TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

domenica 17 maggio 2009

Prato verso le amministrative. Il programma di Cennicina

Vediamo un po' le anticipazioni del programma di Cennincina...
Intanto, si ripicchia sul cardato (inizia ad essere noioso), pensa di risolvere i problemi della città a colpi di ordinanze, spara boiate degne di un leghista della prima ora sulla "discriminazione" verso i pratesi, chiede l'intervento della regione per finanziare direttamente le imprese (ma una volta Berlusconi e soci non erano "liberisti"?), per poi finire a sbrodolare sulle Cascine di Tavola, su Gonfienti, e roba varia, quando non ci risulta che la sua voce si sia mai alzata una volta una a difesa della città etrusca o della villa medicea... Ma forse era troppo impegnato al Saschall fiorentino, per accorgersene...
E per dire tutto questo, ha aspettato fino alla metà di maggio? Complimentoni!!!
MV

da la Nazione del 17/05/09
Più ordinanze anti degrado E una finanziaria per le ditte Piano cardato già alla Ue, sportelli antiburocrazia

L’IDEA CHE dà più speranza è la creazione di una finanziaria regionale che possa entrare nel capitale delle società e favorisca gli accorpamenti fra aziende. Quella in fase più avanzata, visto che a fine mese è atteso anche un funzionario Ue e che il progetto è già stato inviato in Europa, è il rilancio del rigenerato per fare di Prato il distretto tessile «verde» del mondo. L’idea più urgente è legata invece agli aiuti da concedere alle famiglie in difficoltà, mentre la più originale è quella di aprire le giunte al pubblico, così da stabilire un contatto diretto con i cittadini. Il programma di Roberto Cenni, candidato sindaco del centrodestra, non è ancora sulla carta, ma nella sua testa sì, tanto che stasera alle 21 Cristall sarà presentato alla cittadinanza.
Il primo punto è il recupero della legalità: «Un sindaco deve avere coraggio e usare tutti gli strumenti, forti, che la legge gli fornisce». In sostanza Cenni ha intenzione di usare molto più di Romagnoli le ordinanze sindacali per risolvere problemi specifici, dai locali che disturbano al decoro. Ma c’è anche l’intenzione di agire subito per aiutare le famiglie in crisi: «Incontrando la gente mi sono domandato spesso chi è stato discriminato in questi anni. La risposta è che lo sono stati i pratesi. A loro non è mai stato concesso di non pagare una multa o di disturbare, a tanti altri invece sì. Ci sono famiglie che soffrono la crisi (ad aprile il calo del lavoro ha toccato anche il 40%) e altri fattori: quanti hanno lavorato una vita per poi ritrovarsi con una casa che non ha mercato perché in una zona degradata? Non solo, una signora mi ha mandato una e-mail lamentandosi perché non ha avuto contributi per i libri scolastici. Aveva davanti 50 stranieri... Poi i cinesi: perché non nominano un rappresentante per i rapporti col Comune?». Ancora stranieri: sì ai centri di identificazione e controlli sui flussi di denaro degli orientali.

SUL PIANO economico Cenni ha citato l’esempio di Friulia, la società finanziaria creata dalla Regione Friuli per aiutare le piccole e medie imprese anche nei processi di aggregazione «che possono ridurre la concorrenza quasi cannibale di adesso». Friulia concede da 20mila a 500mila euro e propone un modello che Cenni vorrebbe esportare qui: «La finanziaria entra nelle società ed esprime membri nei cda e fra i revisori, obbligando gli imprenditori ad una gestione professionale. Si potrebbe pensare anche a dei tutor». Poi il piano sul cardato: «Non è un’idea vecchia, anzi. Prato deve ripartire dal rigenerato, dove ha un’esperienza unica e insegna a risparmiare acqua, energia, anidride carbonica. Dobbiamo essere premiati. Oltre ad intercettare i fondi europei si potrebbero ottenere detassazioni e sconti Iva. La seconda fase invece prevede una spinta dalle amministrazioni che, sulla base di un programma europeo e con modifiche dei capitolati, dovrebbero impegnarsi ad acquistare prodotti sostenibili. Infine la terza fase, quella della campagna per la vendita al dettaglio». Imprese e famiglie dovranno avere sportelli unici con varie competenze per «non rimbalzare da un ufficio all’altro».

VELENOSO sull’ex Banci («Qual è il progetto?»), Cenni ha detto poi di voler sostenere le società sportive e «usare meglio risorse come Gonfienti, le Cascine di Tavola, che non sono peggiori di quelle di Firenze, il Monteferrato e gli insediamenti sulla Calvana». In centro invece ha intenzione di abbassare il canone per il suolo pubblico: «Chi crea eventi non può pagare quattro o cinque volte di più che in altre città». Infine non si è sbilanciato su giunta e alleanze («Voglio persone capaci, non guardo alla posizione politica. Semmai sarebbe utile una delega per l’Europa») e ha promesso «un tavolo con tutti i partiti perché Prato non si governa da soli». Il suo Comune però «non si farà comandare dalle partecipate così come gli assessori dai dirigenti. Prima del decentramento ci saranno controlli su tutto».
Leonardo Biagiotti


da il Tirreno del 17/05/09
PRATO. Giunta all’insegna della trasparenza: «Mi piacerebbe che le sedute fosse pubbliche». Ma suoi nomi dei futuri assessori Roberto Cenni è meno disponibile: «Non crederete mica che ve li dica in anticipo?» Una cosa però l’annuncia: «Se diventerò sindaco nella scelta delle persone non sarò condizionato dai partiti della mia coalizione, in giunta entrerà chi mi piace. Non solo tecnici ma individui competenti in grado di risolvere i problemi». Quanti assessori ancora non lo sa: «Prima bisognerà fare una verifica generale del funzionamento della macchina anche andando a guardare nelle circoscrizioni e nelle partecipate, poi in base alle necessità si faranno le deleghe». Una a Cenni piacerebbe particolarmente: «Avere in giunta una persona in grado di individuare quelle fonti di finanziamento europee che possano arrivare nei territori senza necessità di passare attraverso la Regione o altri enti, sarebbe cosa davvero gradita». Un’altra riguarda la semplificazione: «Vorrei semplificare la giungla degli sportelli ai quali oggi i cittadini sono obbligati a rivolgersi, accorpandoli per grandi tematiche - spiega - Lo sportello famiglia, per esempio, dovrebbe essere in grado di dare risposte sul sociale, sulla sanità e sulla scuola». Apertura politica anche all’opposizione: «Siccome non si governa da soli - conclude - mi piacerebbe avviare un tavolo con tutti i partiti».
Non vuole sentire parlare di progetti calati dall’alto sulla testa dei cittadini: «Perchè diventano imposizioni», ma soprattutto perchè «prima bisogna pensare se di quella cosa c’è bisogno, inserirla in una visione generale di città e poi semmai procedere». Metodo nuovo anche per presentare il programma - le linee generali tracciate ieri al Cristall - con una serie di incontri a tema: l’ambiente, piuttosto che lo sport o la cultura «e chi ha idee buone - dice - le butti fuori».
Rigeneriamoci. E’ la nuova frontiere dell’economia cittadina il cavallo di battaglia del programma del patron della Sasch. «Per trenta anni ci siamo vergognati di produrre rigenerato rispetto alle nuove tendenze moda, abbiamo cercato di scrollarci di dosso la nostra tradizione, che è invece è quella che può salvare il distretto e la sua filiera». In tre mosse: la prima grazie agli incentivi «perchè è una produzione ecologica, in linea con le indicazione dell’Europa», la seconda perchè sarebbe sostenuta dall’amministrazione «che con bandi pubblici dovrebbe favorire l’utilizzo di quel prodotto», terzo con la creazione di un marchio che garantirebbe “il consumatore consapevole” del basso impatto e della biodegradabilità del prodotto «per commercializzare il quale spetterebbe al Comune andare ad accordi, per esempio, con la grande distribuzione».
Prato come la Fiat. Per Cenni la diversificazione è tornare alle origini ma è anche una nuova struttura produttiva. «Si dice che Prato è un unica fabbrica ma è parcellizata e sfilacciata dalle microimprese. I suoi probemi avrebbero lo stesso impatto di quelli della Fiat se invece fosse un unico corpo produttivo». La questione insomma sta nella aggregazioni: «Invece di avere delle piccole aziende che fanno piccole produzione, dare un migliore ordine». In due modi: «Con l’uso di una finanziaria, la Regione ha diversi strumenti interessanti - spiega Cenni - che entri nel capitale di rischio dell’azienda non in modo definitivo ma solo per riorganizzarla, immettando anche competenze in grado di governare i riasseti». Oppure con l’istituzione di un “tutor”: «Accade già in Inghilterra dove le aziende collegate al mercato Aim, che contano su questa figura per quotarsi in borsa attraverso meccanismi più semplici. A Prato il tutor avrebbe il compito di pilotare le aggregazioni di impresa».
Scelte difficili. E dopo il tessile la questione legalità, un altro nervo scoperto della città. «Una donna mi ha scritto - racconta Cenni - che non è risucita ad avere un appartamento in convezione perchè in lista, davanti a lei, c’erano cinquanta stranieri. A essere discriminati ormai sono i pratesi. E’ l’ora delle scelte difficili ma che bisogna fare». Tolleranza zero verso l’illagalità diffusa con la polica delle ordinanze: «Contro il degrado, contro i cattivi odori contro le persone che vivono in 15 in un appartamento di 50 metri» da un parte, e dall’altra ultilizzano meglio «il tavolo delle sicurezza che deve avere fondi disponibili per far partire davvero la videosorveglianza in centro». Tutela, invece, di quella parte di immigrati, soprattutto cinesi, che punta all’integrazione. «Sarebbe utile che la comunità eleggesse un rappresentante che avesse dall’amministrazione comunale la delega a rappresentare al sindaco i problemi».
Città fabbrica, no grazie. Chi l’ha detto che Prato è solo palazzi e stanzoni? «Ci sono dei progetti - dice - anche di costo relativo che potrebbero dimostrare il contrario». Prima di tutta la città Etrusca di Gofienti «unica e che certo non deve essere coperta di sabbia». Poi la riqualificazione dei Lecci e del suo laghetto quindi un progetto lungo le sponde del Bisenzio fino in Vallata, il recupero del parco fluviale delle Cascine e per finire un percorso lungo le tracce dell’età del ferro in Calvana.
Una frase odiosa. Ma prima di tutto Prato deve affrontare l’appuntamento del 22 maggio a Roma. «Importantissimo - dice Cenni - perchè bisogna spuntare regole a parte per Prato che deve sostenere quelle centinaia di dissoccupati senza più la copertura della cassaintegrazione». Una cosa, però, non gli è andata giù: «L’uso strumentale che si è fatto dell’ incontro. Non sono io o l’onorevole Mazzoni che andiamo dal governo, è la città intera, attraverso il tavolo del distretto che la rappresenta. Trovo odioso che su questi argomenti si cerchi di tirare la giubba da una parte o dall’altra».
Cri.Or.

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