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La mer, la fin...

domenica 28 settembre 2008

Animali. Uccelli in declino.

“STATE OF THE WORLDS BIRDS”.
LIPU: PIANETA GRAVEMENTE MALATO. UCCELLI E BIODIVERSITA’ IN CALO A LIVELLO GLOBALE

Comunicato LIPU
Gli uccelli selvatici più comuni e diffusi sono in grave declino in tutto il mondo, spie di un pianeta malato per colpa dell’uomo, che intensifica su scala industriale l’agricoltura e la pesca e distrugge le foreste per realizzarvi piantagioni monoculturali.


E’ il messaggio lanciato oggi dalla LIPU con “State of the Worlds Birds”, la nuova pubblicazione di BirdLife International (pubblicata anche online all’indirizzo www.birdlife.org/sowb) presentata oggi al vertice internazionale che si terrà fino a sabato 27 a Buenos Aires, in Argentina, con la partecipazione di una delegazione LIPU-BirdLife Italia e delle altre 100 associazioni che formano la rete di BirdLife International nel mondo.
Dati, quelli di State of the Worlds Birds, che confermano il grave stato di salute del pianeta e l’insostenibilità delle attività umane, cui si sono aggiunti, più di recente, gli effetti dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo.
Le specie di uccelli che migrano tra Europa, Medioriente e Africa sono calati del 40% negli ultimi 30 anni, come Torcicollo, Culbianco, Usignolo e Forapaglie comune, sempre più rare da osservare. Oltre all’intensificazione agricola in Europa, vi hanno contribuito la desertificazione nei siti di svernamento in Africa e la pressione venatoria in Medioriente.
Cattive notizie anche per le 124 specie di uccelli più diffuse in Europa: il 45% ha subito preoccupanti cali in ben 20 Paesi europei dal 1980 ad oggi: alcuni esempi sono la Tortora (-62%), la Starna (-79%), lo Strillozzo (-61%), il Cuculo (-17%). Nel complesso, in Europa, la crisi della biodiversità ha colpito il 42% dei mammiferi, il 15% degli uccelli selvatici e il 45% delle farfalle e dei rettili.
Ma anche nelle altre parti del pianeta gli uccelli segnalano che la terra sta male e che l’uomo sta sfruttando in modo eccessivo le risorse naturali: le popolazioni di 30 specie in Nord America si sono dimezzate negli ultimi 40 anni, con punte dell’82% per il Colino della Virginia. In Asia è sul punto di estinguersi il Grifone del Bengala, l’avvoltoio fino a pochi anni fa più abbondante al mondo. In Australia i trampolieri (uccelli tipici delle zone umide) si sono ridotti dell’81% in 25 anni. In Asia e nel Pacifico il 30% delle specie minacciate di estinzione subisce l’impatto delle sviluppo infrastrutturale (che comprende il settore commerciale, quello residenziale, la produzione di energia, i trasporti e l’estrazione dei minerali). Sono intanto salite a 1.226, secondo la Lista Rossa 2008 dell’IUCN, le specie di uccelli minacciate a livello mondiale di estinzione, di cui 190 “gravemente minacciate di estinzione”
“Nonostante l’impegno assunto dagli Stati di tutto il mondo – afferma Mike Rands, Direttore Generale di BirdLife International – l’obiettivo di rallentare e arrestare il declino della biodiversità entro il 2010 è ancora lontano dall’essere realizzato. Il declino degli uccelli più familiari e diffusi, sottolineati da ‘State of the Worlds Birds’, ci comunica anzi che il deterioramento della biodiversità e dell’ambiente sta accelerando, e non rallentando”.
Malgrado le difficoltà - spiega State of the Worlds Birds - per salvare la biodiversità del pianeta basterebbe tuttavia investire una parte di risorse economiche in azioni dirette di conservazione,. Tra il 1994 e il 2004, grazie a programmi di salvaguardia, sono state salvate dall’estinzione ben 16 specie di uccelli.
Ma spesso le risorse investite sono insufficienti per le sfide da affrontare: l’Africa, per esempio, ha destinato 300 milioni di dollari USA nella conservazione della biodiversità, poco meno di un terzo dell’importo necessario (pari a 1 miliardo di dollari USA) utile a mantenere il network di aree protette africane che da solo salvaguarderebbe il 90% della biodiversità del grande continente.
“Per fronteggiare l’emergenza biodiversità, ora minacciata anche dai cambiamenti climatici – dichiara Claudio Celada, Direttore Conservazione Natura LIPU-BirdLife Italia – il Governo italiano deve investire con urgenza risorse per la tutela della biodiversità e garantire la sostenibilità delle attività umane all’interno dei siti di Rete Natura 2000, in modo da andare nella direzione degli obiettivi fissati dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite”.
Parma, 22 settembre 2008

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