TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 10 maggio 2009

Prato verso le amministrative. Il programma di RC.

Riportiamo qui il primo stralcio del programma di Rifondazione Comunista. Seguiranno altre pagine che potrete leggere con calma. Mv ritiene che Paolo Paoletti sia un ottimo candidato a Sindaco e che le sue proposte meritino una grande attenzione. Ci rammarichiamo ancora di non essere riusciti, con lui e con altri a creare un unico terzo polo civico, ambientalista e promotore di quella partecipazione di cui si parla in questo programma.
Speriamo di riunire il fiume, almeno a valle, in un unico letto.
MV

Rispetto a 5 anni fa il quadro politico nazionale e socio-economico del Paese è profondamente mutato e gli Enti locali non potevano restare immuni da questo peggioramento complessivo delle condizioni di vita a livello di massa.
Citiamo brevemente alcuni dati.
Uno studio significativo della realtà economica toscana elaborato dall’IRPET riporta alcuni dati dell’ultimo trimestre 2008:

-10% della produzione industriale;
crollo delle esportazioni interne e internazionali;
-8% degli ordini interni ed esteri.
Meno 2% dell’occupazione e cassa integrazione a + 163%.
La flessione produttiva maggiore in Toscana avviene a Prato –8,3%.

I recenti dati nazionali ci confermano le previsioni più nere:
febbraio 2009 cassa integrazione +553 %;
–2,6 % del PIL per il 2009.

Un vero e proprio crollo economico e produttivo perché il trend economico non da segnali di ripresa ma conferma anzi che il dato locale è peggiore di quello nazionale. In questi anni, a Prato,sono scomparse circa 2200 imprese.

Queste elezioni quindi si collocano all’interno di una crisi economica complessiva di gravità estrema e questa sarà la cornice che ispirerà tutto il nostro programma e condizionerà anche l’attività degli Enti locali che a causa delle politiche governative stanno subendo una drammatica riduzione delle proprie disponibilità.
Le elezioni amministrative del maggio 2009 rappresenteranno per noi un banco di prova difficile e oggi più che mai dobbiamo esser chiari nel ribadire chi vogliamo rappresentare, quali sono le modalità della costruzione del nostro progetto,quale ente vogliamo.
La nostra scelta di campo è chiara ed inequivocabile a favore delle fasce sociali più deboli ed emarginate.
Rispetto al primo punto vogliamo dare voce e rappresentanza a coloro che sono più colpiti da questa crisi con la perdita del posto di lavoro,e la riduzione del potere di acquisto.
Rispetto al secondo punto vogliamo valorizzare al massimo la partecipazione dei cittadini, dei movimenti, delle forze sociali alle scelte politiche, riducendo al minimo la necessità della delega, perché la partecipazione collettiva sia la forma della pratica della democrazia e del governo, unico antidoto contro il qualunquismo dell’antipolitica e il clientelismo. Per noi ovviamente la partecipazione diviene uno strumento essenziale nella costruzione dell’iniziativa politica, nell’individuazione dei nodi programmatici, nella ricerca di alleanze sociali e di movimento, nella costruzione di reti orizzontali, saperi, cittadini, istituzioni,
Rispetto al terzo punto crediamo che la trasparenza dell’amministrazione sia un punto ineludibile e che deve essere accompagnata da scelte rigorose sull’attribuzione di incarichi e consulenze. Nella scelta dei membri nei vari CDA delle partecipate non può orientarsi verso coloro che ricoprono o hanno ricoperto incarichi esecutivi nell’Amministrazione pubblica. Bisogna inoltre evitare che le stesse persone siano controllori e controllati.
Questa scelta di trasparenza deve investire scelte politico-amministrative vincolanti sul terreno urbanistico, dei subappalti, dei servizi alla persona, dei percorsi formativi, del sostegno alle attività economiche ed imprenditoriali.
I nodi programmatici che dobbiamo mettere al centro della nostra discussione pubblica riguardano in primo luogo il tema dei servizi pubblici locali, la difesa ed il rilancio del loro carattere pubblico, la tutela delle fasce più deboli di utenza e delle condizioni di lavoro degli operatori del settore.
Tuttavia, moltissimo rimane ancora da fare per rendere più chiara l’autonomia di scelta da parte delle autonomie locali tra la privatizzazione (che oggi nei fatti rappresenta purtroppo già la scelta più diffusa) e la gestione pubblica dei servizi, anche attraverso forme giuridiche diverse dalle società di capitali, come consorzi, istituzioni, aziende speciali. Così come occorre rafforzare molto il tema dei controlli sulle attività dei gestori (pubblici e privati), sulla condizione lavorativa degli addetti, sulla partecipazione attiva dei cittadini.

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