TANTI INTERESSI PRIVATI NON FANNO UNA CITTA'!

La mer, la fin...

martedì 23 settembre 2008

Inceneritori: una cartina di tornasole.


L'intervento che riportiamo è del dott. Michelangelo Bolognini.
Vi invitiamo a leggerlo tutti con attenzione anche se l'analisi può rivelarsi "spietata". MV


SINISTRA, TAPPINI E TORCE AL PLASMA
Personalmente trovo assai deprimente leggere (non esageriamo mi limito a dare un'occhiata), in questi giorni, le tematiche che “tengono campo” nella lista no-inceneritori;
- tappini di plastica (il togliergli o no dalle bottiglie), ovverosia come fare “correttamente” le nostre buone azioni quotidiane “per salvare il mondo”, tematica che non solo non mi appassiona affatto ma che ritengo fuorviante e controproducente, in questo ritrovo tutta la cattiva pedagogia “legambientina” che utilizza la “morale” (degradata a moralismo) contro la politica, che ha come fondamento la “spietatezza” dell'analisi: focalizzarsi su aspetti assolutamente secondari ed irrilevanti, come la separazione “fine” delle plastiche, quando nella stragrande maggioranza dei nostri territori non si fa nemmeno la separazione dell'umido (unica cosa che io faccio avendo spazio e, da molto tempo, il mio compostatore che funziona benissimo), lo trovo oltre che demenziale (scelta individuale, tutto sommato inoffensiva) pericolosamente fuorviante (scelta “individuale” con pericolose conseguenze politiche), in quanto aiuta a fare ignorare i termini del problema: la questione della produzione delle merci, gli scarti industriali, la loro “assimilazione” ai rifiuti urbani, il regime monopolistico con cui operano le imprese un tempo “municipalizzate” ed adesso sempre più affidate a quel mondo di “banditi, ladri e farabutti” rappresentato dagli “imprenditori di regime” i cui nomi compaiono a supporto del nostro “dolce fascismo by-partisan” che va dai “salvataggi Alitalia”, Tav & grandi Opere, rigassicatori e centrali energetiche fino ad arrivare al colmo della follia, l'INCENERIMENTO nelle sue varie forme (dalle cosiddette biomasse al plasma passando dai dissociatori molecolari”).
- Discettare di torce al plasma si lega quindi molto ai tappini di plastica, un po’ come fanno nostri personaggi, anche navigati, che si “innamorano”(e quindi perdono la testa, intesa come ragionevolezza), dell'una o dell'altra “soluzione impiantistica” per “risolvere” il problema dei rifiuti, accanendosi su quel 30-40% di residuo, come se già ci fosse, e come se contasse più di tutto, il resto. La disastrosa pedagogia di Legambiente ha dato i suoi frutti, mi limito a ricordare a questi visionari innamorati alcuni semplici fatti: che la discarica per il residuo è sempre inevitabile (l'importante è che la massa si uguale o minore rispetto a quella che deriva dall'incenerimento, a dimostrazione della sua assoluta inutilità), che i sistemi di trattamento del residuo possono essere, e sono, svariati, e che ognuno di loro ha i suoi limiti-pregi e difetti, che la valutazione prima deve essere fatta sulla loro NOCIVITA' e che, pertanto tutte le combustioni (forme di incenerimento più o meno mascherate) devono essere escluse e contrastate, per una “banale” motivazione sanitaria, basta quindi dire sciocchezze sulla bontà comparativa di “torce al plasma” o “dissociatori molecolari”.
Ed infine la “sinistra” con il prossimo corteo (una sinistra che personalmente non solo non mi entusiasma, ma che vedo perdente e rinunciataria prima che inizi ad agire).
Nel testo di mobilitazione non trovo citati né gli inceneritori né le centrali per le cosiddette biomasse, e si capisce il perché, questa “sinistra” che è contro il nucleare ed il ponte sullo Stretto (che tanto non sono per domani) è pronta a cedere su tutto il resto, per fare l'accordo con i “democratici”, o partire proprio dalle “energie alternative” (come le definisce anche Berlusconi), con molte centrali per biomasse, e un significativo numero di “temovalorizzatori residuali”( almeno dove la “sinistra” vuole governare con i “democratici”.
Dilettanti anche nell'inganno questi signori, il vero professionista, non a caso, è a Palazzo Chigi, i mezzi professionisti in molte giunte regionali e locali.
Come oramai ripeto da un po’ di tempo il tema dell’incenerimento è la cartina di tornasole per valutare la correttezza di una politica e, prima, di una cultura.
Se si accettano impianti inutili, superflui e, soprattutto, sicuramente nocivi si può “digerire tutto”, qualsiasi altra nefandezza.
Il tema dell’incenerimento è emblematico: se si ammettono gli inceneritori si ammette tutto.
Salute
michelangiolo bolognini

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