TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

giovedì 14 maggio 2009

Verso le elezioni Europee: Domenici fa cacare.

Leonardo Domenici, tutti sanno chi è. Quel sindaco che si incatenò con la catenella dello sciacquone davanti alla sede dell'Espresso. Quello che per telefono confessava ai suoi compagnucci: "il parco mi fa cacare". Il presuntuoso funzionario imposto a suo tempo da Roma per sanare l'allora già macilento partito fiorentino... Quello lì. Invece di ringraziare Pistelli perchè ha parlato di lui nel suo blog invece di dimenticarlo, al Domenici continua a venirgli su la peperonata e si chiede ancora perchè non piace a nessuno. La risposta sta nel titolo del nostro post: sei come il parco.
MV (non dimentica)

Le elezioni europee. (da www.lapopistelli.it 12.05.'09)

Ho ricominciato in queste settimane a partecipare ad iniziative elettorali sul rinnovo del Parlamento europeo, istituzione che ho servito dal 2004 al 2008 come capogruppo dell’Alde e come membro di varie commissioni.
Confesso una certa esitazione quando leggo gli slogan dei diversi candidati - tutti orientati a convincere che si crede all’Europa, quella vera, quella nuova, quella che funziona, e che si portano in dote passioni e competenze sconosciute in passato - e confronto la campagna con il sistematico cono d’ombra che poi si chiude su Bruxelles e Strasburgo fra un voto e l’altro.
Chi mi conosce sa con quanta convinzione io creda al progetto europeo, al suo straordinario successo nell’aver allontanato dal cuore del nostro continente la minaccia della guerra, della fame, la paura del prossimo, nell’aver costruito la più grande area di pace, benessere, rispetto dei diritti umani dell’intero pianeta, nell’essere divenuto punto di riferimento per ogni altra esperienza di integrazione politica ed economica di altre parti del globo.
Un club che ha triplicato i suoi soci negli ultimi venti anni, che ha modificato sei volte i suoi trattati nello stesso periodo, che è amato se si interrogano i cittadini rispetto a ciò che dovrebbe fare domani ma che raccoglie troppe perplessità per ciò che fa oggi. Un’Europa in trasformazione dunque.euro-babele
Un segno di questa trasformazione sarà dato dalle nuove case politiche che stiamo costruendo. Cinque anni dopo avere dato personalmente vita all’Alde, cioè all’Alleanza fra Liberali e Democratici, è tempo di dare una più compiuta casa al centrosinistra europeo facendo evolvere il progetto verso una nuova Alleanza fra Socialisti e Democratici, che tenga assieme i diversi riformismi europei e che tenga nello stesso gruppo i deputati del Partito Democratico.
Siamo molto avanti. Il lavoro svolto in queste settimane con Dario Franceschini e Piero Fassino, a Santiago (leggi qui), Bruxelles, Londra, Parigi, Berlino, Madrid ci dice che sta aprendosi una nuova stagione di collaborazione europea e di cooperazione politica transatlantica, fortunata complice la vittoria di Obama alle elezioni americane.
La lista del Partito Democratico nel nostro collegio (Italia centrale: Toscana, Umbria, Marche e Lazio) è una lista che offre un’ampia scelta di possibili candidati e che impone dunque delle scelte, pur essendo possibile esprimere tre preferenze.
Voterò con convinzione il capolista David Sassoli, e non per semplice disciplina sul capolista. David è una persona di grande valore, sia umano, che professionale e politico. Non solo dunque un volto noto. E’ nato a Firenze, ha fatto politica da ragazzo, ha smesso per dedicarsi al giornalismo, fa oggi una nuova scelta di vita. Merita fiducia per la sua preparazione e per la sua motivazione.
Più complicata la scelta sulle due residue preferenze. La mia prima indicazione è senz’altro per Monica Giuntini, europarlamentare toscana uscente, che ha dimostrato un grande impegno nel tempo residuo del suo mandato. In modo analogo, raccomando Catiuscia Marini, altra europarlamentare uscente, stavolta umbra, che è entrata in carica quando assieme a Nicola Zingaretti abbiamo lasciato Bruxelles nel 2008. Due voti per due donne dunque.
Ci sono però due altri candidati per i quali spendo volentieri una indicazione possibile: Franco Vaccari, sociologo, toscano, animatore della scuola della pace della comunità di Rondine; Silvia Costa, figura di spicco del cattolicesimo democratico, donna impegnata da sempre nelle battaglie per la promozione delle pari opportunità. Avessi cinque voti, questa sarebbe la mia lista, ma da qui attingerò le mie tre preferenze.
Prevengo l’obiezione che in questa rosa di candidature non figuri quella prestigiosa dell’ex presidente dell’Anci ed ex sindaco di Firenze, Leonardo Domenici. Purtroppo ci sono momenti in cui anche la costruzione di un partito o di un gruppo parlamentare poggia sulla scelta delle persone. Per concorrere ad una posizione di responsabilità occorrono sia amore per la funzione per la quale ci si candida, sia empatia con gli elettori ai quali si chiede una delega a rappresentarli, entrambe precondizioni che non vedo realizzate in questa circostanza.
L’Italia, da sempre, esprime le più alte percentuali di partecipazione alle elezioni europee: il nostro 70% di cinque anni fa è cifra doppia rispetto a quella soglia del 30% che segna l’affluenza in Paesi importanti come la Gran Bretagna o la Spagna.
Il progetto del Pd, partito europeista per identità, il progetto dell’Unione Europea passano anche attraverso il mantenimento di questa alta affluenza. Sono consapevole che il clima politico è ad oggi ancora fiacco, ma invito tutti a non permettersi il lusso di sprecare questa occasione. C’è stato un gran parlare in questo anno della vittoria di Obama e delle conseguenze per il mondo, per le sfide globali, per le ansie di rinnovamento e cambiamento. Termino perciò con una semplice considerazione: chi guarda con attenzione alle novità introdotte finora dal presidente americano in materia di relazioni internazionali, di energia, di governance economica, di ambiente non può ignorare che, più che un Europa che imita gli Stati Uniti, siamo davanti al fenomeno contrario, cioè alla superpotenza globale che riorienta la propria agenda su coordinate e parole di sapore europeo.
Possiamo, una volta tanto, esserne fieri e mandare avanti questo straordinario progetto ?


Europee; Pistelli non vota Domenici: nel Pd divampa la polemica
Firenze, 13 mag. (Apcom) - Divampa di nuovo la polemica nel Pd, dopo che il deputato fiorentino Lapo Pistelli ha annunciato sul suo sito web che non voterà il sindaco uscente di Firenze, Leonardo Domenici, alle elezioni europee di giugno. "Purtroppo ci sono momenti - si legge sulla pagina - in cui anche la costruzione di un partito o di un gruppo parlamentare poggia sulla scelta delle persone. Per concorrere ad una posizione di responsabilità occorrono sia amore per la funzione per la quale ci si candida, sia empatia con gli elettori ai quali si chiede una delega a rappresentarli, entrambe precondizioni che non vedo realizzate in questa circostanza". Pistelli, che si era candidato alle primarie per la successione a Domenici, risultando sconfitto al primo turno da Matteo Renzi, spiega quindi che sceglierà la sua terna da una rosa di nomi che comprende David Sassoli, Monica Giuntini, Catiuscia Marini, Franco Vaccari, Silvia Costa. Immediata la reazione del sindaco di Firenze, dopo che Red Tv aveva dato la notizia di una sospensione delle attività elettorali di stesso Domenici, poi smentita dal comitato elettorale dello stesso: "Di fronte a una presa di posizione di questo tipo - ha dichiarato alla stessa emittente - ho sentito il bisogno di avere un chiarimento politico e di fermare le iniziative in programma". La svolta è arrivata intorno alle 17.20: "Ho ricevuto una telefonata da Dario Franceschini - ha proseguito Domenici - che mi ha ribadito l'importanza della mia candidatura, e che la posizione di Lapo Pistelli è assolutamente personale, e non rappresenta né il Pd né componenti della vita del Pd". Tuttavia, rimane l'aver visto intervenire "per la prima volta - ha aggiunto - un esponente nazionale del Pd contro il candidato in seconda posizione nella lista del Pd nel Centro Italia alle elezioni europee. Questa esperienza mi è quindi nuova, nella vita non si finisce mai di imparare". Per il sindaco di Firenze, "l'importante è dare un contributo al risultato elettorale del Partito Democratico, mentre mi sembra che l'onorevole Pistelli per una sua questione personale non abbia creato un problema al sottoscritto ma soprattutto al Pd". La presa di posizione dell'ex-Margherita ha riacceso la polemica nel partito locale, ed è stata bollata come "inaccettabile" dal segretario regionale Andrea Manciulli: "Le posizioni di Lapo Pistelli a proposito della candidatura di Leonardo Domenici alle elezioni europee - scrive, in una nota firmata dai segretari Pd territoriali - sono politicamente non condivisibili, inaccettabili e dannose soprattutto per i risultati elettorali del Partito Democratico. Quello di Pistelli è un giudizio isolato: la scelta di Domenici come candidato di tutta la Toscana nella lista del Pd del Centro Italia è infatti avvenuta in piena trasparenza, è stata discussa dagli organismi dirigenti, condivisa e approvata da tutti i nostri territori. Ne consegue una responsabilità politica e un impegno di tutti a sostegno di questa candidatura e del miglior risultato possibile per il Pd: questo ci aspetteremmo ancor di più da parte di un dirigente del nostro partito". Il Pd fiorentino ribadisce il suo "disaccordo totale" con la presa di posizione del deputato democratico: "Riteniamo che sia invece necessario puntare sulla candidatura di Domenici - dichiarano i segretari Simone Naldoni e Giacomo Billi - e sulla sua elezione al Parlamento Europeo. Questa candidatura è un modo per valorizzare la sua attività decennale di governo a Firenze come sindaco". Paolo Amato, senatore fiorentino del Pdl, attacca le divisioni nel Pd: se Domenici è "inadeguato" secondo un compagno di partito, "c'è da chiedersi allora perchè mai gli elettori della Toscana e del collegio dell'Italia centrale dovrebbero votarlo. Il fatto è che i personalismi e le divisioni che lacerano il Pd non rendono questo partito adatto a rappresentare gli italiani in Europa".



VERSO LE ELEZIONI Pistelli-Domenici, veleni europei Giornata ad alto tasso di adrenalina per il Pd. O meglio per il sindaco uscente e candidato alle Europee Leonardo Domenici. A scatenare la sua reazione il giudizio che l’onorevole Lapo Pistelli ha espresso, senza troppi giri di parole, sul suo blog. In estrema sintesi: "Io non voterò Domenici"
Firenze, 14 maggio 2009 - Giornata ad alto tasso di adrenalina per il Pd. O meglio per il sindaco uscente e candidato alle Europee Leonardo Domenici. A scatenare la sua reazione il giudizio che l’onorevole Lapo Pistelli ha espresso, senza troppi giri di parole, sul suo blog. In estrema sintesi: "Io non voterò Domenici". Per placare l’ira dell’ex sindaco incatenato c’è voluta una telefonata al leader nazionale Dario Franceschini che ha, naturalmente confermato, la candidatura.
E’ l’ennesimo colpo di scena, nella mai finita guerra scatenata dalle primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra. E, a scanso di equivoci, Pistelli ha atteso la consegna ufficiale delle liste dei candidati per il consiglio comunale, i consigli di quartiere e l’assemblea provinciale, Poi ha deciso di illuminare l’ormai frenetica campagna elettorale fiorentina con qualche fuoco d’artificio. Nulla di clamoroso, in realtà. Ha espresso la sua opinione sul suo blog. E fatta la sua rosa di cinque nomi fra i quali sceglierà le tre preferenze da dare per Strasburgo, ha spiegato: "Prevengo l’obiezione che fra queste candidature non figuri quella prestigiosa dell’ex presidente dell’Anci ed ex sindaco di Firenze, Leonardo Domenici. Purtroppo ci sono momenti in cui anche la costruzione di un partito o di un gruppo parlamentare poggia sulla scelta delle persone. Per concorrere ad una posizione di responsabilità occorrono sia amore per la funzione per la quale ci si candida, sia empatia con gli elettori ai quali si chiede una delega a rappresentarli, entrambe precondizioni che non vedo realizzate in questa circostanza".
Domenici ha reagito male. Prima si è negato a un’intervista sulla satellitare Red Tv (che ha subito montato il ‘caso’) poi ha dato il via a una lunga riunione del suo staff chiedendo al partito, locale e nazionale, un’immediata conferma della sua candidatura. La solidarietà è arrivata quasi immediatamente, prima dai coordinatori cittadino (Giacomo Billi) e provinciale (Simone Naldoni), poi da quello regionale (Andrea Manciulli) che hanno stigmatizzato "la mancanza di responsabilità politica" di Pistelli. Domenici ha avuto una telefonata anche con il candidato sindaco del centrosinistra, Matteo Renzi. Che già nelle settimane scorse aveva platealmente dichiarato il suo sostegno a Domenici per l’Europarlamento. E con il quale è ormai scoppiata la pace. "Tra me e Matteo Renzi non c’è nessuna tensione - ha dichiarato Domenici - entrambi stiamo facendo la nostra campagna elettorale". Renzi in piena ‘discontinuità’ con la precedente amministrazione che Domenici (e non potrebbe essere diversamente) difende a spada tratta.
Il candidato all’europarlamento ha incassato anche il pieno appoggio del vicepresidente del Senato, Vannino Chiti: "Conosco da una vita Leonardo Domenici. Lo stimo e siamo amici. E’ giusto sostenerlo alle elezioni europee. Farà bene in Europa. Con passione, competenza. Contribuirà ad avvicinare Parlamento europeo e territori, in primo luogo con le istituzioni locali". Tonnellate di sostegno politico che non bastano a sotterrare la pulce polemica seminata - anche se solo a titolo di opinione personale - da Lapo Pistelli. Anche perchè, proclami a parte, la ‘pulce’ dimostra che le fratture interne al disorientato Pd sono tutt’altro che sanate. E la spaccatura sul fronte della sinistra (con il lievitare di liste civiche e sottoarticolazioni dei partiti storici) è un problema che impensierisce il Pd fiorentino. Così come la presenza di ben due liste civiche collegate a Matteo Renzi, il cui nome, per espressa decisione del candidato, non compare nel simbolo del partito che sarà pubblicato sulla scheda elettorale. Oggi la seconda puntata è garantita.
Paola Fichera (La Nazione, Firenze)

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