobiliare ed una di gestione). Inoltre alle Amministrazioni ed all’Università dovrebbe essere affidato il compito di stabilire una serie di Relazioni internazionali che dovrebbero mettere in contatto la realtà Pratese con i centri più avanzati, nella ricerca del settore, delle altre realtà Europee ed Internazionali.
Altro soggetto la scuola, come scuola di specializzazione (il riferimento è alla funzione svolta in città dall’Istituto Buzzi).
L’obbiettivo è quindi: quello di realizzare, nel tempo una diversificazione del Distretto, passando dal tessile all’Ambiente.
Creare posti di lavoro qualificati e gratificanti per i giovani del nostro territorio, anziché accettare supinamente proposte relative solo a commessi di Centri Commerciali o “maschere” per le Multisale.

LAVORO
Il ruolo che gli Enti Locali possono svolgere su questo terreno è forse più importante rispetto a quanto si possa pensare. La Provincia e i Comuni devono rafforzare il proprio ruolo nelle crisi aziendali che si manifestano sul proprio territorio a tutela del lavoro e dell’occupazione sostenendo l’accesso e rafforzando gli ammortizzatori sociali con forme di sostegno al reddito per quei settori sociali colpiti dalla crisi economica.
Gli Enti Locali sono anche soggetti che erogano lavoro e quindi la lotta alla precarietà e per la sicurezza del lavoro deve partire proprio dall’interno dell’Ente superando ogni tipo di lavoro a termine verso una stabilizzazione a tempo indeterminato. Ma l’aspetto sul quale dovremo impegnarci maggiormente poiché investe in pieno gli Enti Locali è quello del lavoro nei servizi esternalizzati dei quali vogliamo prima di tutto un rigoroso rendiconto economico,ma anche un ripensamento sulla reale opportunità della esternalizzazione..
L’utilizzo di risorse interne alla dotazione organica è fondamentale per l’avvio di una corretta politica di redistribuzione del reddito, obiettivo questo che il PRC persegue anche a livello programmatico negli Enti Locali che sono anche erogatori di lavoro verso le aziende che operano sul territorio in particolare in campo edilizio e dei lavori pubblici.
Il PRC fa della lotta alla precarietà e per la sicurezza sui luoghi di lavoro, uno dei suoi assi portanti, è quindi indispensabile nei capitolati d’appalto introdurre norme premianti in materia di sicurezza con la contemporanea creazione di una banca dati per gli appalti
pubblici. E’ necessario dotare gli Enti Locali di personale professionalizzato per contrastare il lavoro nero e per il rispetto della sicurezza che non può restare solo appannaggio del personale statale poiché non è stato in grado di contrastare il fenomeno stante le poche risorse destinate. In parallelo è necessario un forte impegno da parte delle amministrazioni locali contro l’evasione fiscale comunale.

Il PRC propone che i contratti di servizio, sia a livello comunale che di Ambito Territoriale Ottimale,
prevedano alcune requisiti di base :
Stabilizzazione del lavoro almeno per la durata dell’appalto Obbligo di definizione del tipo di contratto collettivo di riferimento Rispetto dei carichi e degli orari Individuazione di requisiti per particolari tipi di servizio.

Sul nostro territorio è anche molto diffusa l’attività artigianale, spesso in crisi per le scelte operate dai proprietari verso la rendita speculativa. E’ necessario invece salvaguardare questa attività che rappresenta un valore economico e culturale per la nostra comunità.
Dovrà essere compito dei Comuni promuovere un censimento delle attività artigianali presenti sul territorio con particolare attenzione a quelle forme meno strutturate di artigianato, che vedono l’impiego quasi esclusivo di giovani, creando una sorta di “porto franco” in cui questi giovani artigiani possano produrre e vendere la loro produzione senza aggravi burocratici ed economici agevolando anche la costituzione di cooperative sociali.


ENERGIA
La questione climatica, che è connessa a quella energetica, è ormai esplosa da tempo, rendendo improrogabile la necessità di tendere a zero le emissioni di gas serra. La spinta profusa dal patto di Kyoto rimane disattesa nel caso italiano,infatti, a fronte di un impegno a ridurre del 6,5% le emissioni rispetto al 1990, ad oggi le stesse sono aumentate del 12%. L’obiettivo di emissioni zero entro 2100 pare, quindi, assai lontano. Basta pensare che il settore dei trasporti in genere contribuisce per il 25% circa, al totale delle emissioni di gas del Paese.
La direttiva della Commissione europea nel sancire il “tre volte 20 per cento” dimostra la necessita di sterzare nettamente verso un abbattimento drastico dei consumi da fonti fossili. L’Europa chiede la riduzione del 20% delle emissioni di CO2, del 20% dei consumi energetici e l’aumento del 20% della produzione da fonti rinnovabili, il tutto da perseguire entro il 2020.
L’efficienza ed il risparmio energetico rappresentano le più grandi ed innovative fonti di energia utilizzabile, risparmio che non deve essere sinonimo di limitazione, ma sia invece lo studio, la ricerca e lo sviluppo di modelli di vita che portano ad una razionalizzazione energetica maggiore, con la netta riduzione di uso di fonti fossili.
Prioritario per ogni intervento pianificato nel settore dell’energia la redazione di un Piano Energetico Comunale nel quale sia chiaro obiettivi e strategie con una verifica annuale.
Incrementare la produzione da fonti rinnovabili deve diventare l’occasione per uno sviluppo sostenibile della nostra comunità comunale e provinciale fortemente popolata. Nel nostro contesto dobbiamo prediligere, anzi sviluppare solo piccoli impianti legati ai bisogni dei territori rendendo gli stessi autonomi dalla richiesta pressante di energia Lo sviluppo del fotovoltaico, di piccole centrali a biomasse o a cogenerazione, rappresentano una grande opportunità.
A questo proposito per Prato che dispone di una superficie di edifici industriali elevata si può chiedere che gli enti locali possano concordare l’installazione dei pannelli fotovoltaici sugli edifici industriali in maniera di garantire energia pulita e a minor costo per le imprese. Proprio questa peculiarità industriale del contesto pratese potrebbe essere il luogo idoneo per gli Enti locali nel promuovere un distretto per la sperimentazione e l’applicazione delle energie rinnovabili.
Non è possibile sostenere un recupero energetico senza parlare di di edilizia. Pertanto per il comparto edile il piano di recupero energetico deve inserirsi nella progettazione complessiva. E’ insostenibile che le abitazioni in Italia consumino tra 150 e 200 chilowattora al metro quadro contro i 70 della Germania.
In virtù di questo, riteniamo positivo partire dai principi presenti nel decreto legislativo 192 del 2005 e quindi l’adozione della certificazione energetica per gli edifici, conseguentemente prevedere una proficua regolamentazione sulla metodologia e sui controlli di questi. Esperienze di altri paesi dimostrano che l’obiettivo di realizzare strutture abitative che non siano energivore ma che di contro vadano a pareggiare il bilancio energetico è ambizioso ma non impossibile. Quindi chiediamo che negli edifici pubblici si proceda a una ristrutturazione necessaria al fine di recuperare energia.
Ma è nel settore dell’energia vitale per il futuro non solo del tessile, che Prato per la conformazione industriale, può diventare un punto di riferimento. Pertanto gli Enti locali dovranno elaborare un piano energetico basato sulle energie rinnovabili,incentivare l’installazione di pannelli fotovoltaici sugli immobili industriali, impegnarsi alla realizzazione di un polo per la ricerca delle energie rinnovabili.
In sintonia con altre istanze istituzionali, verificare la fattibilità di attuazione di un polo per lo studio e la ricerca di nuove tecnologie applicabili all’industria

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